A
proposito di intercettazioni telefoniche.
SI TENTA DI INDEBOLIRE
LA MAGISTRATURA
Mattino di
Padova 11 giugno 2008
Il Partito
Democratico di Padova, lunedì 9 giugno, ha
commemorato l’anniversario della morte di Enrico
Berlinguer proiettando film «Gomorra» tratto dal
noto libro di Roberto Saviano sugli affari illeciti
della criminalità organizzata in Campania. Abbiamo
scelto questo film perché si occupa di una questione
al centro della riflessione e della battaglia ideale
e politica di Enrico Berlinguer: l’affermazione
della cultura della legalità e dello stato di
diritto. Nonostante la contemporanea partita della
Nazionale di calcio, il cinema era strapieno,
soprattutto di giovani. E’ stato un segnale
incoraggiante, che arriva proprio quando il governo
di destra annuncia di voler depotenziare uno
strumento d’indagine fondamentale come le
intercettazioni telefoniche.
Bisogna denunciare con forza che, a dispetto di
tanti ipocriti proclami sulla sicurezza, è in corso
una campagna di propaganda per indebolire gli organi
inquirenti e depotenziare l’azione autonoma della
magistratura. Si vuol far credere che le
intercettazioni costano troppo. Non è vero. Il costo
annuale di tutte le intercettazioni telefoniche che
vengono effettuate ammonta a 224 milioni di euro, a
fronte di una spesa complessiva dell’intero comparto
della giustizia di ben 7 miliardi e 700 milioni di
euro l’anno: è evidente che il costo delle
intercettazioni telefoniche incide soltanto per meno
del 3% sul bilancio complessivo della giustizia in
Italia.
Inoltre, bisogna sottolineare che tutti i soldi
impiegati nelle intercettazioni sono serviti e
servono tuttora a recuperare cifre ben più
consistenti rispetto al loro costo. Basti pensare al
caso della scalata della Banca Antonveneta, tanto
per restare ad un esempio di casa nostra: il costo
complessivo dell’inchiesta giudiziaria è stato di
circa 8 milioni di euro e i sessantaquattro imputati
che hanno deciso di patteggiare la loro pena hanno
già restituito ben 340 milioni di euro. Il confronto
tra queste due somme è lampante: con la cifra
rimborsata dagli imputati solo nel caso Antonveneta,
lo Stato si può tranquillamente pagare le
intercettazioni telefoniche per un anno intero!
Senza considerare che, senza le intercettazioni
telefoniche, oggi migliaia di risparmiatori, molti
dei quali padovani, sarebbero in balia di una banda
di imbroglioni che stava per comprare una banca con
metodi illegali e senza avere le risorse necessarie.
Si vuol far credere che le intercettazioni sono
troppe. Non è vero. Anche in questo caso bisogna
fare chiarezza: ad essere controllate sono 100.000
utenze telefoniche, non altrettante persone fisiche.
Se si considera che nel nostro territorio sono
presenti organizzazioni criminali ramificate con
migliaia di associati, si giustifica facilmente
questo dato con la necessità di controllare tali
organizzazioni per contrastarle in modo efficace.
Anche in recenti inchieste molto complesse che
hanno interessato il nostro territorio, le
intercettazioni telefoniche si sono dimostrate uno
strumento fondamentale per colpire i colpevoli di
gravi reati come, ad esempio, nel caso della nuova
mala del Brenta o della corruzione per le valvole
cardiache killer. Da ultimo, nel progetto del
governo c’è un clamoroso paradosso: come si può,
infatti, fare della sicurezza e della lotta al
degrado, alla prostituzione e allo spaccio di droga
la propria bandiera politica per poi privare gli
organismi inquirenti degli strumenti essenziali per
contrastare concretamente proprio questi fenomeni
che incidono sulla qualità della vita di tutti?
Viene da pensare che in fondo la destra che ci
governa, al di là delle promesse, sia condizionata
dalla ricorrente tentazione di indebolire la
magistratura. Il Partito Democratico si batterà per
contrastare questo progetto e per dotare le autorità
inquirenti degli strumenti necessari per prevenire e
reprimere il crimine e l’illegalità
Alessandro Naccarato Deputato del PD