E
sulle ronde il Governo
fa solo propaganda
Il
Mattino di Padova, 18 agosto 2009
In questi giorni,
con l’entrata in vigore della legge 94, più nota
come «secondo pacchetto sicurezza», il governo ha
aggiunto altri elementi al suo antico e pericoloso
disegno di limitare l’autonomia della magistratura e
alimentare le paure dei cittadini. La destra e la
Lega da tempo agitano la questione della sicurezza
per fini propagandistici senza affrontarla
seriamente, con l’obbiettivo di conquistare consensi
distraendo l’opinione pubblica dalla drammatica
situazione economica del Paese e individuando negli
immigrati i colpevoli su cui scaricare le
responsabilità.
In un anno, la maggioranza ha approvato ben due
pacchetti sicurezza, con effetti, almeno per ora,
molto modesti, perché accompagnati da tagli ingenti
alle forze dell’ordine e alla magistratura. Infatti,
mentre sono stati inviati nelle città 3.000 soldati,
ora aumentati a 4.250, polizia, carabinieri e
Guardia di Finanza hanno subito riduzioni di risorse
enormi, al punto da mettere in discussione lo
svolgimento di importanti servizi. In alcuni
tribunali non ci sono più le risorse per un
funzionamento adeguato e gli enti locali si sono
accollati le spese per assicurare i servizi
essenziali.
Mentre il governo parla di sicurezza come priorità,
taglia a fondo proprio i soldi destinati alle forze
dell’ordine e alla giustizia. In questa situazione,
la legge 94 introduce due punti di ulteriore
confusione, che renderanno più difficile il lavoro
dei giudici e della polizia: le ronde e il reato di
immigrazione clandestina.
Le ronde erano nate in polemica con le forze
dell’ordine, quasi per sostituirle e aprire la
strada a forme di giustizia privata. Ora, visto come
sono state normate nel nostro ordinamento, sono
diventate un «contentino» per gli elettori leghisti,
e assomigliano molto ai nonni-vigile o agli
operatori delle cooperative sociali che già oggi in
molte città controllano parchi, musei, strade,
attraversamenti pedonali e possono svolgere un ruolo
utile solo se agiscono in collaborazione con le
forze dell’ordine. E dunque sono necessarie risorse,
che oggi non ci sono - perché sono state tagliate -
per potenziare le attività di controllo del
territorio di polizia e carabinieri.
Quando una ronda assisterà a un crimine e
telefonerà alla polizia per chiederne l’intervento,
cosa accadrà se non ci saranno pattuglie disponibili
o, peggio, se le automobili non saranno in
condizioni efficienti per arrivare? Le ronde dei
volontari servono a nascondere i tagli ai
professionisti veri della sicurezza: poliziotti,
carabinieri, finanzieri. Come si può pensare che ci
sarà maggiore sicurezza con meno polizia e qualche
volontario in più in strada?
Il reato di immigrazione clandestina - come ha
spiegato con precisione un magistrato di Padova
sulle pagine di questo giornale - non avrà alcuna
ricaduta concreta sulla sicurezza, ma appesantirà
l’azione della magistratura e della polizia
giudiziaria. Il tutto per introdurre un reato,
punito con un’ammenda da 5 a 10 mila euro, che nella
stragrande maggioranza dei casi non verrà pagata,
mentre la presenza irregolare è già sanzionata con
l’espulsione amministrativa.
Mi sembra evidente che la destra ha voluto questa
norma per introdurre un effetto pericoloso sul piano
culturale: l’immigrato clandestino è, in quanto
tale, autore di un reato. Così la clandestinità
diventa sinonimo di pericolo e di crimine. Non
sfugge a nessuno il rischio che la nuova legge
rafforzi i sentimenti di discriminazione, odio e
razzismo che si stanno diffondendo nel nostro Paese
come reazione all’aumento dei flussi migratori. E
intanto il governo ha appena varato una enorme
sanatoria per le badanti e le collaboratrici
domestiche, perché in realtà si rende conto che la
manodopera straniera oggi è indispensabile in
Italia. Così si fa soltanto propaganda sulle paure
dei cittadini.