LEI E'
PACIFISTA?
Lei è pacifista? Alessandro Naccarato , segretario dei Ds veneti e
parlamentare padovano ci pensa un paio di secondi.
«Naturalmente sì. Il pacifismo è uno dei tratti
distintivi e dei valori fondamentali della sinistra.
E dell'Ulivo». E delle critiche di Prodi all'interventismo
Usa che cosa ne pensa? «Condivido molti tratti di differenziazione del
governo Prodi da quello della destra. Rispettando
gli impegni assunti con gli elettori abbiamo
abbandonato l'Iraq. La linea del governo dell'Unione
è diametralmente opposta a quella americana: ha
concretizzato il multilateralismo in ambito Ue,
intervenendo in Libano con una missione di pace che
di fatto impedisce nuovi scontri in uno scenario di
guerra». Anche questo secondo lei è pacifismo? «Pacifismo, se necessario, è anche usare la forza
militare per costruire la pace, soprattutto nei
conflitti mediorientali». Allora come si pone di fronte alla decisione
di Prodi che ha annunciato la non opposizione
all'ampliamento della base Usa a Vicenza? «Se il governo darà un parere favorevole
all'ampliamento...». Come, lei dice ancora se? «Sì, io andrei prudente. Domani (oggi, ndr)
abbiamo un incontro a Roma e cercheremo di capire».
Se il governo darà parere favorevole...
«Allora andremo a spiegare al governo il nostro
punto di vista. Che è diverso. E qual è? «Il raddoppio del Dal Molin non è compatibile con
il tessuto di Vicenza. Perchè prima di tutto è
invasivo da punto di vista della presenza militare
Usa nel territorio. E poi è un problema di politica
estera. La storia è cambiata, non c'è più la guerra
fredda e il rapporto dell'Italia con gli Usa va
ricontrattato. Come per la presenza in Sardegna.
Ecco perchè sono convinto che la proposta degli
Stati Uniti di raddoppiare la base di Vicenza sia
impropria e irricevibile». A Vicenza c'è chi protesta anche per motivi
ambientali. «C'è eccome anche il problema urbanistico. Si
rischia dar vita a un intervento, per circa 600mila
metri cubi, che distrugge una delle poche aree
libere e di pregio ambientale della città». Lei quale strada vorrebbe seguire? «Siccome il raddoppio della base comporterebbe
modifiche importanti per Vicenza da un punto di
vista urbanistico e produttivo, mi sembra corretto
ricorrere a un referendum. Il fatto è che Vicenza,
intendo il Comune, le istituzioni, sfugge alle sue
responsabilità. E facile fare accordi con la Lega
sul federalismo e l'autonomia e poi...». Cosa c'entra? «C'entra. Questa è l'occasione per dare una prova
di federalismo e di autonomia. Siamo di fronte alla
richiesta di un alleato con finalità militari.
L'Italia è chiamata a cedere un pezzo di sovranità
sul territorio e si scaricano le responsabilità? Non
ci sto». Ma la questione non riguarda solo Vicenza.
«D'accordo. Ma riguarda anche Vicenza. E il
referendum consultivo ci sta. Poi, consideratone
l'esito, decida liberamente il governo». Ma lei Naccarato mette in discussione il
rapporto con gli Usa, la presenza della basi in
Italia. «La Francia con de Gaulle ha scelto di chiudere
gli insediamenti Usa sul proprio territorio e di
dare vita a una politica estera indipendente. Non
vedo perchè l'Italia non potrebbe seguire la stessa
strada se crede davvero all'Unione europea». Antiamericanismo? «Macchè, non è una posizione antiamericana. Non è
in discussione l'alleanza con gli Usa. In
discussione è la subalternità a un alleato». In Veneto il centrosinistra e compatto. Ma è
l'ennesimo contrasto con la coalizione a Roma.
«C'è una visione unitaria in Veneto grazie anche
al nuovo capogruppo dell'Ulivo in Regione, Achille
Variati, che dimostra come, pur su temi così
delicati, la distanza tra Margherita e Ds non sia
poi enorme». Ma la distanza con Roma? «Vediamo, spiegheremo al governo le nostre
ragioni. Fassino ha espresso le proprie perplessità
sull'ampliamento del Dal Molin e sostiene il
referendum. Non siamo poi così lontani. In fondo per
l'Unione il Mediterraneo è un luogo di scambi
culturali ed economici e non certo uno scenario di
guerra».
Gazzettino di Padova 17-1-2007