COSECON: NUOVO SCANDALO SULLA GESTIONE DEL GAS
Negli articoli apparsi in questi giorni sui quotidiani locali (disponibili qui sotto) trova conferma l’allarme che più volte abbiamo lanciato come DS e ora come Partito Democratico circa la situazione delle società partecipate e della gestione dell’energia nella nostra Provincia. Si tratta del rapporto tra Cosecon Spa e Comuni soci per la gestione del Gas. Siamo in presenza dell’ennesima vicenda poco chiara di malgoverno e di gestione irresponsabile di un servizio pubblico molto delicato.
Finalmente alcuni comuni come Conselve e soprattutto S. Pietro Viminario vogliono fare chiarezza sui rapporti con il COSECON.
Dalle notizie riportate sembra che i Comuni non abbiano mai ceduto le reti del Gas al Cosecon e che manchino i contratti di servizio e le convenzioni per l’utilizzo delle reti.
E’ una situazione gravissima che può produrre conseguenze pesanti per i cittadini e i Comuni soci. Ecco perchè:
1. Nel Capitale sociale di Cosecon sono comprese le Reti per la distribuzione del Gas. Se fosse confermato che i comuni non hanno mai ceduto tali reti, la consistenza del capitale sociale dovrebbe essere ridotta. 2. L’assenza di contratti di servizio rende i comuni deboli e impotenti perché non consente loro di esercitare il necessario controllo sulla gestione di un servizio così delicato come l’energia. 3. Cosecon ha costituito una società per la distribuzione dell’energia (Cosecon Distribuzione ora denominata Veneto Distribuzione) e ha fatto entrare nella società un privato (GRUPPO SIME) senza gara pubblica, aggirando le norme che regolano la materia.
Le questioni poste investono la Provincia di Padova e la Regione Veneto. Infatti:
Infine, la decisione di non rinnovare il Patto Parasociale che ha governato Cosecon negli ultimi anni dimostra che avevano ragione quanti, come i DS, non hanno mai condiviso quello strumento. Infatti il Patto Parasociale è stato l’elemento che ha privato i Comuni e i soci minori di qualsiasi potere e ha consentito una gestione caratterizzata dalla scarsa trasparenza e dalla prevalenza degli interessi dei privati sugli interessi pubblici.
Purtroppo, ancora una volta, dopo il disastroso tentativo di gestire il settore rifiuti con la Trasporti Ecologici, Cosecon si trova al centro di una vicenda poco chiara, una vicenda che danneggerà gravemente cittadini e Comuni. Queste sono le conseguenze delle gestioni passate di amministratori incompetenti e in molti casi in conflitto d’interessi con il loro ruolo di sindaci e amministratori locali. Questo è il risultato causato da amministratori che hanno favorito i privati a scapito dei soci e dei cittadini.
Alessandro
Naccarato
Mattino di Padova 27 maggio 2008 «Socio privato Norme aggirate»
CONSELVE.
Tanti i punti oscuri da
chiarire nel pasticcio delle concessioni
delle reti del metano a Veneto
Distribuzione, la società che Cosecon
vuole vendere ma non può, in mancanza
degli atti dei comuni.
Mattino di Padova
13 maggio 2008 IL PROBLEMA
CONSELVE. Un caso aperto da mesi, che ora rischia di sfociare in un’aspra controversia legale e di passare dagli uffici dei Comuni alle aule giudiziarie. Nell’occhio del ciclone la gestione delle reti del gas metano e le convenzioni mai stipulate fra i Comuni del Conselvano e la Cosecon per l’affidamento del servizio. Negli anni Novanta il vecchio Consorzio per lo sviluppo del Conselvano, diventato in seguito Società per azioni, ha metanizzato buona parte del territorio attingendo a fondi pubblici, da contributi a fondo perduto a somme messe a disposizione dai Comuni attraverso mutui. Per anni la società ha gestito direttamente la rete del gas metano per conto dei Comuni soci attraverso una sorta di «concessione di fatto». Una prima svolta arriva nel 2004, quanto l’attività viene trasferita alla controllata Cosecon Distribuzione, che poi prende il nome di Veneto Distribuzione. Nella società passa anche il patrimonio delle reti del metano. Ma i guai iniziano l’anno scorso, quando Cosecon decide di vendere Veneto Distribuzione. Un affare da oltre venti milioni di euro, che rischia però di andare in fumo per la mancanza delle convenzioni. I Comuni conselvani non hanno mai stipulato con la Cosecon un accordo per la gestione di un bene pubblico come i tubi del metano. Senza le convenzioni però Veneto Distribuzione, nata proprio per gestire la rete del gas, rischia di perdere gran parte del loro valore. Ma i sindaci sono restii a firmare, con valore retroattivo, un atto che andava sottoscritto diversi anni fa. Non vogliono essere loro a rispondere degli eventuali errori del passato. A complicare la situazione è la presenza, in Veneto Distribuzione, di una consistente componente privata. Un caso controverso, che sembra abbia attirato anche l’attenzione della Corte dei Conti per i danni che potrebbero configurarsi nei confronti del patrimonio pubblico.
