CONDANNE DI CACCARO E CHIANESE: UNA SENTENZA IMPORTANTE SUGLI AFFARI DELLA CAMORRA
Lunedì 4 luglio il Tribunale di Padova ha condannato Franco Caccaro (4 anni e 6 mesi) e Cipriano Chianese (3 anni) per bancarotta fraudolenta per il fallimento della Tpa trituratori di Santa Giustina in Colle. E’ una sentenza molto importante perché conferma le relazioni criminali tra un imprenditore padovano e uno dei principali referenti della camorra casalese, considerato da diverse indagini uno degli inventori delle ecomafie. Per condotte simili l’accertamento delle responsabilità penali è difficile e soltanto il lavoro accurato di magistrati e forze dell’ordine attenti e preparati riesce a raggiungere risultati sul piano giudiziario. Chianese apportò capitali significativi nelle iniziative imprenditoriali promosse e guidate da Caccaro che diede vita a una vasto gruppo di aziende insediate nell'alta padovana: Tpa tecnologie per l'ambiente Srl, Flair Company Srl, CSM Srl con sede a Tombolo, Tpa trituratori Spa e Sica Srl con sede a Santa Giustina in Colle. In quest'ultima, con Caccaro amministratore unico, liquidatore e socio, è stato socio anche Clodovaldo Ruffato, consigliere regionale dal 2005 al 2010 e presidente del Consiglio regionale dal 2010 al 2015. La vicenda indica che le mafie hanno trovato in Veneto un terreno fertile e favorevole per insediarsi stabilmente. In particolare è emersa l'esistenza di rapporti continuativi tra imprenditori locali e una vasta area di professionisti, anch'essi veneti, finalizzati a commettere reati di natura fiscale e operazioni illecite come la bancarotta fraudolenta. Si tratta di un modus operandi attivo da tempo che, nel caso della TPA Trituratori, cerca e trova relazioni con la criminalità organizzata per continuare a funzionare. In questo contesto si è realizzata la convergenza di interessi delle organizzazioni criminali che, dotate di un'enorme disponibilità di denaro, supportano le attività economiche per riciclare i proventi acquisiti illecitamente. Così si sono prodotti due effetti: l'alterazione del regime di libera concorrenza nel mercato, attuata mantenendo l'operatività di aziende economicamente «decotte», con l'unico fine di tenere in piedi assetti societari che permettano l'attuazione dei reati fiscali e contributivi; e l'inserimento nel tessuto economico-sociale della regione delle organizzazioni mafiose, a cui si rivolgono - più o meno consapevolmente - i titolari di piccole e medie imprese per ottenere i capitali necessari a tali operazioni. Questa sentenza conferma gli allarmi più volte lanciati dal Partito Democratico in Veneto rispetto ai quali è necessario continuare a vigilare con attenzione per contrastare la presenza delle mafie nel nostro territorio.
BANCAROTTA MILIONARIA CACCARO CONDANNATO «QUATTRO ANNI E SEI MESI ALL’EX AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA TPA TRITURATORI LA SOCIETÀ È FALLITA CON UNA VORAGINE DI DEBITI E 65 PERSONE HANNO PERSO IL LAVORO» MATTINO DI PADOVA 5 LUGLIO 2016
Quattro anni e 6 mesi per una bancarotta milionaria, oltre al pagamento delle spese di custodia cautelare e all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. È la pena alla quale è stato condannato l’imprenditore Franco Caccaro, 54 anni di Santa Giustina in Colle, già amministratore delegato dell’azienda Tpa Trituratori spa dal 2001 al 2009, anno che segna il fallimento tra una voragine di debiti (20 milioni) e una marea di lavoratori rimasti disoccupati, 65 persone. Caccaro è stato condannato solo per alcuni capi d’imputazione, per altri è stato assolto e per altri ancora è stato sancito il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. La sentenza è quella relativa al crac di Tpa Trituratori spa di Santa Giustina in Colle, produttrice d'impianti per la triturazione dei rifiuti. È stato condannato a 3 anni pure Cipriano Chianese, avvocato campano considerato il re delle ecomafie e l’ideatore di molti traffici nel settore dello smaltimento dei rifiuti legati ai casalesi. Assolto per non aver commesso il fatto Luca Saviolo, 49 anni di Padova, ex dipendente. Per quanto riguarda la posizione della quarta imputata, Nicoletta Zuanon, 51 anni, moglie di Caccaro, il giudice ha dichiarato il reato estinto, visto che nel frattempo è morta. Nel giugno 2012 erano scattate le manette per i coniugi Caccaro accusati di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata per 5.831.502 euro (tra il 2001 e il 2009 avrebbero distratto soldi e beni dall'azienda), falso in bilancio per una serie di operazioni fittizie architettate come vendite di fatto mai avvenute, dichiarazione fraudolenta per aver evaso l'Iva ed emissione di fatture per operazioni inesistenti per 9 milioni e 732 mila euro; infine (Caccaro) ricettazione (di 1857 paia di occhiali firmati) e (in concorso con Saviolo) furto di un macchinario. Solo Caccaro con Chianese dovevano rispondere di bancarotta per 3 milioni di euro che - è l'accusa - sarebbero serviti a ricapitalizzare la società con l'obiettivo di avere mano libera nella mala gestione. La difesa. L’avvocato Diego Bonavina jr (legale di Caccaro) aveva fornito una spiegazione per ogni bancarotta contestata. E il ruolo di Chianese? Quest'ultimo aveva concesso un prestito di 3 milioni a Caccaro per risollevare la società dopo l’addio di due ex soci. Come detto molte accuse son cadute.
