Sul federalismo solo
chiacchiere
Il Mattino di Padova,
26 marzo 2009
Il Pd si è
astenuto sul disegno di legge sul federalismo,
perché il provvedimento si limita a enunciare dei
principi ed è privo di contenuti concreti. In questo
modo abbiamo voluto sottolineare il nostro giudizio
positivo sul federalismo, come strumento per rendere
più efficiente il nostro Paese, e nello stesso tempo
denunciare l’inconsistenza e l’insufficienza della
proposta della destra. Ci siamo astenuti, come è già
avvenuto nella discussione in Senato, per dimostrare
di essere una forza di opposizione seria, che punta
a ottenere risultati concreti nonostante non abbia
responsabilità di governo, riformando gli assetti
istituzionali esistenti a vantaggio di tutti i
cittadini.
In questo senso, il provvedimento sul federalismo
votato alla Camera dei deputati rappresenta
certamente un primo passo per riformare l’Italia ed
è doveroso ricordare che è la logica conseguenza
della riforma del Titolo V della seconda parte della
Costituzione voluta dal governo di centrosinistra
nel 2001. Ne è prova il fatto che la stessa Lega
Nord, che ha fatto del federalismo il suo cavallo di
battaglia, dopo la bocciatura del referendum sulla
cosiddetta «devolution» che mirava a stravolgere la
Carta costituzionale, è tornata sui suoi passi,
percorrendo la strada del confronto parlamentare su
questo tema, proprio a partire dalla riforma del
titolo V della Costituzione.
La nostra astensione è stata determinata anche da
alcuni aspetti negativi e da alcune carenze.
Anzitutto i tempi. L’attuazione del federalismo
fiscale, secondo il testo varato ieri, avverrà fra
almeno 5 anni. Per noi è un tempo troppo lungo, che
serve al governo per rinviare le decisioni vere,
accontentando tutti ed evitando di assumere impegni
concreti. In secondo luogo, la proposta federalista
del governo non definisce con chiarezza quali
risorse verranno destinate alle autonomie locali.
Questa indeterminatezza è molto grave, soprattutto
se si pensa, per esempio, che oggi i Comuni si
trovano in grosse difficoltà finanziarie, in
particolare dopo la decisione del governo di abolire
totalmente l’Ici anche per i redditi alti. E’ stata
una scelta irresponsabile e demagogica. E’ così che
la destra garantisce un federalismo efficace,
affossando di fatto i bilanci dei Comuni?
Probabilmente questi evidenti limiti del disegno di
legge sul federalismo si spiegano con la presenza,
nella maggioranza di governo, di forze politiche che
in realtà non vogliono attuare un federalismo serio,
e mirano a conservare l’impianto dello Stato
centralista. Del resto più delle parole parlano i
fatti. E i fatti, nonostante i proclami federalisti
della Lega Nord, sono chiari. Il governo ha regalato
milioni di euro ai Comuni di Roma, Palermo e Catania
per ripianare i loro bilanci disastrati. Anche in
questo caso si tratta di una scelta sbagliata, al di
là che le amministrazioni locali in questione siano
state di centrosinistra o di centrodestra. Non è un
problema di schieramento politico, ma di corretta e
responsabile amministrazione degli enti locali.
E’ paradossale, poi, che proprio la Lega Nord abbia
assecondato senza fiatare questi stanziamenti
straordinari di denaro pubblico a favore di pochi
Comuni non certamente virtuosi. Inoltre, che dire
dell’ultima decisione del governo di trasformare la
città di Reggio Calabria in area metropolitana?
Perché non fare lo stesso, per esempio, con i Comuni
di Padova o Verona? Anche in questo caso il silenzio
della Lega Nord è tanto più assordante se si pensa
che, dall’entrata in vigore della legge sulle aree
metropolitane nel lontano 1990, non ne è stata
istituita neanche una prima di oggi.
Infine è in corso la beffa del cosiddetto «piano
casa»: un provvedimento centralista, che calpesta
Comuni, Province e Regioni. Il disegno di legge
della maggioranza, infatti, nel concreto usurpa le
funzioni proprie degli enti locali in materia di
pianificazione urbanistica e redazione dei piani
regolatori. E’ in realtà un provvedimento
palesemente incostituzionale, dal momento che,
secondo la Costituzione, la gestione del territorio
rientra a pieno titolo nelle materie di competenza
delle autonomie locali.
Il Partito democratico si è astenuto perché oltre
ai proclami adesso servono i contenuti. Non servono
le chiacchiere della destra, ma provvedimenti e
proposte concreti che puntino a dare maggiori poteri
e risorse economiche certe alle autonomie locali.
Solo in questo modo si può realizzare un federalismo
serio a vantaggio di tutti i cittadini.