Veneto
Distribuzione fa parte della Cosecon
e vale una ventina di milioni di
euro, però gestisce delle tubature
che nessuno le ha mai affidato
Metanodotti concessi solo sulla parola
La rete appartiene a
numerosi comuni
ma la usa una società ora in vendita CONSELVE. Dopo i rifiuti e la parabola di Trasporti Ecologici, ora è il settore del gas a finire nell’occhio del ciclone. I protagonisti sono gli stessi: la società Cosecon, i Comuni del Conselvano, nella doppia veste di soci e di proprietari della rete del gas gestita dalla Spa, i privati che da anni sono entrati nell’affare. La faccenda interessa i Comuni di Agna, Arre, Anguillara, Bagnoli, Bovolenta, Cartura, Conselve, Maserà, San Pietro Viminario e Terrassa. I grattacapi sono iniziati quando Cosecon ha deciso di vendere in blocco Veneto Distribuzione, la società che si occupa della rete del metano. Una decisione presa oltre un anno e mezzo fa e ratificata dai soci che hanno votato il piano industriale. Nei mesi successivi però è emerso che Cosecon non ha mai stipulato delle convenzioni con i Comuni per la gestione del servizio. E senza le convenzioni la società Veneto Distribuzione è poco più di una scatola vuota, che nessuno è interessato a comprare. Ma c’è di più: la mancanza di un accordo formale su un patrimonio pubblico come i tubi del gas, può rivelarsi un grave danno nei confronti della Spa e dei Comuni stessi, del quale potrebbero essere chiamati a rispondere proprio gli amministratori. A confermarlo è il parere tecnico-legale commissionata nei mesi scorsi dalla Cosecon al professor Alessandro Lolli, ordinario di Diritto amministrativo all’Università di Bologna. La perizia choc. Le osservazioni del docente gettano un’ombra sugli ultimi dieci anni di gestione del settore gas e preoccupano non poco gli attuali amministratori. Anzitutto, scrive Lolli, «la convenzione per la gestione del servizio di distribuzione è un atto fondamentale per il controllo pubblico del servizio». Un atto obbligatorio, continua l’esperto, soprattutto nel momento in cui Cosecon si è trasformata da consorzio di Comuni a Società per azioni, con l’ingresso di soci privati. «E più necessario - prosegue Lolli - quando Cosecon ha conferito il ramo d’azienda in Veneto Distribuzione, società con una significativa parte del capitale sociale aperto al mercato. In quel momento doveva essere stipulata una convenzione, atto centrale e obbligatorio per rendere verificabili i rapporti tra Comune e gestore, e per garantire un corretto riparto di responsabilità». Appurato che le convenzioni non sono mai state formalizzate, il docente si sofferma sulle conseguenze per gli amministratori dei Comuni interessati. Anzitutto le responsabilità per omesso adempimento di un obbligo di legge di vigilare e disciplinare le attività del concessionario di un servizio pubblico come il gas. Non solo: i Comuni che non hanno sottoscritto la convenzione potrebbero essere ritenuti responsabili «specie a fronte di una crisi finanziaria di Cosecon, nel caso non riuscisse a ricavare tutto il possibile dalla cessione di Veneto Distribuzione». Senza le convenzioni, continua Lolli, il valore della società è destinato a calare sensibilmente con conseguenze preoccupanti per i Comuni, considerato che «il giudice del danno erariale, cioè la Corte dei Conti, può attivarsi per chiedere ai responsabili il risarcimento del danno». Addirittura i soci privati (su tutti la Sime, che controlla quasi la metà di Veneto Distribuzione) potrebbero rivalersi sui Comuni per questa omissione. «In sostanza - conclude Lolli - il Comune è tenuto a valorizzare al massimo il proprio investimento di denaro pubblico in Cosecon, specie quando ciò si concilia con la garanzia di maggiore trasparenza e maggiori margini di sicurezza nel rapporto con il gestore. In caso contrario, è evidente che il Comune causa un danno al patrimonio pubblico di cui potrebbe essere chiamato a rendere conto». I sindaci ricorrono agli avvocati. Di fronte a queste prospettive i sindaci (attuali) si trovano a un bivio. Firmare subito le convenzioni oppure andare a fondo sull’attribuzione di queste reti che, pur essendo di proprietà dei Comuni, sono sempre state gestite dalla Cosecon, fino ad essere inserite nel patrimonio della società. In cambio, spiegano gli amministratori della Spa, i Comuni hanno ricevuto il controvalore nella quota sociale. Ma dal momento in cui la gestione è passata a Veneto Distribuzione le attribuzioni non sono chiare, ribattono i sindaci. I quali, prima di firmare degli atti ufficiali, vogliono evitare il rischio di rispondere in prima persona dei danni causati dalle omissioni dei loro predecessori. Il Comune di San Pietro Viminario ha scelto la linea più drastica, inviando tutti gli atti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Ma anche gli altri sindaci si sono rivolti ai propri avvocati.
