«La Fiera di Casarin
regalo agli speculatori»
Naccarato
(Pd) al presidente della Provincia:
«E’ il fallimento del suo governo»
Mattino di
Padova 14 giugno 2008
«Montano e
smontano pezzi di città come sul Monopoli,
fregandonsene della programmazione urbanistica. E
tutto per favorire una grossa operazione speculativa
come VenetoCity». Senza peli sulla lingua,
Alessandro Naccarato, deputato padovano del Pd, va
all’attacco del presidente della provincia Vittorio
Casarin e della sua proposta di ripensare il ruolo
della fiera, spostandola fuori città.
E ripensando l’attuale area dei padiglioni in via
Tommaseo come una quartiere residenziale e di
servizi. Questo quanto dichiarato da Casarin in
un’intervista al nostro giornale. «Questa non è
altro che la seconda parte dello scontro
Galan-Casarin, dopo la polemica sul libro del
governatore - spiega il parlamentare democratico -
con Casarin che cerca di riposizionarsi dopo il
fallimento di dieci anni di amministrazione
provinciale».
Crisi della fiera nonostante la privatizzazione,
intervento delle società economiche cittadine,
ingresso dei privati in realtà pubbliche: il
ragionamento di Casarin era stato di largo raggio. E
altrettanto ampia è la replica di Naccarato, che
però riconduce tutto al gioco politico interno al
Popolo della libertà. «Altrimenti - osserva - non si
spiegherebbe perché in dieci anni di amministrazione
Casarin non ha fatto un atto di programmazione
urbanistica che prevedesse lo spostamento della
fiera. Neppure quando è stata venduta ai francesi.
Anzi, quell’operazione, nel 2002 con la giunta
Destro, era la chiusura definitiva del dibattito
sullo spostamento della cittadella fieristica a San
Lazzaro. E adesso Casarin cambia idea con
un’intervista?».
Tutte le aree ipotizzate da Casarin come sede delle
future manifestazioni fieristiche sono fuori città,
in un’ottica regionale: Tessera e Marghera oppure
VenetoCity. «Ci rendiamo conto di cos’è quel
progetto? - prosegue il deputato padovano del Pd -.
Si tratta di privati che hanno comprato terreni a
prezzi bassi e di alcuni enti che vogliono
trasferire su quelle aree importanti funzioni
pubbliche, aumentandone il valore. Vogliamo dargli
un nome? E’ il modello Padova Est. Molto più
grande».
Cosa rimarrebbe quindi in città? Lo spazio vuoto
dei capannoni fieristici con l’intenzione di farci
un grande centro congressi. Ma anche su questo
Casarin frena, prospettando invece una
residenzialità di alto livello. «Stiamo parlando di
una zona che negli ultimi anni ha avuto un grande
sviluppo soprattutto di edilizia universitaria con
qualche ufficio. Servita da una viabilità legata al
quartiere fieristico - obietta Alessandro Naccarato
-. E’ di residenzialità di lusso, poi, che Padova ha
necessità? Per la nostra città servirebbero invece
più case per le giovani coppie, inserite in contesti
di quartieri di buon livello, con servizi».
Bocciatura netta quindi per il presidente della
Provincia, anche tracciando il bilancio di due
mandati amministrativi. «E’ evidente che Casarin
sente il fallimento dopo nove anni alla guida della
giunta provinciale - ragiona l’onorevole democratico
-. Solo per fare due esempi: sui rifiuti manca del
tutto la programmazione, e per la viabilità mancano
progetti». E la «boutade» sulla fiera non è che una
nuova puntata dell’«eterna lite» con Galan: «Sta
giocando sui beni pubblici per farsi altri tipi di
affari», chiosa Naccarato.