Nuovo Cosecon
Comuni espropriati
Il Mattino di
Padova, 24 settembre 2008
Le polemiche di
questi giorni su orari e luoghi di svolgimento del
Consiglio provinciale rischiano di distrarre
l’attenzione dalla grave decisione della giunta
Casarin di approvare il nuovo statuto di Cosecon Spa.
Le
modifiche appena votate meritano di essere
analizzate e comprese con attenzione, e devono
essere contrastate con forza in tutte le sedi,
perché privano i Comuni di funzioni fondamentali e
determinano un immotivato e ingiusto vantaggio per i
soci privati. Infatti, insieme al cambio del nome -
Cosecon si chiamerà Attiva - si sta decidendo in
queste ore di inserire la pianificazione urbanistica
fra gli oggetti sociali della Spa. In questo modo i
Comuni rinunciano a svolgere uno dei loro compiti
essenziali e lo assegnano ad altri, senza alcuna
garanzia e senza alcuna procedura di evidenza
pubblica: in pratica non saranno più i consiglieri
comunali eletti dai cittadini a governare il
territorio della Bassa padovana, ma una società
controllata da Veneto Sviluppo, cioè dalla Regione
Veneto e dalle banche.
Tutto ciò accade perché nelle gestioni degli ultimi
anni si sono accumulati errori su errori e debiti su
debiti. Dal 2000 a oggi Cosecon, attraverso una
lunga serie di operazioni scellerate, è passata da
27 a 117 milioni di euro di debiti, 80 dei quali con
il sistema bancario; i suoi principali dirigenti e
molti ex amministratori sono coinvolti in inchieste
per gravi reati; il tentativo di gestire servizi
pubblici locali come rifiuti e gas si è concluso,
caso unico in tutto il Veneto, con un sostanziale
fallimento. La società per azioni, perciò, pur
conservando una maggioranza di azionisti pubblici,
appartiene, di fatto, alle banche.
In pratica, i soci storici di Cosecon, cioè quasi
tutti i Comuni del Conselvano e l’amministrazione
provinciale, dopo avere indebitato la società,
regalano la programmazione urbanistica alla Spa che,
nel frattempo, è passata sotto il controllo degli
istituti di credito. Si tratta di un’operazione
spregiudicata, che procura vantaggi solo ai soci
privati ed espropria i Comuni di una loro
prerogativa, danneggiandoli pesantemente.
Il percorso seguito è semplice. I Comuni e la
Provincia hanno gestito male la società e l’hanno
indebitata in modo irrecuperabile; le banche e
Veneto Sviluppo hanno sostituito i Comuni nel
controllo della Spa in cambio della delega a
governare il territorio. Ottenuta questa «cambiale
in bianco», c’è da scommettere che i nuovi
proprietari aumenteranno i valori delle loro aree,
trasformandole in residenziali e commerciali, e le
venderanno per ridurre i debiti e, magari,
guadagnare qualcosa. Naturalmente il tutto avverrà a
scapito degli oneri di urbanizzazione e di uno
sviluppo sostenibile del territorio.
Si sono create così le condizioni per sostituire
l’interesse pubblico che dovrebbe guidare la
programmazione urbanistica con gli interessi di
determinati soggetti privati. In questo contesto
risulta gravissimo il ruolo della Provincia di
Padova che, dopo aver contribuito al disastro,
continua a restare nella Spa, violando palesemente
le norme che prevedono la netta distinzione fra
controllore e controllato nelle pubbliche
amministrazioni. Infatti, la Provincia, in base alla
legge urbanistica regionale, svolge funzioni di
controllo sulla programmazione dei Comuni ed
esercita addirittura (articolo 30 legge regionale
11/2004) il potere di annullare i provvedimenti
comunali che consentono opere non conformi con la
disciplina urbanistico-edilizia vigente.
In pratica la Provincia, continuando ad essere
socia di Cosecon-Attiva, sarà controllore di se
stessa: da una parte, infatti, sarà soggetto attivo
nella pianificazione urbanistica, dall’altra
verificherà quanto ha pianificato ed, eventualmente,
annullerà le proprie decisioni. La situazione
diventa tragica se a questo inquietante quadro si
aggiunge il fatto che di fronte ai ritardi, alle
incomprensioni e alle complicità di larghi settori
della politica e delle istituzioni locali, la
magistratura ha avviato indagini che stanno portando
alla luce gravissimi episodi di concussione e truffa
nella gestione della Spa.
Per questi motivi penso che i fatti appena
descritti debbano essere spiegati con chiarezza ai
cittadini e che le decisioni della giunta Casarin
vadano contrastate con tenacia e rigore. Di qui
passa la battaglia per un governo equilibrato del
territorio, per la tutela dell’interesse pubblico
rappresentato dai Comuni, per la trasparenza e il
rispetto della legalità.
Alessandro Naccarato, Deputato Partito
Democratico