LA STORIA:
Un
socio privato,
Casellato ha la metà delle azioni
CONSELVE.
Siamo agli inizi degli anni
Novanta: l’allora Consorzio per lo
sviluppo economico del Conselvano
approva un progetto di
metanizzazione a favore dei Comuni
soci, per conto dei quali si fa
carico anche della distribuzione del
gas. Nel 1994 Cosecon diventa una
Società per azioni nella quale viene
trasferito il patrimonio del
consorzio, fra cui le reti del gas,
di valore stimato in 14 miliardi di
lire. In cambio i Comuni ottengono
una quota di azioni di pari valore.
La neonata Spa apre le porte anche a soggetti privati, ma sul gas non viene mai avviata alcuna procedura di gara. I Comuni infatti deliberano, nel corso degli anni, proroghe che lasciano a Cosecon la gestione del servizio. Nel 2005 le competenze delle reti del gas vengono trasferite alla controllata Cosecon Distribuzione, che poi diventerà Veneto Distribuzione. Una società oggi controllata per il 50,1 per cento da Cosecon, per il 9,9 per cento dal Centro Veneto Servizi e per il 40 per cento dal socio privato, la Enerco della famiglia Casellato, che fino a un paio d’anni fa gestiva anche la vendita del gas attraverso Energycom, poi ceduta alla multinazionale E.On. E proprio Paolo Casellato è l’amministratore delegato di Veneto Distribuzione. Fino all’inizio dell’anno sedevano in consiglio d’amministrazione alcuni ex sindaci del Conselvano, dimessi lo scorso gennaio. Oggi il presidente è Pier Alberto Bacco, 45 anni, nato a Monselice e residente a Padova. L’intera società, il cui capitale sociale ammonta a 24 milioni e duecentomila euro, verrà messa in vendita. Nell’ottobre 2007 è stato pubblicato un avviso di preinformazione, ma la gara non potrà avere corso finché i Comuni non sottoscriveranno le convenzioni.
LE CONTROMISURE
«Tutti i sindaci si
affidino allo stesso legale»
Conselve capofila dei «preoccupati».
San Pietro Viminario attiva la Procura ![]() «Il problema non è politico - aggiunge il sindaco di Conselve Antonio Ruzzon - ma di natura giuridico-amministrativa. Per questo riteniamo utile rivolgersi tutti insieme a un legale, in modo da evitare atti che possano essere impugnati o che possano presentare dei caratteri di illegittimità».
Mattino di Padova
14 maggio 2008
CONSELVE. I sindaci del
Conselvano si affideranno ad un unico
legale per cercare una via d’uscita al
problema delle concessioni delle reti
del gas a Veneto Distribuzione. Lo hanno
deciso lunedì scorso accogliendo la
proposta avanzata da Antonio Ruzzon,
sindaco di Conselve, per mettere a punto
una linea d’azione il più possibile
omogenea su una questione così delicata
e non priva di insidiosi risvolti
legali.
Patto parasociale, no al rinnovo Troppi i cambiamenti avvenuti
CONSELVE. Ultimo anno
di vita per il patto parasociale fra i
soci storici di Cosecon. I sindaci del
Conselvano hanno scelto di non rinnovare
l’accordo per un altro quinquennio, dal
2009 al 2014, come era previsto dallo
statuto in caso di silenzio assenso. Nei
giorni scorsi gli amministratori hanno
scelto invece di portare a termine
questa esperienza con l’intenzione però
di continuare a condividere le scelte
più importanti per il futuro della spa.
Dalla costituzione del patto, nel 2004,
tutto è cambiato sia dentro che fuori la
società: non esiste più il settore
ambiente e anche quello del gas sta per
essere dimensionato. Ma soprattutto il
recente aumento di capitale ha
modificato gli equilibri nella compagine
sociale.
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