La chiave per la ripresa? Investire nella ricerca
Il Mattino di Padova,
11 marzo 2009
I tagli decisi
dal governo Berlusconi all’istruzione,
all’università e alla ricerca rischiano di aggravare
gli effetti della crisi economica in corso. Questi
timori sono stati confermati dal rettore Vincenzo
Milanesi, all’inaugurazione del 787º anno
accademico, che ha lanciato un coraggioso grido
d’allarme sulle conseguenze disastrose che i tagli
provocheranno al sistema universitario e della
ricerca. I più importanti paesi europei e gli Stati
Uniti, invece, si stanno muovendo nella direzione
opposta, investendo nel sapere, nella ricerca e
nell’innovazione per uscire dalla crisi. E’ la
scelta giusta. Tagliare le risorse alla scuola e
all’università significa condannare l’Italia ad una
preoccupante condizione di inferiorità. E’
necessario prima di tutto rimettere al centro il
valore della preparazione culturale delle giovani
generazioni. Lo sviluppo e la crescita dipendono
dalle conoscenze e dalle competenze. Oggi più che
mai sapere è potere.
Per questo la qualità dell’istruzione,
l’innalzamento dell’obbligo scolastico e
l’introduzione di criteri seri di valutazione per il
sistema scolastico e universitario devono essere
sostenuti con maggiori risorse economiche. E’ sempre
più urgente potenziare l’autonomia dell’istruzione e
della ricerca. Il reclutamento degli insegnanti deve
basarsi sul merito e sulle capacità di coloro che si
preparano a svolgere questa professione. La scelta
di investire nella formazione può assumere anche un
grande significato culturale ed educativo perché
metterebbe al centro dell’interesse della politica e
dell’economia lo studio, e la valorizzazione del
merito. Il messaggio verso le giovani generazioni
sarebbe fortissimo: per uscire dalla crisi bisogna
fare sacrifici, rimboccarsi le maniche e impegnarsi
a scuola e all’università.
Su questi aspetti strategici per il futuro del
nostro Paese il Partito Democratico deve basare la
propria identità di grande partito riformista,
innovatore e concreto. E’ per questo che oggi, ad
esempio, il Pd è impegnato a chiedere con forza che
l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema
universitario sia messa nelle condizioni di poter
operare concretamente. L’Agenzia può essere lo
strumento utile per spendere meglio le risorse
disponibili, contrastando quei fenomeni di
campanilismo e di clientelismo che oggi danneggiano
la ricerca e l’innovazione. Istituti, enti di
ricerca, parchi scientifici e tecnologici
rappresentano degli inutili centri di costo e di
sprechi che vanno eliminati. Se si vogliono ottenere
risultati è necessario accorpare e razionalizzare
queste strutture per farle funzionare meglio. La
proposta di creare un Politecnico veneto, centro e
motore della ricerca e dell’innovazione nella nostra
regione e punto di incontro tra università e
imprese, si muove in questa direzione e perciò va
sostenuta. Per uscire dalla crisi non bisogna
tagliare i fondi, bisogna invece investire nella
formazione dei giovani per costruire condizioni di
crescita e di sviluppo.