Sicurezza, saper
investire
Il Mattino di Padova,
1 maggio 2009
L’Italia detiene
il tragico primato di essere uno dei paesi
dell’Unione Europea con il maggior numero di morti
su lavoro. Purtroppo questo tema non riesce ad
affermarsi nel dibattito politico e sociale, nel
mondo della comunicazione e della cultura. Si parla
dei casi più eclatanti, ma si dimentica la realtà
quotidiana.
E nella distrazione diffusa la destra al governo
sta scientificamente smontando pezzo per pezzo il
Protocollo sul lavoro, firmato il 23 luglio 2007,
tra il governo Prodi e le parti sociali, e il
conseguente testo unico sulla sicurezza nei luoghi
di lavoro: il primo provvedimento efficace approvato
in Italia in questa materia. Infatti grazie
all’aumento della prevenzione e all’inasprimento
delle pene da due anni il numero degli incidenti
mortali è in costante diminuzione: 1341 nel 2006,
1210 nel 2007, 1140 nel 2008. Invece di continuare
sulla strada tracciata dal centrosinistra che mirava
a investire di più nella formazione professionale e
ad aumentare i controlli nelle aziende, il governo
ora punta ad una pericolosa deregolamentazione delle
leggi in materia di mercato del lavoro e di
sicurezza. Ormai sono numerosi gli esempi concreti
del cambio di impostazione effettuato dal Governo
Berlusconi. Il caso più recente è la legge salva
manager che punta ad assolvere i dirigenti di alcune
aziende sotto processo per aver violato le
condizioni di sicurezza causando la morte di alcuni
lavoratori. Nei famosi decreti milleproroghe
l’attuale Governo ha rimandato l’applicazione di
molti dispositivi contenuti nel Protocollo di luglio
2007 a partire, per esempio, dall’obbligo per le
aziende di presentare il cosiddetto documento di
rischio. Nei 18 mesi del Governo Prodi sono stati
assunti 1.411 ispettori, spostandone l’attività
dalla burocrazia al territorio e consentendo in tal
modo l’emersione di circa 220 mila lavoratori
precedentemente sconosciuti e perciò senza diritti e
tutele. Per il 2009, invece, il Governo di destra ha
programmato la riduzione delle ispezioni. Per non
parlare dell’abrogazione della legge 188/07 emanata
dal Governo Prodi contro le cosiddette dimissioni in
bianco. Si tratta di una pratica ancora molto
diffusa in alcune Regioni e nelle piccole imprese e
che colpisce soprattutto le donne: al momento della
firma del contratto veniva imposto di firmare una
lettera che consentiva al datore di lavoro il
licenziamento senza giustificazione.
Grave è anche l’attacco della destra sui lavori
usuranti. Il centrosinistra aveva stanziato quasi
tre miliardi di euro da erogare, nel corso di dieci
anni, a favore di quanti svolgono attività
particolarmente faticose. La destra vuole invece
restringere la platea dei beneficiari colpendo, ad
esempio, il lavoro notturno; e la questione è molto
importante, perché i turni notturni sono spesso
associati agli infortuni ed è necessario
regolamentarli per aumentare la sicurezza.
Sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro non è
possibile tornare indietro.
Per questi motivi il Primo maggio può diventare una
buona occasione per promuovere la qualità e la
sicurezza del lavoro, per contrastare la
controriforma della destra e per portare
l’attenzione dell’opinione pubblica sulle gravi
misure decise dal governo a danno dei lavoratori.