Le zone
«rosse» sono l’Arcella e via Chiesanuova
Mattino di
Padova 04-05-2007
Ieri
mattina ha letto le tre pagine messe a punto
da Cino Cecchini (dirigente della Polizia
municipale) e da De Simone dell’Avvocatura
civica. Oggi il sindaco Flavio Zanonato
firma l’ordinanza anti-lucciole. Come
anticipato dal mattino , ricalca il
provvedimento adottato nel 1998. Divieto di
“concordare” prestazioni sessuali: 50 euro
di multa. Stessa sanzione alle ragazze che
offendono il pudore. Obiettivo
dell’ordinanza: dissuadere il fenomeno della
prostituzione, che «intasa» le strade di
Padova. Il divieto di contrattare sesso a
pagamento scatta, quindi, nell’intero
territorio comunale. E inoltre viene
esplicitamente richiamata la norma che vieta
di «mostrarsi in pubblico offendendo il
comune senso del pudore». In entrambi i
casi, è prevista la contravvensione di 50
euro. Cifra fissata dal Testo unico Enti
locali e dalla legge 267 del 2000 con
l’articolo 7 bis aggiunto nel 2003 proprio
per uniformare le ordinanze sindacali. Si
tratta di «sanzione amministrativa», che
compresa fra 25 a 500 euro. E dev’essere
compresa fra il doppio del minino e un terzo
del massimo, a vantaggio di chi paga.
Dunque, chi violerà l’ordinanza-bis verrà
sanzionato con 50 euro. Oggi Zanonato firma
il testo definitivo, che entrerà in vigore
affidato alla Polizia municipale.
L’ordinanza verrà applicata con scrupolo,
soprattutto nelle zone dove la prostituzione
è più massiccia e fastidiosa. La “mappa”
segnala via Aspetti, via Reni fino a
Pontevigodarzere e via Plebiscito; ma anche
la zona di via Annibale da Bassano oppure
via Chiesanuova, via Po e la zona
industriale. Nel mirino, ci sono i clienti
che ora rischiano di finire nella rete dei
controlli. Zanonato ha più volte
sottolineato la necessità di tutelare i
residenti, che nelle «strade a luci rosse»
sono alle prese con disagi crescenti e a
volte intollerabili. Nell’estate di nove
anni fa, la nostra città aveva seguito la
scia di Rimini dove era stata emanata la
prima ordinanza. Allora la multa era
“salata”: 333 mila 500 lire. Nel 2007,
Padova resta alle prese con l’«emergenza».
Lo confermano alcuni dati: sono diventate
decine, nelle ultime settimane, le notifiche
per atti osceni in luogo pubblico. Significa
che sempre più spesso clienti e lucciole si
appartano a consumare, senza preoccuparsi di
niente. I clienti sono stati identificati:
corrispondono al più classico degli
identikit ovvero uomini di età compresa fra
30 e 50 anni, nel 60% dei casi regolarmente
sposati. Le prostitute, invece, sono molto
spesso sprovviste di documenti. Di
conseguenza, vengono fotosegnalate e
denunciate. Ma tornano regolarmente in
strada. L’iniziativa di Zanonato è stata
ripresa da Alessandro Naccarato, deputato
della Quercia. Ha già depositato una
proposta di legge. Due articoli con
altrettanti divieti. Sei commi e un’ammenda
da 500 a 5 mila euro. «Lo Stato non può
abbandonare i Comuni impegnati a
fronteggiare come possono la prostituzione
di strada. E nella proposta si mettono sullo
stesso piano domanda ed offerta» spiega
Naccarato. Il testo è secco. L’articolo 1
vieta l’esercizio della prostituzione in
luogo pubblico o aperto al pubblico. L’altro
fa scattare il divieto di «chiedere
prestazioni sessuali a persone dedite alla
prostituzione»: ammenda e sequestro del
veicolo per tre mesi. Più due fattispecie
penali. Rapporti a pagamento con minori e
stranieri clandestini: reclusione da un anno
e tre mesi, oltre alla multa.