«Fassino,
Galan non vuole il Pd»
Naccarato: con Lega e
Pdl divisi, il centrosinistra stile Carraro può
vincere
Dobbiamo trovare un candidato autorevole
come Massimo che ottenne il 42%
Il Mattino di
Padova, 20 ottobre 2009
«Il Pd non farà
mai da ruota di scorta di Galan per fermare i
barbari della Lega: Fassino e Costa stanno prendendo
l’ennesimo abbaglio. In Veneto se il centrodestra si
dovesse presentare diviso c’è una sola strada da
percorrere: rifare l’alleanza del 2005 che portò
Massimo Carraro a conquistare il 42% e trovare poi
l’appoggio dell’Udc. Anche perché Galan non ci vuole
come alleati. E mi sembra assai strano discutere del
pranzo di nozze quando non siamo stati nemmeno
invitati e ci tocca stare fuori dalla porta. Le
alleanze in Veneto le decidiamo noi, non Roma».
Alessandro Naccarato non ci sta e polemizza
apertamente con Fassino, che da Roma sostenuto da
Massimo Calearo torna a spalancare la porta ad
un’eventuale intesa col governatore Pdl, mentre a
Padova Andrea Causin aveva tirato il freno: alleanze
da rivedere, ma il Pd non appoggerà né Galan né Zaia,
aveva detto il candidato alla segreteria veneta
della mozione Franceschini.
Ma i democratici per alimentare la sfida delle
primarie le stanno provando tutte: dicono una cosa e
l’esatto contrario. E così il dibattito s’infiamma.
Solo gossip per i giornali o c’è del vero?
Raccontano a Roma che Piero Fassino, persa la sfida
a segretario del Pd quando gli fu preferito Veltroni,
abbia ora deciso di puntare tutto sul Veneto, di
appoggiare Franceschini e Giaretta e abbandonare
Bersani e Zanonato al loro destino proprio perché
qui si giocherà la partita più importante delle
regionali 2010. La questione è molto semplice: tra
Galan e la Lega si è aperta una frattura non più
ricomponibile, a prescindere dai diktat di Arcore
firmati Bossi e Berlusconi. E se il centrodestra si
dovesse presentare diviso, con il leghista Zaia
pronto a sfidare il doge Galan, i contraccolpi sul
governo a Roma sarebbero fortissimi. Addio asse
Tremonti-Bossi, addio popolo delle partite Iva,
addio riforma della giustizia per salvare il
premier.
Fantapolitica?
In attesa che questo quadro si materializzi, il Pd
a Roma ha già scelto da che parte stare: appoggiare
Galan. Perché la legge speciale di Venezia, il Mose,
la salvaguardia della laguna e le grandi
infrastrutture godono di una governance bipartisan
che coinvolge il Pd veneziano. Non solo Paolo Costa,
ma tutto l’establishment ex diessino così pronto al
negoziato con Galan da convincere Massimo Carraro a
gettare la spugna dopo un anno di lavoro in
consiglio regionale.
Ora il Pd ha nostalgia del candidato dell’Unione
che ottenne il 42,4%, quasi 4 punti in più di
Massimo Cacciari.
«Lo so, non è facile trovare un altro Massimo
Carraro pronto a candidarsi con il Pd», spiega
Naccarato, «la sua statura di ottimo imprenditore ed
esponente del mondo cattolico gli ha consentito di
elaborare un modello di governo del tutto
alternativo a Galan. E’ da questo 42% che si deve
partire per analizzare gli scenari veneti», insiste
il deputato padovano.
E’ fin troppo facile obiettare, numeri alla mano,
che alle europee il centrosinistra è arretrato al
33,4%.
«E’ vero che abbiamo perso quasi 10 punti, ma il
vecchio Ulivo è sempre più forte di Pld e Lega che
viaggiano al 29,3 e 28,4%. Certo, diventa decisiva
l’alleanza con l’Udc ma l’analisi di Fassino non sta
in piedi: se il centrodestra si dovesse divedere
abbiamo l’obbligo di trovare un candidato
autorevole, di centro, e lanciare la sfida per
vincere e non per salvare il soldato Galan».
Come mai Naccarato è così polemico con il
governatore?
«La ragione è semplice: la sua gestione è
fallimentare e proprio per questo la Lega lo vuole
cambiare. E faccio due esempi: Veneto sviluppo è in
crisi e non riesce a rinnovare il Cda al punto che
deve intervenire la Banca d’Italia. Forse perchè la
presidente Irene Gemmo era troppo impegnata a
seguire l’esito degli appalti delle sue imprese. E
gli imprenditori rimpiangono la gestione di Veneto
sviluppo di Massimo Carraro, proprio oggi che hanno
bisogno di interventi straordinari per fronteggiare
la crisi. L’altro fallimento della gestione Galan
riguarda le multiutility: Emilia e Lombardia hanno
creato vere holding regionali attorno ad Hera e A2A.
Aps è stata venduta ad Acegas di Trieste dalla
Destro e l’aggregazione non ha fatto un passo in
avanti».
Ultima frecciata ad Andrea Causin: «Voglio solo
sapere se le alleanze in Veneto le deciderà lui o se
invece verrà smentito in ogni sua dichiarazione da
Fassino e Franceschini. Noi, che sosteniamo Rosanna
Filippin, non abbiamo dubbi: nessun patto per
salvare Galan. E appena concluse le primarie va
trovato il candidato del centrosinistra con un
profilo simile a quello di Massimo Carraro o nel
mondo universitario, ricco di intellettuali di
primissimo piano».