Il decreto
Bersani è la prima iniziativa del governo di centrosinistra per
rilanciare l’economia tutelando i cittadini consumatori e utenti
di servizi e risponde all’esigenza di aprire settori importanti
alla concorrenza. Certo il decreto tocca solo alcuni ambiti e ci
sono molti altri terreni sui quali intervenire - ad esempio il
settore immobiliare, gli ordini professionali e la gestione dei
prodotti finanziari - ma era necessario partire e avviare il
processo di riforma e svecchiamento di cui il l’Italia ha tanto
bisogno. Si tratta di provvedimenti già esistenti in larga parte
dei Paesi europei e che da noi faticano ad affermarsi per le
resistenze di numerose «lobbies» attaccate a rendite di
posizione e a privilegi assolutamente immotivati. E’ a causa di
questi potenti monopoli che alcune prestazioni professionali
hanno costi elevatissimi: basta pensare alle assicurazioni, ai
servizi bancari, ad alcuni prodotti farmaceutici. Le proteste in
corso testimoniano la reazione di categorie che per anni hanno
potuto godere di condizioni fuori mercato a scapito dei
cittadini. L’impostazione innovativa del decreto Bersani parte
dalla volontà di rompere questi privilegi e ha due finalità:
mettere al centro dell’iniziativa legislativa il cittadino
utente-consumatore; aumentare la concorrenza e le regole per
allargare le opportunità di scelta. Così il centrosinistra vuole
abbassare i costi per gli utenti, migliorare la qualità dei
servizi, offrire più possibilità lavorative alle giovani
generazioni.
Prendiamo tre esempi concreti: assicurazioni, servizi pubblici
locali, banche. Nelle assicurazioni avremo agenti plurimandatari,
come negli altri paesi europei, e questo migliorerà la
trasparenza e la pubblicità delle offerte e renderà molto più
difficile la tendenza delle compagnie a «fare cartello» per
limitare la concorrenza e tenere i costi alti. Per quanto
riguarda l’erogazione di energia e la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti viene stabilito che i servizi saranno assegnati con
gare ad evidenza pubblica. In questo modo avremo anche in Italia
servizi affidati sulla base di criteri trasparenti con qualità e
costi più convenienti. Del resto le vicende di Cosecon e
Trasporti Ecologici, dove i privati, senza mai avere effettuato
alcuna gara, guadagnano e i Comuni accumulano passivi,
dovrebbero insegnare qualcosa. Finalmente finirà la gestione
disastrosa di molte società pubbliche-private, nelle quali
amministratori locali incapaci si improvvisano manager e
riempiono di debiti le comunità locali. Infine ci sono le
banche. In caso di modifiche unilaterali delle condizioni dei
conti correnti il cliente può interrompere il contratto senza
oneri. Il consumatore avrà maggiori tutele e sarà più libero di
scegliere. Dopo le vicende della banca Antonveneta e la scoperta
dei metodi criminali di Fiorani e compagni, mi sembra una prima
risposta per impedire che simili truffe si ripetano.
I contenuti del decreto hanno, secondo me, un altro grande
merito, rappresentano bene l’idea di sviluppo e di futuro del
Paese che ha l’Ulivo: mettere l’Italia al passo con l’Europa,
aprire la nostra economia, combattere i privilegi, aumentare le
opportunità e i diritti soprattutto per le giovani generazioni.
Solo così potremo uscire dalla crisi e ricominciare a crescere.