l’Ulivo deposita la legge
Bimbi, Naccarato e Frigato i promotori alla Camera
Mattino di Padova 21-12-2006
La mozione del Consiglio
comunale sulle coppie di fatto ispira una proposta di legge al
Parlamento, firmata da tre deputati veneti, due della
Margherita, Franca Bimbi e Gabriele Frigato, e uno dei Ds,
Alessandro Naccarato. Il testo prevede la certificazione, o
l’autocertificazione, della «convivenza di coppia per legame
affettivo». I richiami sono gli stessi: la legge anagrafica del
1954 e il regolamento attuativo del 1989. Frattanto, il vescovo
Antonio Mattiazzo torna ad ammonire sui simboli e le festività
cristiane: «Guai a banalizzare il Natale. Ci tolgono il presepe
e il crocifisso, ma ora, molto più grave, vogliono toglierci la
domenica». Una proposta in Parlamento per riconoscere le coppie
di fatto: la breccia di Padova si allarga fino a diventare un
disegno di legge che verrà depositato oggi alla Camera dalla
deputata diellina Franca Bimbi, sociologa al Bo, dal deputato
diessino Alessandro Naccarato, e dall’onorevole rodigino della
Margherita Gabriele Frigato. Prove tecniche di partito
democratico, alle prese con i temi etici. Le proposta di legge
prevede la certificazione, o l’autocertificazione, della
«convivenza di coppia per legame affettivo». I richiami sono gli
stessi della mozione Zan approvata dal consiglio comunale il 4
dicembre scorso: la legge anagrafica del 1954 e il regolamento
attuativo del 1989. La proposta «padovana» interviene proprio
con una modifica al regolamento attuativo, inserendo un
«articolo 33 bis» e prevedendo che una «coppia di persone
ambedue libere di stato» possa chiedere la certificazione
anagrafica, in cui sia indicata la data d’inizio della
convivenza e il fatto che sia dovuta a «legami affettivi».
Per ottenere il certificato alla coppia basterà presentare
semplicemente un’autocertificazione in cui sono specificati i
termini della convivenza e che i due partner «intendono vivere
il legame con continuità, avendo comunanza di vita e costituendo
un’unità economica, che organizza su tali basi la propria
famiglia anagrafica». Ovviamente la legge è aperta anche alle
coppie di gay o di lesbiche. Ma per evitare le polemiche che si
sono registrate nella città del Santo è stato inserito più volte
il chiaro riferimento alla coppia: esclusi quindi altri tipi di
relazioni, compresa la poligamia. «E’ la risposta legislativa
all’esigenza che il comune di Padova ha posto - spiega
Alessandro Naccarato -. Si prende atto della realtà di fatto
delle convivenze, dando cittadinanza a degli aggregati familiari
che già esistono. D’altronde l’anagrafe è un luogo fondamentale
nel rapporto tra stato e cittadino». L’esperienza padovana (e,
non dimentichiamo, anche quella bolognese) quindi riprodotta a
livello nazionale: l’ufficiale d’anagrafe avrà una legge che gli
impone di rilasciare i certificati, e non solo un’ordinanza del
sindaco. «Non chiediamo niente di straordinario. Ma di
registrare la volontà di un cittadino che afferma una sua
condizione di fatto - aggiunge Naccarato -. Deve essere una
volontà reciproce e le coppie si impegnano a una convivenza
stabile». E la proposta padovana arriva anche in soccorso del
governo, che si è impegnato a presentare un disegno di legge per
normare le coppie di fatto entro la fine di gennaio. «Noi
partiamo da un approccio pratico e non ideologico - spiega
Naccarato -. Alla registrazione anagrafica il governo potrà
aggiungere quel pacchetto di diritti su cui tutti sono
d’accordo, come la possibilità di visita in ospedale, la casa,
la pensione e quant’altro. In questo modo si può superare anche
la diatriba tra registrazione pubblica e contratto privato, che
ha diviso nei mesi scorsi Ds e Margherita». Una proposta che ha
trovato tra i promotori anche due esponenti veneti della della
Margherita: Franca Bimbi e Gabriele Frigato. «Si tratta di un
segnale sul tema delle unità familiari, il cui riconoscimento
deve andare anche oltre l’attestazione anagrafica - sottolinea
quest’ultimo -. E’ un passo minimale, ma questa certificazione
può essere utile ai fini dei diritti da riconoscere. Ed è anche
un invito alla Margherita perché faccia quel passo in più per
arrivare a colmare il ritardo che il nostro Paese attualmente ha
rispetto ai suoi partner europei».