Crollo sul
Canale Battaglia
Tutti con Galan:
«Indagine rigorosa»
E Naccarato (Pd)
ha presentato un’interrogazione al ministro
Il Mattino di Padova, 14
ottobre 2009
BATTAGLIA.
Per molti è un «disastro annunciato». Il crollo sul
canale riaccende i riflettori sui lavori di
impermeabilizzazione in atto ad opera del Genio
civile. Un intervento molto contestato, per varie
anomalie: dal rivestimento che non è quello
previsto, agli spuntoni che ostacolerebbero la
navigazione.
Di fanghi asportati dal
fondale alla cementificazione dell’Arco di mezzo.
«Avevamo già manifestato perplessità su questi
lavori - ricorda il consigliere comunale di
minoranza Massimo Momolo - A partire dalla questione
dei fanghi, che da rifiuti sono diventati terra da
utilizzare per l’argine, per continuare con
l’eccessivo spessore dei muri, non conformi al
progetto. Questo è un episodio ulteriore di una
conduzione dei lavori rischiosa. Nel momento in cui
si è tolto il fango da una porzione troppo larga
delle mura, è mancato il sostegno e queste sono
crollate. Una condotta che definirei imprudente».
Sulla questione il deputato Alessandro Naccarato,
del Pd, ha presentato un’interrogazione al ministro
dell’Ambiente e al ministro delle Infrastrutture e
Trasporti. «Il progetto di sistemazione del canale,
dal costo di due milioni di euro finanziati con
fondi Cipe, è stato fortemente contestato - ricorda,
chiedendo ai ministri - quali misure intendono porre
in essere per salvaguardare un manufatto che riveste
grande importanza storica per la città di Battaglia,
e cosa intendono fare per garantire la messa in
sicurezza del canale e prevenire il rischio di
ulteriori crolli».
Intervengono anche i Verdi Gianfranco Bettin e
Paolo De Marchi: «I nostri timori si sono rivelati
drammaticamente fondati. Le denunce di consiglieri
comunali e ambientalisti, le perplessità espresse
dalla giunta e le stesse richieste del presidente
Galan di un approfondimento del progetto, avrebbero
dovuto preoccupare i tecnici del Genio civile e
spingerli ad accorgimenti di messa in sicurezza».
«Il disastro è anche tecnico-politico e culturale -
dice Gianni Sandon - Su un progetto come questo non
si doveva pretendere un minimo di coinvolgimento di
popolazione e associazioni e un vero confronto fra
tecnici? E’ un caso in cui gli «ambientalisti» non
hanno disturbato. Quel che ne è venuto fuori è così
tutto «merito» di organi tecnici, pubbliche
amministrazioni, prestigiosi cattedratici. E’
offensivo parlare di scarsa serietà? Adesso la
serietà è la «vendetta» del nostro vecchio canale a
imporcela. Concordiamo con Galan: indagine rigorosa,
massimo sforzo per correggere almeno la fase finale
dei lavori. Il problema è far seguire a parole e
lacrime i fatti».