IL PD AVEVA DENUNCIATO DAL 2012 L'INTERA VICENDA CACCARO CHIANESE
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Interrogazione parlamentare 5 Luglio 2012
NACCARATO A FINCO «QUAL È L’INTERESSE?» MATTINO DI PADOVA 6 LUGLIO 2016
«Quando Massimo Finco chiede allo Stato che si finanzi un’opera prima ancora che siano completati i percorsi decisionali e che sia stato redatto un progetto, dimostra di essere interessato ai valori delle aree, comprese quelle limitrofe, più che alla qualità del servizio sanitario e della ricerca medica». Il deputato Pd Alessandro Naccarato replica così al leader di Confindustria che aveva chiesto ai parlamentari di attivarsi per ottenere finanziamenti dal governo per il nuovo ospedale. «Oltre tutto è una richiesta che prefigura violazioni di legge come la truffa aggravata e l’indebita percezione di erogazioni».
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MATTINO DI PADOVA 6 LUGLIO 2016
MATTINO DI PADOVA 2 LUGLIO 2016
LUCA CLAUDIO, L’INTERROGAZIONE SUL SINDACO DI ABANO ARRESTATO: “PREGIUDICATI E PARADISI FISCALI DIETRO L’HOTEL CHE GESTIVA” GIÀ DUE ANNI FA IL DEPUTATO PD NACCARATO CHIEDEVA LUMI SUL "VORTICE" DI PASSAGGI PROPRIETARI DELL'HOTEL CAESAR DI MONTEGROTTO, DI CUI IL POLITICO FINITO OGGI IN CARCERE ERA AMMINISTRATORE DELEGATO. NESSUNA RISPOSTA. L'APPALTO ALLA SOCIETÀ COINVOLTA IN MAFIA CAPITALE E L'INCENDIO DELL'AUTO DELL'AVVERSARIO POLITICO BOLLATO COME PROVOCAZIONE. L'ALLARME DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA SULL'AREA DELLE TERME IL FATTO QUOTIDIANO 23 GIUGNO 2016
Il nome di Luca Claudio, dal 2001 al 2011 sindaco di Montegrotto e poi della vicina Abano, arrestato oggi con l’accusa di corruzione negli appalti comunali, non è nuovo a vicende controverse. Alessandro Naccarato, deputato Pd padovano membro della commissione antimafia, da qualche anno è autore di diverse denunce su affari e relazioni sospette che tirano in ballo anche il sindaco veneto arrestato. In un’interrogazione parlamentare del dicembre 2014, Naccarato svelò come il rampante sindaco delle Terme fosse stato amministratore delegato dell’hotel Caesar di Montegrotto, dal 2006 al 2008, quando della società è stato dichiarato il fallimento. Passando al setaccio il vortice di passaggi societari avvenuti durante l’amministrazione Claudio, Naccarato ha segnalato come “alcuni dei personaggi che sono comparsi, anche per pochi mesi, nella composizione societaria della Hotel Caesar srl, hanno precedenti e processi in corso per reati contro il patrimonio”. Da notare poi, scriveva l’onorevole, “il ricorso a società con sede in paradisi fiscali, di solito utilizzati per promuovere reati fiscali e per operazione di estero-vestizione delle società per sfuggire ai controlli delle autorità italiane”.
A questa interrogazione non era stata data risposta, così come a quella che segnalava un appalto dato alla Marco Polo, “una ditta romana coinvolta in Mafia Capitale” in associazione temporanea d’impresa con una ditta di Rovigo, il cui titolare, Saverio Guerrato, è stato arrestato oggi. Il bando dell’appalto bandito dal comune di Montegrotto nel 2010, quando sindaco era Claudio, stanziava oltre 12 milioni di euro per la riqualificazione energetica di Montegrotto ed “era molto generico e troppo vasto per importi alti” sottolineò il parlamentare.
