Strategia
eversiva contro i magistrati
Mattino di
Padova 11 luglio 2007
Il periodo estivo non favorisce la diffusione delle
gravissime scoperte che stanno emergendo in questi
giorni sull’attività dei servizi segreti nei cinque
anni di governo Berlusconi. L’opinione pubblica e la
politica sono ormai indifferenti su argomenti così
delicati e sono più attente ai pettegolezzi e alle
piccole polemiche quotidiane. Servirebbe invece una
riflessione attenta, perché è in gioco la tenuta
democratica del Paese.
I fatti accertati sono chiari e semplici. Nel 2001,
subito dopo l’avvento del centrodestra, il servizio
segreto militare (Sismi) ha individuato alcuni
esponenti politici dell’opposizione e alcuni
magistrati come nemici del governo ed ha avviato
un’azione di controllo e spionaggio con l’obiettivo
di «disarticolare» queste persone. Non si conosce
ancora la vastità del lavoro di schedatura, ma dai
primi riscontri se ne intuisce la precisione.
Sembra di essere tornati indietro di trent’anni ai tempi dei servizi
segreti che lavoravano contro le istituzioni
democratiche e depistavano le indagini. La
situazione odierna, se possibile, è ancora più
grave. Infatti c’è un elemento nuovo rispetto al
passato che consente di contestualizzare e
comprendere meglio la strategia di chi ha ordinato
lo spionaggio: l’attacco alla magistratura e
l’azione per intimorirla e ridurne gli spazi di
indipendenza e autonomia.
Questo disegno eversivo è rappresentato da due
fatti che hanno caratterizzato il governo della
destra e che ora possono essere collegati con
chiarezza. Il Sismi ha spiato dei magistrati e i
relativi dossier sono stati utilizzati in alcune
campagne propagandistiche per screditare il lavoro
di Pm e giudici; il governo e il Parlamento hanno
modificato l’ordinamento giudiziario con la finalità
dichiarata di ridurre l’autonomia dei magistrati,
quotidianamente sottoposti a intimidazioni e
insulti. E’ l’ennesima dimostrazione della fragilità
e della precarietà della democrazia italiana e di
come rimanga radicata in certi settori della destra
la tentazione di eliminare gli avversari.
Ma c’è un elemento più inquietante: una parte della
destra considera la magistratura un nemico da
mettere sotto controllo e ha affidato al Sismi il
compito di realizzare questo progetto eversivo.
Infatti non si può che definire così l’obiettivo di
limitare un potere dello Stato. E’ evidente che una
magistratura meno autonoma e meno indipendente non è
più in grado di svolgere i compiti e le funzione
previsti dalla Costituzione.
L’unica risposta possibile alla crisi istituzionale
e all’emergenza democratica create dal governo
Berlusconi è l’approvazione in Parlamento di due
riforme in dirittura d’arrivo: la riforma
dell’ordinamento giudiziario e la riforma dei
servizi segreti (già approvata alla Camera).
Infatti, la riforma dell’ordinamento giudiziario in
discussione al Senato annulla le norme volute
dall’allora ministro Castelli e consente di
migliorare l’efficienza della magistratura,
salvaguardandone l’autonomia e l’indipendenza e
accogliendo le proposte formulate dall’Associazione
nazionale magistrati.
Anche la riforma dei servizi supera limiti e
ritardi evidenti da anni. In particolare viene reso
più forte e trasparente il controllo del Parlamento
sull’intelligence e, attraverso le modifiche dei
criteri di reclutamento del personale, si rafforzano
la professionalità e la fedeltà alla Costituzione
degli agenti. Infine, la modifica delle norme sul
segreto di Stato, di cui oggi si abusa per
nascondere errori e reati, elimina la comoda e
ingiustificata copertura di molte azioni illegittime
e irregolari.
Questa è l’unica risposta vera per rafforzare la
sicurezza dello Stato e dei cittadini e avere una
magistratura autonoma e indipendente.
Alessandro Naccarato deputato de l'Ulivo