I RIFIUTI DI PADOVA
Mattino di Padova 12 gennaio 2008
La vicenda
dell’emergenza rifiuti in Campania è sotto gli occhi
di tutti e ci serve per evitare che quella
situazione vergognosa possa ripetersi in altri
posti. Esistono due relazioni della Commissione
parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che
analizzano a fondo cause e responsabilità del
fenomeno e indicano delle soluzioni possibili. Gli
aspetti di cui tener conto sono: la produzione di
rifiuti è in continua crescita, le discariche sono
un elemento accessorio e temporaneo in vista di
soluzioni definitive, sono necessari impianti
industriali per trasformare i rifiuti in energia, i
termovalorizzatori.
Esattamente quanto non è stato fatto in Campania.
Infatti, in assenza di programmazione, centinaia di
milioni di euro sono stati spesi per gestire ogni
anno l’asporto rifiuti e l’ordinaria
amministrazione, mentre solo 29 milioni sono stati
destinati agli investimenti strutturali. Nella
nostra provincia la situazione è migliore grazie
alla diffusione della raccolta differenziata e alla
presenza del termovalorizzatore di Padova. Nel
territorio provinciale, poi, trovano sede due
discariche a Reschigliano e a Sant’Urbano che hanno
quasi esaurito la loro capacità. Prima che questo
accada è necessario decidere in che direzione
andare. Ed è bene sapere che la Provincia di Padova
finora non ha programmato nulla. Il Comune di
Padova, grazie all’impianto di San Lazzaro, che deve
essere potenziato rapidamente, è quasi
autosufficiente; mentre nel resto della provincia
continuano a spuntare come funghi progetti più o
meno veri di nuovi impianti. Prima che le attuali
discariche arrivino alla saturazione la Provincia
deve decidere la localizzazione e le caratteristiche
di eventuali ulteriori impianti di
termovalorizzazione o di nuove discariche. Un altro
aspetto molto grave della vicenda rifiuti è
rappresentato dalle infiltrazioni criminali nel
ciclo di gestione dei rifiuti, infiltrazioni che si
affermano nella indecisione della politica e nella
assenza di scelte chiare. Il giro di affari che
ruota attorno alla raccolta e allo smaltimento,
infatti, ha stimolato l’interesse di gruppi privati
che intendono arricchirsi in maniera illecita. In
provincia di Padova abbiamo visto all’opera questi
interessi e metodi nelle vicende della Trasporti
Ecologici e della ditta C&C di Pernumia. Alcuni
amministratori pubblici di entrambi gli schieramenti
politici hanno consentito a degli operatori privati
di svolgere la raccolta rifiuti senza alcuna
procedura di gara e senza alcun controllo sulla
qualità dei servizi. In pochi anni si sono
accumulati debiti consistenti che sono stati
scaricati sugli enti locali. Tutto ciò è stato
possibile anche perché la Provincia, anziché
programmare e controllare, è stata parte integrante
della Trasporti Ecologici e ha favorito la nascita
di un sistema di enti inutili che, attraverso
spregiudicate operazioni di compravendita,
gonfiavano i valori delle società prima di venderle
ai soci pubblici. Per fortuna non siamo in Campania
e la reazione dell’opinione pubblica ha permesso di
circoscrivere e contrastare il fenomeno, al punto
che i nuovi proprietari della Trasporti Ecologici
hanno deciso di avviare una decisa operazione di
pulizia e trasparenza. La programmazione serve ad
affrontare in tempo le situazioni e a prevenire le
emergenze. E’ nell’emergenza, infatti, che vengono
meno i controlli e che è più facile aggirare le
norme. Per questo è necessario avere una maggiore
attenzione verso il ciclo dei rifiuti, affidare con
gare pubbliche il servizio di raccolta e decidere
oggi come organizzare e dove dislocare gli impianti
di smaltimento.
Alessandro Naccarato deputato Partito
democratico