Il segretario veneto Giaretta difende le scelte di Veltroni per il nuovo direttivo
Mestre
«Lo confesso, avrei voluto un modello che prevedesse un esecutivo nazionale più coinvolgente delle realtà locali. Anche in Veneto ci sono amministratori più che legittimati, in prima linea sul tema della sicurezza, a prendere parte alle scelte che si prendono a Roma. Comunque, va bene così: in fondo questo esecutivo è un organismo provvisorio». Come dare torto ad Alessandro Naccarato , già segretario veneto dei Ds. La sua analisi, anche se «l'aspetto della rappresentatività non lo ritengo poi così fondamentale», trae fondamento dalla scelta della squadra del Partito Democratico ad opera del segretario nazionale Walter Veltroni. Tra i 17 componenti (ai quali vanno aggiunti il romano Veltroni, il vice ferrarese Dario Franceschini, la siciliana capogruppo al Senato Anna Finocchiaro e il futuro collega alla Camera), il Nordest è numericamente sottostimato: compaiono solamente il veneto Andrea Causin (Margherita) e il trentino Giorgio Tonini, (Ds). Il Nord, senza Nordest (cioè dalla Toscana in su) segna 5 esponenti: due emiliano-romagnoli, due liguri, un lombardo, un toscano. Il resto: 8 laziali, un campano, un calabrese, un siciliano.
È evidente lo sbilanciamento nei confronti di quella "questione settentrionale" per la quale il neo-leader ha più volte fatto riferimento, proponendo patti bilaterali ritenendo che al Nord il centrosinistra può tentare di invertire la tendenza elettorale.
Ma i referenti veneti non paiono preoccuparsi più di tanto di questo squilibrio. Paolo Giaretta, eletto segretario regionale con 180mila alle primarie del 14 ottobre, non condivide l'analisi catastrofista, ricordando che anche altre importanti regioni come Piemonte, Puglia e Sicilia (a parte la Finocchiaro, componente di diritto dell'esecutivo) non hanno un posto nell'organismo. Messi al bando «personalismi politici», il Veneto «è ben rappresentato, con un Causin che è figura innovativa, giovane, strettamente legato all'associazionismo (è stato segretario nazionale dei giovani Acli, ndr)». Nel definire la squadra, spiega Giaretta, «Veltroni ha fatto una scelta coraggiosa, indicando persone che hanno portato la società al cuore della politica». Ma la sottostima numerica del Nordest? «Beh, sarei stato felice del coinvolgimento anche di Andrea Martella (l'ex ds dato per certo alla vigilia) con la sua esperienza parlamentare. Ma ci sono comunque belle figure come il nostro Causin e il trentino Tonini che porteranno nel Palazzo, affiancati da Veltroni, le aspettative del Nordest».
Tutto vero, ma Naccarato un minimo fastidio ce l'ha, quando sentenzia che «se il Nord deve pesare, deve essere chi governa il territorio a essere coinvolto». Quindi, la carenza di rappresentatività esiste, ma pensando più al progetto «adesso lavoriamo per radicare il partito nelle singole realtà, costruendo le regole per l'elezione dei segretari provinciali». Qui, secondo l'ex diessino, si gioca il futuro elettorale del Pd: «Siamo stati uniti nell'indicazione di Giaretta, dobbiamo fare altrettanto in modo da essere competitivi alle elezioni regionali del 2010. Non appiattiamoci sui dibattiti che si fanno a Roma: l'uso del vecchio criterio del bilancino forse va bene in una logica nazionale. Siamo o no un partito federalista! E allora pensiamo a costruire la casa in casa nostra».
Prossimo appuntamento sabato a Vicenza, dove Giaretta ha convocato i 377 delegati regionali eletti alle Primarie di ottobre. Primo punto, le regole per l'elezione dei segretari comunali.