Scavando nel passato della vita politica del distretto termale si scopre che il trionfo elettorale del 2006, quando Claudio venne rieletto sindaco di Montegrotto, era stato segnato da un episodio che aveva colpito il consigliere dell’opposizione Antonio Voltolina: la macchina incendiata a pochi giorni dalle elezioni. Nonostante il fermo dell’autovettura per accertamenti da parte dei Carabinieri, Luca Claudio e il segretario provinciale di An, Filippo Ascierto (attualmente imputato a Padova per truffa e malversazione, ndr), avevano considerato l’episodio come una provocazione ai propri danni e così non avevano degnato la vittima nemmeno della loro solidarietà.
L’area termale è nel mirino dell’antimafia da lungo tempo: la relazione della Commissione parlamentare già nel 1994 riguardo al settore alberghiero sottolineava come “le forze dell’ordine e la magistratura si dichiaravano certe della presenza di complesse attività di riciclaggio, operazioni economiche sospette e ricchezze improvvise altrettanto degne di nota”.
“C’è un’indagine precisa a Palermo – racconta ancora Naccarato – legata ai Lo Piccolo, in cui in alcune intercettazioni telefoniche viene nominata Abano. In quelle intercettazioni si consiglia di investire i soldi a Chioggia, Piove di Sacco e Abano, in particolare a Monteortone. Era l’anno 2006-2007 e qui l’indagine è ancora in corso”.
Luca Claudio, appena eletto sindaco a Montegrotto, una quindicina di anni fa, era stato tentato dalla carriera cinematografica: il sedicente produttore cinematografico Massimo Emilio Gobbi gli aveva proposto di girare nella cittadina termale il film «Camorra Live show» in cui il giovane e dinamico sindaco di Montegrotto Terme Luca Claudio doveva recitare la parte dell’avvocato plaboy. Dopo poche riprese il produttore non si era fatto più fatto vedere e del progetto del film “antimafia” non se ne fece niente.
MISSIONI INTERNAZIONALI
La Camera dei Deputati ha approvato a legge di conversione del decreto che autorizza per tutto il 2016 la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza.
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Testo del Provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
REATO DI DEPISTAGGIO
La Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che introduce il reato di Depistaggio superando una lacuna dell’ordinamento. Il nostro ordinamento non prevedeva, infatti, un reato specifico di depistaggio ma utilizzava una serie di disposizioni che punivano la condotta di colui il quale in vario modo intralciava la giustizia: falsa testimonianza, calunnia, autocalunnia, favoreggiamento personale, falso ideologico, false informazioni al pubblico ministero.
Questa proposta ha invece indubbia rilevanza pratica e concreta perché offre nuovi e incisivi strumenti di contrasto al fenomeno (basti pensare all’esempio per eccellenza, quello della scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino, in cui il pubblico ministero si è visto costretto a contestare il reato di furto aggravato proprio in mancanza di altre fattispecie).
È sempre utile ricordare come la storia repubblicana sia costellata, nei tragici fatti di terrorismo, stragi e mafia, di episodi di depistaggio e ostacoli alle indagini frapposti da pubblici ufficiali corrotti e servizi deviati. Si pensi, in particolare, alla strage di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia a Brescia, alla stazione di Bologna, alla strage di Ustica, al caso Moro, oppure alle stragi mafiose degli anni Novanta, al caso Ilaria Alpi, per il quale si sta celebrando il processo di revisione a Perugia, nella speranza di fare chiarezza su quella terribile vicenda che costò la vita ad una brava giornalista e all'operatore Miran Hrovatin.
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Testo del Provvedimento
Dossier di approfondimento Gruppo PD
LA STAMPA 6 LUGLIO 2016
RIFORMA DELLA COSTITUZIONE LE RAGIONI DEL SI'
In previsione dell'appuntamento referendario di questo autunno proseguiamo nell'intento di offrire strumenti di riflessione sulla Riforma della Costituzione attraverso il punto di vista di autorevoli commentatori. Costruire una opinione fondata sui fatti non è semplice e confrontare le opinioni su questo argomento ci sembra il miglior modo di arrivare preparati a questa importante scadenza. Nel frattempo continua il nostro impegno sul territorio per diffondere i contenuti del provvedimento.
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L'UNITA' 6 LUGLIO 2016
AGENDA
SABATO 9 LUGLO ORE 18.00 FESTA DE L'UNITA' DI MANTOVA
PER UN'ITALIA PIU' FORTE BASTA UN SI: LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE
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