USL: TOTONOMINE E MILIONI IN BALLO
Mattino di Padova 18 Dicembre 2007
Dossier dei
democratici.
Padova conferma i livelli di eccellenza, Este
arranca, Cittadella procede tra alti e bassi
La sanità, alle prese con un “buco” di circa 300
milioni di euro nel 2007, aspetta San Silvestro per
conoscere chi dirigerà le Usl. Finora, solo il
tradizionale “totonomine” che verrà puntualmente
smentito dal decisionismo (con fuochi d’artificio)
del presidente Giancarlo Galan. Così Alessandro
Naccarato e Gianni Gallo (deputato e consigliere
regionale del Pd di provenienza Ds) giocano la carta
della «radiografia» delle Usl in base ai flussi dei
pazienti: «Dall’opposizione proviamo a sollecitare
una discussione nel merito, con criteri oggettivi.
Le nomine dei direttori generali, invece, sembrano
legate solo alla spartizione politica e alla
contrattazione sottobanco». I dati essenziali
parlano già abbastanza da soli. Padova (con Usl 16 e
Azienda) assorbe al 96% i propri utenti e insieme è
capace di attrarre un 20% di pazienti, anche da
fuori regione. E’ l’eccellenza del “modello veneto”,
invidiata dal resto d’Italia. La contro prova arriva
da Este: l’Usl 17 arranca con due «vecchi» ospedali
e un quarto dei pazienti preferisce farsi curare a
Padova o a Rovigo. Nell’Alta non va molto meglio,
sebbene Cittadella sia in grado di attirare utenti
di Asolo e Bassano. Per inciso, ottime si rivelano
le statistiche dell’Usl 5 di Arzignano guidata
nell’ultimo lustro dalla padovana Daniela Carraro,
unica donna fra i direttori veneti.
Naccarato e Gallo, però, si concentrano sulla strategia della Regione. «Vale la pena recepire il disegno di riordino che l’11 dicembre è stato varato dal governo. Prevede requisiti più severi: otto anni di dirigenza. Ma anche un meccanismo di selezione delle domande affidato ad una commisione che affida una terna a chi poi effettua le nomine», sottolinea il deputato. Che aggiunge: «Ho letto che anche Franco Toniolo avrebbe presentato domanda. Può farlo chiunque. Ma la legge parla chiaro su chi va escluso. E mi pare quanto meno di cattivo gusto questa situazione». Gallo, invece, denuncia: «Sto aspettando da due mesi i dati trimestrali rilevati dalle Usl sui tempi d’attesa. E’ la prima volta che accade e non vorrei dipendesse proprio dall’imminenza delle nomine». Il consigliere regionale non risparmia una frecciata alla gestione leghista della sanità veneta: «Tosi si era inventato i centri unici di prenotazione, di fronte a tempi d’attesa per le visite ben oltre i limiti accettabili. Adesso l’assessore Martini pensa di affidare il controllo ad un apposito dirigente in ogni Usl... ». Ma tutta l’attenzione resta calamitata su Galan. Sotto l’abero, Fortunato Rao e Adriano Cestrone troveranno il regalo che si aspettano?