RIFORMISTI E FRENATORI
Mattino di Padova
15-3-2007
In queste ore, la Camera sta discutendo del secondo
decreto sulle liberalizzazioni promosso dal ministro
Pierluigi Bersani. I suoi contenuti sono di grande
rilievo. Cito alcuni punti per rendere l’idea. Nel
decreto si prevede l’eliminazione dei costi di
ricarica per i telefonini, per consentire ai
consumatori una forte riduzione dei prezzi.
Sempre nel campo della telefonia è sancito l’obbligo
di trasparenza per tutte le compagnie, che dovranno
esplicitare le voci e i relativi costi del traffico
telefonico. Altro ambito di intervento, la
regolamentazione dei mutui per l’acquisto della
prima abitazione: con le nuove norme l’ipoteca sulla
casa sarà automaticamente estinta una volta
terminato il pagamento, senza nessun costo
aggiuntivo e ulteriori pratiche burocratiche; un
mutuo potrà essere estinto in anticipo senza alcuna
penale da pagare; i mutui saranno trasferibili senza
vincoli da una banca all’altra, per consentire al
cliente di trovare le migliori condizioni. Se il
provvedimento verrà approvato, inoltre, alcuni
mestieri - come l’acconciatore, l’estetista, le
guide turistiche, gli operatori di autoscuola, le
imprese di pulizia - verranno completamente
liberalizzati, aprendo il mercato ai giovani
lavoratori, artigiani e imprenditori che vorranno
iniziare questo tipo di attività.
Un ultimo aspetto riguarda gli istituti tecnici e
professionali, che verranno reinseriti nel sistema
dell’istruzione secondaria superiore, uscendo dal
circuito della semplice formazione regionale e
riacquistando quindi peso e importanza. Si tratta di
provvedimenti concreti, che riguardano le condizioni
di vita di milioni di persone, con possibili e
importanti risparmi per le famiglie e per le giovani
coppie. Un provvedimento, in definitiva, che
dovrebbe essere approvato con una larga maggioranza,
a prescindere dalle logiche di coalizione. Non è
così, la destra non solo vota contro, ma addirittura
sta mettendo in campo un’azione ostruzionistica in
piena regola, per impedire che la Camera dia il suo
via libera. E’ proprio questo il paradosso che vive
il nostro Paese: l’opposizione, che si definisce
liberale, non solo non ha fatto nulla in cinque anni
di governo per aiutare i consumatori, per aprire i
mercati, per premiare il merito, ma vuole impedire
che le riforme siano approvate dal centrosinistra,
continuando a tutelare i privilegi e a parteggiare
per la conservazione di una società statica.
Il dibattito politico di questi giorni è pieno di
parole vuote, chi parla di governi istituzionali,
chi di riforme elettorali, chi di fine del
bipolarismo; in pochi si occupano dei problemi reali
delle persone e, soprattutto, delle nuove
generazioni. Il liberalismo, il riformismo rischiano
di diventare principi astratti se continuano a
essere slegati da decisioni concrete ed efficaci.
Milioni di ragazze e di ragazzi si trovano stretti
in una tenaglia le cui leve sono rappresentate dalla
precarietà, da una parte, e dall’assenza di
opportunità, dall’altra: la destra non sembra
preoccuparsene, è compito del centrosinistra farsene
carico, e lavorare per una società più giusta e,
allo stesso tempo, più dinamica.
In quest’ottica, il dibattito sul Partito
democratico acquista una nuova luce. A mio avviso
non ci sono alternative a una forza politica nuova e
moderna, capace di guardare con speranza al futuro,
consapevole del senso della sfida che ci attende:
recuperare il terreno perduto e far entrare
definitivamente il nostro Paese in Europa.
Alessandro Naccarato segretario regionale Ds