Trasporti
Ecologici,
i conti finiranno davanti ai giudici
Le reazioni. I Ds:
«Buco scaricato sui soci pubblici»
Probabilmente
toccherà ad un giudice appurare se il buco da 10
milioni di euro dell’ultimo bilancio della Trasporti
Ecologici corrisponde alla realtà ed è la
conseguenza di anni di cattiva gestione. Secondo la
società vicentina Stabila, che lo scorso anno ha
comprato TE per 11 milioni di euro, versandone però
solo una parte al venditore, la famiglia Andolfo, i
numeri parlano da soli. Diversa invece la posizione
degli altri soci. Contraria la società vicentina Sit,
che molto probabilmente impugnerà il bilancio.
Prudente la Cosecon, che nell’ultimo bilancio ha già
svalutato la quota di TE, pari a 2,5 milioni di
euro.
La Spa padovana cercherà di recuperare parte del
patrimonio e il valore della fideiussione che sta
pagando per TE. Dei trenta comuni soci, con piccole
quote, spesso inferiori all’1%, erano presenti
all’assemblea solo i sindaci di Correzzola Mauro
Fecchio e di Bagnoli, Alessandro Borile. Solo
quest’ultimo però ha preso parte alle votazioni. «Mi
preoccupa il fatto che tutti gli altri colleghi non
abbiamo partecipato - afferma Borile -. Si tratta di
una società che eroga un servizio pubblico nel
nostro territorio, le nostre saranno anche delle
piccole quote ma si tratta sempre di denaro
pubblico. Ritengo che le affermazioni di Stabila
siano gravissime e che vadano puntualmente
verificate». Ora il Cda di TE dovrà indicare come
intende coprire il buco. Intanto arrivano le prime
reazioni politiche. Secondo i Democratici di
Sinistra, che due anni fa hanno sollevato il caso
della gestione di TE, «i fatti di questi giorni
confermano in modo inequivocabile la disastrosa
situazione economica e finanziaria della società».
Il deputato Ds Alessandro Naccarato, Fabio Rocco e
Boris Sartori della segreteria provinciale, indicano
come responsabili «un gruppo ristretto di
amministratori locali, fra i quali molti sindaci,
che hanno operato in palese conflitto di interesse.
Gli amministratori di TE, attraverso spericolate
operazioni di compravendita, hanno provato a
scaricare questo buco da 10 milioni sui soci
pubblici. Si tratta di un caso esemplare in cui
amministratori incompetenti ed incapaci hanno
favorito i soci privati a scapito dell’interesse
pubblico. A questo punto chiediamo che tutti gli
amministratori coinvolti si dimettano e che la
Provincia di Padova esca definitivamente dalle
società di servizi e svolga sul serio le funzioni di
controllo in materia di rifiuti e ambiente».
Alessandro Naccarato segretario regionale Ds