Sulla base di
Vicenza noi vogliamo essere chiari
Corriere
del Veneto
Il
Professor Umberto Curi, sul Corriere
Veneto di giovedì scorso, spiega con
efficacia la necessità per il
Centrosinistra, e per i DS in
particolare, di rinnovare classe
dirigente e cultura politica, al fine di
recuperare consenso in una delle regioni
più importanti e dinamiche del Paese, il
Veneto. Sono pienamente d’accordo con
lui anche se non condivido il punto di
partenza: la discussione
sull’insediamento di una nuova base
americana nel territorio della città di
Vicenza. I Democratici di Sinistra, a
livello locale, hanno espresso
chiaramente la loro posizione. Siamo
contrari all’insediamento americano al
Dal Molin per diverse ragioni: dal punto
di vista urbanistico riteniamo la
costruzione di 600.000 metri cubi di
cemento troppo invasiva per la città,
rischia di stravolgerne l’assetto, dal
punto di vista politico e internazionale
siamo convinti che il Veneto non possa
permettersi di diventare una delle zone
più militarizzate d’Europa. Se un tempo
ciò era giustificato dalla presenza
della cortina di ferro, con la caduta
del Muro la concentrazione nel Nordest
di ulteriori insediamenti militari
americani non ha più nessuna
giustificazione. Non si tratta di essere
antiamericani, noi siamo alleati degli
Stati Uniti e ci sentiamo in piena
sintonia con quel popolo, che ha
bocciato senza appello la guerra
unilaterale voluta da Bush. Certo, il
Governo e, in particolare, il Ministro
della Difesa Parisi hanno gestito
piuttosto male la vicenda, creando
aspettative tra i cittadini e ritardando
fin troppo la risposta alle loro
richieste. Detto questo, però, non
possiamo dimenticare che la vera
responsabilità per ciò che sta accadendo
ricade interamente sulla Giunta Hullweck,
che ha dimostrato di essere lontana anni
luce dalla sensibilità dei cittadini di
Vicenza, che non ha saputo coinvolgere
in una scelta così delicata e strategica
per il futuro della città. Anche in
questo caso, però, si è dimostrata la
debolezza del centrosinistra e dei DS
del Veneto i quali, invece di iniziare
una vertenza forte e determinata con
l’Amministrazione della Città,
costringendola a tornare sulle sue
sciagurate decisioni e ad ascoltare la
volontà dei vicentini, si stanno
dividendo al loro interno, aprendo le
porte a radicalismi ed estremismi che
sono estranei alla nostra cultura e che
non porteranno nulla di buono. Per
quanto riguarda poi la costruzione del
partito democratico, sollecitata da
Umberto Curi, sono anch’io convinto
della sua assoluta necessità, e penso
che nella nostra Regione siano stati
compiuti importanti passi avanti in
questa direzione, come dimostra la
creazione del Gruppo unico dell’Ulivo in
Consiglio regionale. Per incidere, per
aumentare il nostra consenso, per ambire
a guidare la Regione, dopo oltre dieci
anni di malgoverno della Destra, è
necessario costruire una forza politica
capace di raccogliere il consenso di un
cittadino veneto ogni tre. Riusciremo in
questo non facile intento se, nei
prossimi mesi, saremo capaci di
coinvolgere le energie migliori e le
risorse intellettuali più lungimiranti
del nostro territorio. Una classe
dirigente che miri solo a tutelare se
stessa non può andare lontano, un
partito che invece sappia aprire porte e
finestre, coinvolgendo tutti quei
cittadini che, pur non riconoscendosi
nelle attuali forze politiche, hanno
voglia di impegnarsi per migliorare la
nostra società, può avere la capacità di
elaborare idee e programmi nuovi,
all’altezza delle migliori aspettative
della nostra comunità. A partire dal
convegno tenutosi a Verona nel dicembre
scorso, stiamo dando vita a molte
iniziative culturali e politiche, con lo
scopo di confrontare le idee in campo e
aggiornare il nostro profilo
programmatico. Anche in Veneto c’è
bisogno di politica, di idee, di
innovazione, di progetto, la destra non
sa amministrare, da sola l’economia non
può vincere le nuove sfide della
mondializzazione. Più infrastrutture,
più sviluppo nel rispetto delle
compatibilità ambientali, più sicurezza
e diritti per il mondo del lavoro, uno
stato sociale in grado di unire le
generazioni, di tutelare gli anziani e
di dare speranza e opportunità ai
giovani. Un progetto ambizioso, per il
quale vale la pena spendersi nei
prossimi anni. Ne va del futuro di tutti
e, soprattutto, delle nuove generazioni.
Alessandro Naccarato Segretario Regionale DS
Alessandro Naccarato Segretario Regionale DS