A TUTELA DELLA
SICUREZZA
CHE RESTA UN BENE DI TUTTI
Il Mattino di Padova 4 novembre 2007
La sicurezza è un bene di tutti. Il Consiglio dei ministri ha finalmente varato il Pacchetto Sicurezza che contiene importanti strumenti per il contrasto della criminalità. Si tratta di 5 disegni di legge che offrono risposte concrete alle istituzioni che si occupano di sicurezza e ai cittadini che domandano con forza di essere protetti: i dati sull’andamento dei delitti ci mostrano infatti un panorama in cui i crimini cambiano fisionomia, diminuisce la percezione della sicurezza e la criminalità invade spazi fino a ieri ritenuti sicuri. Nelle disposizioni presentate si individuano due obiettivi principali: migliorare gli strumenti per reprimere e prevenire la criminalità e aumentare le pene di alcuni reati che generano allarme sociale. Molti comportamenti illegali sono sottovalutati perché non ne viene percepita la gravità, ma di fronte al crescere di tali fenomeni diventa necessario riconsiderarne la rilevanza penale e le relative sanzioni. Ai disegni di legge si affiancano alcuni istituti di tipo economico per aumentare le risorse a favore delle forze dell’ordine e per consentire nuove assunzioni di agenti. Anche in questo caso vi è il tratto di una politica che si fa carico complessivamente del comparto sicurezza, non solo disegnando le fattispecie di reato e le sanzioni, ma fornendo gli strumenti per agire nei territori per la garanzia effettiva di quelle norme. I punti più importanti del Pacchetto Sicurezza sono 8: Legge delega al Governo per l’emanazione di un testo unico in materia di prevenzione e di contrasto alla criminalità organizzata contenente anche disposizioni in materia di ordinamento giudiziario e patrocinio a spese dello Stato: si tratta di un punto fondamentale che garantisce la razionalizzazione della disciplina sulle misure di prevenzione e l’ottimizzazione del funzionamento degli attuali uffici giudiziari, in modo da rendere più attuale, efficace e rapida la risposta alla domanda di giustizia dei cittadini. In particolare si prevede la possibilità di applicare le misure di sequestro e confisca in modo da aggredire efficacemente il patrimonio mafioso e sono previste norme per facilitare i rapporti con i collaboratori di giustizia. Viene cancellata la cosiddetta «Legge ex Cirielli» introdotta dalla destra tra le famose leggi vergogna per diminuire i tempi di prescrizione dei reati. Viene istituita la Banca dati nazionale del Dna: questo strumento consentirà di avere a disposizione un archivio del Dna di tutte le persone sottoposte a custodia cautelare. Inoltre si prevede di prelevare campioni di Dna nei luoghi teatro di crimini violenti così da giungere più celermente e con maggiore certezza all’individuazione del colpevole. Questo provvedimento è già legge vigente in tutti i paesi europei ed era importante dotare anche l’Italia di questo archivio per adeguarci allo standard europeo e per facilitare le cooperazioni internazionali tra le forze dell’ordine. Viene attribuito ai prefetti il potere di espulsione, sulla base della normativa Ue, dei cittadini comunitari per ragioni di pubblica sicurezza. Diventa più efficace la collaborazione tra i prefetti e i sindaci così come tra la Polizia Locale e le Forze dell’ordine e affida ai sindaci maggiori strumenti per contribuire a garantire la sicurezza pubblica. Il Falso in Bilancio torna ad essere un reato. Inoltre il falso è punibile anche se manca la prova dell’intenzione di ingannare i soci o lo Stato: questa innovazione consente maggiore semplicità nell’accertamento e quindi tempi più brevi e maggiore certezza. Da ultimo si prevedono maggiori responsabilità per gli istituti di revisione contabile che troppo spesso sono apparsi del tutto inefficaci di fronte ad alcune alterazioni dei dati di bilancio. Diventa più facile punire le violazioni di occupazione di suolo pubblico e i danneggiamenti di proprietà pubblica o privata. Sono previste norme più severe per chi sfrutta l’accattonaggio dei minori, per chi utilizza lavoratori irregolari e per chi falsifica le merci. Viene introdotta la custodia cautelare per gli autori di rapine, scippi, furti, incendi boschivi, violenze sessuali. Si tratta di reati spesso sottovalutati che colpiscono i soggetti più deboli e causano un crescente allarme sociale. Al decreto legge, certamente più veloce nei tempi di adozione, si è preferito il disegno di legge per consentire che su un tema così delicato si possa dispiegare un adeguato dibattito parlamentare. Anche questa è una scelta importante perché da un lato marca la discontinuità con il ricorso troppo frequente in Italia alla decretazione d’urgenza, dall’altro responsabilizza le forze politiche che saranno tenute ad un lavoro serio e attento in Parlamento. D’altronde è un modo per mettere alla prova tutti coloro che a vario titolo hanno discusso di sicurezza negli ultimi mesi: se sussiste la volontà politica di dare risposte al Paese, e se davvero hanno a cuore il tema della sicurezza, i parlamentari assicureranno un iter sufficientemente rapido ai provvedimenti del pacchetto in modo da renderlo efficace al più presto. Infine, io credo, si tratta di un occasione per dimostrare come la sicurezza non sia né di destra né di sinistra, ma piuttosto un bene di tutti.
Alessandro Naccarato deputato de l’Ulivo