«Leghisti padovani, imparate da Treviso»
Il Mattino di Padova 14 novembre 2007
«La «maialata»
della Lega Nord a Padova è un’iniziativa patetica
che genera vergogna e disgusto, che non trova
consenso non solo nel centrodestra ma dalla quale
addirittura esponenti autorevoli della stessa Lega
come Roberto Maroni hanno preso le distanze.
L’episodio va condannato con fermezza perché offende
la libertà religiosa, valore irrinunciabile e
fondante della nostra Costituzione», afferma
l’onorevole Alessandro Naccarato.
«I leghisti padovani non ricordano che la legge
attualmente in vigore in tema di immigrazione è la
cosiddetta Bossi-Fini che ha prodotto la più grande
sanatoria di irregolari in Italia (circa 600.000).
La Bossi-Fini non solo non ha risolto i problemi ma
ha peggiorato la situazione. Probabilmente questi
signori non capiscono che garantire la possibilità
di professare il proprio credo è uno dei primi modi
per favorire l’integrazione evitando che gli
stranieri si sentano emarginati o, ciò che è peggio,
ghettizzati. Non riuscire a comprendere questa
proposizione è segno della scarsa conoscenza della
storia degli emigrati italiani negli altri paesi
europei e più in generale di tutta la storia
dell’immigrazione. Dove la Lega governa il problema
è stato affrontato e risolto tanto è vero che, per
esempio, la provincia di Treviso ha un alto tasso
d’integrazione: sarebbe il caso che i leghisti
padovani si domandassero come mai in provincia di
Treviso il consenso della Lega è così radicato
mentre qui così modesto. Del resto la Lega ha la
coda di paglia sul tema immigrazione: quando era al
Governo, il centrodestra ha spinto per accelerare
l’ingresso della Romania nell’Unione Europea senza
prevedere le conseguenze che si sarebbero prodotte»,
conclude Naccarato.