NON DIMENTICARE LE VITTIME
Mattino di Padova 17-1-2007
Ho presentato, insieme al capogruppo Ds Umberto Zampieri, e
votato in Consiglio comunale, l’ordine del giorno per esprimere
contrarietà alla nomina di Susanna Ronconi nella Consulta
nazionale sulle tossicodipendenze e per chiedere al ministro
Ferrero di revocarla. Il mio punto di vista è motivato da due
argomenti. Il primo. La nomina di Susanna Ronconi è inopportuna
perché assegna un incarico pubblico di grande importanza a una
persona che è stata condannata per reati gravissimi contro le
istituzioni repubblicane. Susanna Ronconi ha partecipato a
Padova all’omicidio di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, un
duplice assassinio commesso con particolare ferocia, e ha
diretto organizzazioni criminali che si sono macchiate di
numerosi delitti per sovvertire l’ordinamento costituzionale e
democratico dello Stato.
Sia chiaro, nessuno mette in
discussione il diritto della Ronconi a uscire dal carcere dopo
avere scontato la pena, ma è assolutamente sbagliato e
inopportuno sceglierla per ricoprire un rilevante incarico
pubblico. Chi ha scontato la pena, chi ha pagato il conto con la
giustizia, una volta tornato in libertà, deve poter trovare
nuovamente posto nella nostra società, ma non può pretendere di
ricoprire incarichi in uffici pubblici. Questa è la mia
opinione, che vale sempre, a prescindere dal colore politico e
dalle idee di chi abbia violato così pesantemente la legge.
Vorrei vedere cosa accadrebbe se il governo nominasse in qualche
Consulta nazionale un boss mafioso o della camorra, o uno degli
autori della strage alla stazione di Bologna. Forse allora tutti
comprenderebbero l’effetto simbolico negativo di scelte del
genere. Anche per questo, tra l’altro, assume particolare
importanza il fatto di avere sollecitato la discussione sul caso
Susanna Ronconi nel Consiglio comunale di Padova, perché proprio
la nostra città fu teatro dell’efferato omicidio di Mazzola e
Giralucci, per cui la Ronconi ha ricevuto la condanna più grave:
in quegli anni, Padova era attraversata dalle trame nere e rosse
delle diverse organizzazioni terroristiche, e la nostra
coscienza è rimasta pesantemente segnata dagli episodi di
violenza politica di quella triste stagione. E ora il secondo
argomento. La nomina della Ronconi indebolisce e offusca la
credibilità delle nostre istituzioni pubbliche. Non è credibile
uno Stato che dimentica le vittime del terrorismo e si preoccupa
di assegnare ruoli prestigiosi ai criminali. Così si rischia, e
forse qualcuno vuole davvero farlo, di mettere sullo stesso
piano i terroristi e chi ha combattuto contro di loro; si
rischia di sottovalutare, di dimenticare i lutti e i disastri
provocati dai vari estremismi rossi e neri, e dalle violenze con
matrice politica. Concludo con un elemento di preoccupazione. Il
terrorismo è stato sconfitto perché le forze politiche e le
istituzioni furono capaci di unirsi e costruire un fronte comune
contro la violenza e l’illegalità. Migliaia di donne e uomini,
magistrati, forze dell’ordine, politici, sindacalisti,
professori, normali cittadini si sono mobilitati per difendere
lo stato di diritto e la legalità; numerosi sono stati
assassinati per avere servito con coraggio lo Stato. Questa fu
la forza decisiva che permise alla democrazia di prevalere. Oggi
c’è il pericolo che, in nome di una ipocrita pacificazione, o
semplicemente degli anni che passano, le tragedie del terrorismo
siano dimenticate e si confondano in un indistinto perdonismo,
che cancella e assolve tutto e tutti. Per questo, con la stessa
unità e determinazione di allora, dobbiamo impegnarci perché
quelle vicende non siano dimenticate e quei sacrifici non siano
vanificati.
Alessandro Naccarato
deputato e
segretario regionale Ds