Per
evitare il caos della Campania
servono i termovalorizzatori
mattino di padova 7 maggio 2008
La campagna elettorale è finita e, al di là delle analisi sul voto restano alcuni problemi da risolvere: tra i più drammatici e che maggiormente hanno influito in negativo sul Centrosinistra c’è la gestione dei rifiuti in Campania. Questo esempio disastroso deve servire come avvertimento sui comportamenti da evitare. In Campania da 13 anni una cultura finto-ambientalista di destra e di sinistrata ha sprecato risorse senza affrontare in maniera adeguata la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Il risultato sotto gli occhi di tutti sono le città sommerse dall’immondizia, la salute dei cittadini a repentaglio e Regione, Province e Comuni incapaci di decidere dove costruire termovalorizzatori e discariche.
Ecco gli effetti di una cultura del “non fare”, del chiacchierare molto e non decidere mai nulla, una cultura, purtroppo diffusa in tutti gli schieramenti politici, che rischia di paralizzare il Paese su molti argomenti: Alitalia, l’alta velocità ferroviaria, i rigassificatori, i rifiuti.
Per smaltire i rifiuti, per quanto si posso migliorarne e potenziarne la raccolta differenziata, servono sempre dei luoghi dove collocarli, come le discariche, dove trattarli e riciclarli per ricavarne energia come i termovalorizzatori. Se non si dice questo con chiarezza e non si realizzano gli impianti necessari si prendono in giro i cittadini e si creano i disastri che hanno portato al caos la Campania.
Del resto è sufficiente guardare agli altri Stati Europei per capire cosa fare. Paesi che hanno una cultura molto più avanzata dell’Italia sulla raccolta differenziata, come la Germania, la Francia e l’Austria, hanno costruito i termovalorizzatori e oggi per risolvere i nostri ritardi dobbiamo rivolgerci proprio a questi Paesi.
Non costruire termovalorizzatori significa portare sempre più rifiuti in discarica e questo è dannoso per il territorio e per la salute dei cittadini senza contare i maggiori costi che lo smaltimento comporta per i nostri Comuni. Inoltre l’esperienza campana ci insegna che non decidere e non realizzare impianti produce situazioni di emergenza nelle quali si introducono operatori privati nella migliore delle ipotesi interessati al profitto e nella peggiore con finalità criminali.
Abbiamo visto anche nella nostra provincia, nel caso della Trasporti Ecologici, come la gestione poco trasparente di molti amministratori pubblici e privati ha favorito la diffusione di comportamenti illegali e negativi dal punto di vista ambientale ed economico.
Per questo è necessario semplificare i meccanismi di raccolta e smaltimento dei rifiuti attraverso decisioni chiare, trasparenti e veloci.
Infine è bene tenere presente che se dal rifiuto si produce energia si ottiene ricchezza in termini energetici e si risparmia sui costi di smaltimento dei rifiuti non riciclabili. Solo se il controllo di questo processo è affidato al pubblico, e quindi ai Comuni, l’utile così ricavato viene restituito alla collettività. Se invece si persevera in una logica di conservazione che dice di no ai termovalorizzatori si determina una situazione per cui gli enti locali devono comunque sopportare i costi dello smaltimento dei rifiuti e, di fatto, si lascia l’utile solo ai privati che, in assenza di decisioni, sostituiscono i soggetti pubblici nella gestione dei rifiuti e nella realizzazione dei termovalorizzatori.
Alessandro Naccarato deputato del Pd