Ronconi via
dal ministero
Ferrero indagato per la nomina, l’ex Br rinuncia
PADOVA. Dopo le polemiche scoppiate per l’incarico che il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero le aveva conferito nella Consulta antidroga, l’ex brigatista rossa Susanna Ronconi (foto in alto) si è dimessa. «Troppi attacchi - dice - sono vittima di una campagna di vendette. Per alcuni mesi ho pensato non fosse giusto rinunciare, perché ho espiato fino in fondo la pena». Ma ora, poiché lo stesso ministro è indagato, bersaglio di mozioni di sfiducia dell’opposizione e criticato dalla stessa maggioranza, la Ronconi ha fatto un passo indietro.
Ferrero
sbaglia, lo Stato al fianco delle vittime
Caro direttore, la notizia della nomina di Susanna
Ronconi alla Consulta nazionale delle
tossicodipendenze, decisa dal ministro Ferrero, ha
creato non poche polemiche. Dico francamente come la
penso: non condivido affatto la scelta del Ministro
per gli Affari sociali. Susanna Ronconi ha fatto
parte delle organizzazioni terroristiche Prima Linea
e Brigate Rosse ed è stata condannata, oltre che per
i reati associativi, per aver partecipato
all’omicidio di Mazzola e Giralucci. E’ vero, la
Ronconi ha pagato il suo debito con la giustizia e
merita un’altra chance, ha il diritto di rifarsi una
vita e di essere reintegrata nella società. Ma è
altrettanto vero che lo Stato, tra la vittima e il
carnefice, deve sempre stare dalla parte della
vittima, dei suoi familiari, dei suoi amici. Negli
anni’70 l’estremismo nero e rosso ha causato ferite
che sono difficilmente rimarginabili, soprattutto
per quelle centinaia, migliaia di famiglie, che
hanno visto cadere i propri cari sotto i colpi del
piombo e delle bombe. Integrare nelle Istituzioni
persone che si sono macchiate di delitti terribili e
che hanno attentato alla democrazia e alla nostra
convivenza civile non è certo un buon segnale per
tutti quei cittadini onesti, che non ricorrono alla
violenza per fare valere le proprie opinioni e le
proprie posizioni politiche. Chi ha scontato la sua
pena, chi ha pagato il conto con la giustizia, una
volta tornato in libertà, deve poter trovare
nuovamente posto nella nostra società, ma non può
pretendere di ricoprire incarichi in pubblici
uffici. Questa è la mia opinione, che vale sempre, a
prescindere dal colore politico e dalle idee di chi
abbia violato così pesantemente la legge. Per queste
ragioni ho presentato un’interrogazione
parlamentare, con la quale chiedo al Ministro
Ferrero se nel mondo della prevenzione delle
tossicodipendenze non esistano personalità con
titoli scientifici almeno pari a quelli di Susanna
Ronconi e se non ravvisi l’inopportunità di questa
nomina alla luce dell’ appartenenza della Ronconi a
strutture clandestine che hanno ucciso cittadini
inermi e Servitori dello Stato. Spero che il
ministro possa tornare sulla sua scelta e
comprendere quali siano le implicazioni della sua
decisione. Non possiamo chiedere l’interdizione dai
pubblici uffici per chi abbia commesso reati di
corruzione e poi non essere conseguenti nei
confronti di chi, come Susanna Ronconi, ha
partecipato ad un omicidio e ha militato in
organizzazioni terroristiche che volevano sovvertire
il nostro ordinamento costituzionale.
Alessandro Naccarato deputato gruppo de l'Ulivo e segretario regionale Ds