SAIA DIFENDE I CRIMINALI
Di fronte alla brillante operazione della polizia di Padova che ha individuato i responsabili di un grave episodio di violenza fra ultras del calcio, il senatore Saia, pur di apparire e di mettersi in mostra, ha deciso di attaccare il questore e di minimizzare le responsabilità delle persone coinvolte. Saia in sostanza, definisce una «stupidaggine» l’aggressione di un gruppo di teppisti in un Autogrill, che ha provocato gravi lesioni a un giovane, e tende a sminuire la gravità delle azioni criminali che da anni stanno distruggendo il mondo dello sport. Finge così di non conoscere la realtà criminale che si nasconde dietro i gruppi ultras: aggressioni sistematiche alle forze dell’ordine e a cittadini inermi, con feriti e purtroppo anche qualche morto, violenze dentro e fuori dagli stadi, collegamenti con settori della criminalità organizzata, ricatti ed estorsioni ai danni delle società sportive. Questo è il quadro di analisi che ciclicamente il ministero dell’Interno fornisce a chi davvero vuole occuparsi di questi problemi. Pochi mesi fa, di fronte all’assassinio dell’ispettore della polizia di Stato Filippo Raciti per mano di alcuni tifosi violenti, l’opinione pubblica rimase sconvolta e tutte le forze politiche dichiararono solennemente la volontà di debellare la violenza degli ultras dallo sport. Le dichiarazioni del senatore Saia sono il modo con cui An intende dare seguito a quell’impegno? Come si fa a parlare di legalità e di sicurezza, quando poi si sceglie la tolleranza verso i criminali degli stadi? Sia chiaro, il questore e la Digos di Padova non hanno bisogno di essere difesi dal Partito democratico; il loro lavoro, unito a quello dell’autorità giudiziaria, ha prodotto risultati che parlano da soli. A Padova abbiamo la fortuna di avere rappresentanti delle istituzioni per la sicurezza competenti e capaci, che ci vengono invidiati in tutta Italia; le forze politiche dovrebbero cercare di collaborare con queste istituzioni e di facilitarne l’opera, invece di indebolirne la credibilità con critiche pretestuose e strumentali come quelle del senatore Saia. In realtà il senatore di An è mosso dalla disperata urgenza di far dimenticare il suo assoluto fallimento come assessore alla Sicurezza negli anni passati. Siamo abituati alle chiacchiere di Saia quando, a parole, doveva rendere la città più sicura, mentre in realtà non si faceva nulla per risolvere la situazione di via Anelli, non si contrastavano in maniera efficace i gruppi estremisti della nostra città e non si investivano risorse adeguate per migliorare la sicurezza dei cittadini. Ora, in vista delle elezioni, Saia prova a rifare lo «sceriffo», ma ormai tutti lo conoscono e sanno che sotto l’aggressività delle sue parole e delle sue promesse si nasconde il vuoto. C’è un altro aspetto di estrema gravità che dev’essere messo in luce e rispedito al mittente. Cosa vuol dire Saia quando afferma: «Fra due mesi, se il centrodestra vincerà le elezioni e andrà al governo, tutti i questori dovranno sfoderare i muscoli per altre questioni»? Vuole forse sostituirsi al questore e all’autorità che rappresenta? O prova a mandare un avvertimento intimidatorio al questore rispetto agli scenari futuri del governo? Sarebbe meglio se Saia lasciasse fare al questore il suo mestiere, cosa che peraltro ha dimostrato di saper fare molto bene, e avesse un atteggiamento più rispettoso verso chi lavora tutto il giorno per la nostra sicurezza. E’ davvero inaccettabile che di fronte a gruppi organizzati di teppisti, che ricorrono sistematicamente alla violenza contro le forze dell’ordine e che scrivono sui muri frasi come «sbirri bestie» e «Digos boia», un senatore della Repubblica che dovrebbe rappresentare la nazione, si permetta di attaccare il questore e ammiccare ai violenti. Noi stiamo dall’altra parte, con le forze dell’ordine, per il rispetto della legge e per la sicurezza.
Alessandro Naccarato deputato Partito Democratico