Alcolismo. Un convegno del Pd lancia
l’allarme sull’aumento costante del consumo tra le
nuove generazioni e sui luoghi di lavoro
La droga in bottiglia conquista
i giovanissimi
Scarsa prevenzione e
controlli inefficaci:
il 40% degli adolescenti confessa di ubriacarsi
Il Mattino di
Padova, 17 ottobre 2009
«I luoghi di
lavoro sono sempre stati palestre di prevenzione
sanitaria. Ma per quanto riguarda l’alcol, si tratta
di un percorso estremamente difficile. E in Regione
si fa troppo poco». Parole del dottor Francesco
Sarto, direttore del dipartimento di prevenzione Uls
16 «Alcol e Lavoro», lo stesso titolo del convegno
organizzato in serata dal Pd nella sede della
circoscrizione 3 a Forcellini.
Alle relazioni è seguito un
dibattito coordinato dal direttore del «mattino»
Omar Monestier cui sono intervenuti il parlamentare
Alessandro Naccarato e il capogruppo Pd in Regione
Gianni Gallo; gli esperti Franca De Lazzari e
Tiziana Codenotti; il presidente del Cdq 3 Andrea
Micalizzi, monsignor Daniele Prosdocimo vicario per
la Pastorale cittadina, Emanuele Scafato
dell’Istituto superiore di sanità e Franco Marcomini,
responsabile unità alcologia Ulss 16. Sotto esame le
prospettive di un Paese che beve sempre di più,
soprattutto i giovani, con ripercussioni su salute,
incidenti stradali e sicurezza sul lavoro.
«Sono oltre 9 milioni gli italiani che hanno un
consumo di bevande alcoliche definito ad alto
rischio» ha sottolineato Codenotti, vicepresidente
del coordinamento Eurocare. Franca De Lazzari,
direttrice del dipartimento di gastroenterologia, ha
evidenziato come il sistema sanitario debba fare più
prevenzione: «Soprattutto sui giovani, perché in
Veneto il 40% degli adolescenti di 14 anni ha
ammesso di essersi ubriacato almeno una volta nel
mese precedente». Servirebbe un’opera di educazione,
insomma, che dovrebbe partire come avvenuto in altri
campi dagli ambienti di lavoro. «E’ un processo che
presenta notevoli ostacoli», ha sottolineato Sarto
«e il termine di confronto più convincente è quello
del fumo, dove il divieto negli ambienti di lavoro è
stato accettato senza grosse difficoltà. Con l’alcol
invece le resistenze culturali, anche per via di
messaggi pseudoscientifici fuorvianti, sono molte».
Dal 2006 il consumo di alcol è vietato in molti
ambienti di lavoro dove esistono già dei rischi -
trasporti, edilizia, industria pesante - e in quelli
con aspetti educativi come l’insegnamento. «Ma non
sono state adottate misure di controllo e
prevenzione adeguate, anche per inadempienza delle
Regioni - ha concluso Sarto - ad esempio potenziando
gli Sisal o obbligando i datori di lavoro ad
assumere medici competenti per svolgere controlli
sistematici sul personale».