Sicurezza a carico
dei cittadini
Il Mattino di Padova,
1 marzo 2009
L’ultimo decreto
legge sulla sicurezza è un provvedimento inutile,
pericoloso e demagogico. Basti pensare alle
cosiddette ronde, che sono uno strumento che creerà
soltanto problemi e sottrarrà risorse e uomini dalla
lotta alla criminalità, per controllare i
partecipanti alle stesse ronde. Così la destra e la
Lega, a quasi un anno dalla vittoria elettorale,
lanciano un messaggio chiaro, devastante e
irragionevole: sulla sicurezza i cittadini si devono
arrangiare da soli.
E’ un messaggio molto pericoloso che peggiorerà le
condizioni della sicurezza. Anzitutto perché la
Costituzione assegna in via esclusiva alle autorità
di pubblica sicurezza dello Stato il compito di
controllare il territorio e garantire l’incolumità
dei propri cittadini, in quanto unico detentore del
monopolio nell’uso della forza. L’affidamento di un
tale compito ad associazioni private, previsto dal
decreto del governo, porterà a una sostanziale
delegittimazione del ruolo principale delle forze
dell’ordine agli occhi della collettività.
Attenzione, perché, con l’introduzione delle ronde,
il governo rinuncia a impegnarsi per garantire la
sicurezza e scarica il problema sui cittadini e
sugli enti locali. Inoltre, la mancanza di
un’adeguata preparazione tecnica e dei minimi
requisiti professionali per poter svolgere funzioni
di controllo del territorio non fa altro che mettere
in pericolo l’incolumità stessa dei partecipanti
alle ronde, e rischia di diffondere comportamenti
violenti e discriminatori. Basti pensare agli
scontri fra gruppi opposti di rondisti che sono
avvenuti qualche giorno fa nel rione Pescarotto.
E’ l’esempio lampante di come le ronde si prestino
a vergognose strumentalizzazioni politiche e si
trasformino, in realtà, in gruppi di esaltati in
cerca di visibilità. Con l’aggravante, perdipiù, di
obbligare le forze dell’ordine a proteggere pochi
rondisti anziché controllare il territorio. Infine,
la demagogia del provvedimento è dimostrata da due
aspetti: i tempi stabiliti per l’avvio delle ronde e
il contrasto al disagio sociale.
Il decreto prevede che i regolamenti attuativi che
consentiranno di istituire le ronde saranno emanati
entro il 20 giugno, in piena campagna elettorale per
i ballottaggi nei Comuni e nelle Province. Fino a
quel momento, la destra continuerà ad alimentare la
paura e a fare propaganda. E’ passata solo una
settimana dall’approvazione del decreto, che già
emergono dagli stessi esponenti della destra
interpretazioni contrastanti del provvedimento: un
giorno il governatore del Veneto Galan promuove le
ronde e sollecita i cittadini ad aggregarsi per
pattugliare le strade, il giorno successivo il
ministro dell’Interno Maroni, esponente della Lega
Nord, ridimensiona l’importanza e le funzioni delle
ronde private. Così facendo dove andremo a finire?
Questo comportamento dimostra in modo evidente la
demagogia del decreto. Il Pdl e la Lega vogliono
solo gettare fumo negli occhi degli elettori, e fare
propaganda per conquistare voti nelle prossime
elezioni amministrative ed europee di giugno.
Il decreto inoltre prevede la possibilità per i
rondisti di segnalare «situazioni di disagio
sociale». E’ una scelta solo demagogica. Il disagio
sociale si contrasta promuovendo efficaci politiche
sociali, non certo equiparandolo ingiustamente al
problema della sicurezza e del degrado urbano.
Se il governo avesse voluto davvero contrastare il
disagio non avrebbe dovuto tagliare le risorse per
l’assistenza sociale negli enti locali. Siccome i
tagli sono stati pesantissimi, il disagio sociale e
l’insicurezza aumenteranno per colpa di un governo
che sa fare solo propaganda.
Il decreto serve solo a nascondere l’incapacità del
governo. Infatti, sono stati inefficaci sia il primo
decreto approvato in pompa magna nello scorso
luglio, sia l’invio dei militari in alcune città.
Di fronte a questi fallimenti, il governo dovrebbe
intervenire in quattro direzioni: aumentare le
risorse alle forze dell’ordine, unico soggetto in
grado di prevenire e contrastare sul serio la
criminalità; cambiare la legge Bossi-Fini
sull’immigrazione, che favorisce gli ingressi dei
clandestini e non consente di espellerli;
intervenire per potenziare gli organici della
magistratura e snellire i tempi dei processi;
stipulare accordi di collaborazione con i Paesi
europei e del Nord Africa per governare i flussi
migratori.
Senza queste misure la sicurezza non può
migliorare; e con il decreto si continua a fare
soltanto propaganda.