SPECIALE ROCCA DI MONSELICE Non buttare i soldi solo perché sono pubblici Mattino di Padova 27 maggio 2008
Quante attenzioni
da parte di Galan alla Rocca di Monselice! Galan
deve essere proprio preoccupato di quello che sta
succedendo a Monselice! Con tutte le questioni
ancora aperte nella nostra Regione, tra
infrastrutture non ancora realizzate, ospedali da
fare e da rifare, liste di pazienti in attesa sempre
più lunghe comuni di confine che vogliono
abbandonare la Regione, il Presidentissimo in
scadenza fa spazio in agenda e, finalmente, prova a
preoccuparsi di Monselice.
27 maggio 2008
Al Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, al
Ministro per i beni e le attività
culturali.
- Per
sapere - premesso che:
L’intervento della Magistratura, che ha chiuso il cantiere dell’ascensore della Rocca di Monselice, conferma le perplessità e i dubbi che molti cittadini, associazioni e forze politiche hanno sollevato sulla realizzazione di quest’opera. Purtroppo si deve constatare con amarezza che gli elementi alla base della scelta di bloccare i lavori erano stati sollevati in diverse occasioni, tra cui il consiglio comunale di Monselice, senza alcun esito da parte delle istituzioni locali. L’esito di tutta questa vicenda è sotto gli occhi di tutti: le ingiustificate arroganza e perseveranza con le quali, nonostante le evidenti perplessità, anche di natura tecnica-geologica, si è voluto comunque portare avanti il progetto hanno portato soltanto risultati negativi per l’intera collettività: un danno ambientale enorme, con la Rocca danneggiata in modo irreparabile, costi elevati, tempi lunghi e incerti di riapertura dei luoghi violati. E tutto questo per realizzare un’opera inutile, sulla base di un progetto approssimativo. Il pretesto che molti, tra cui Regione e Comune di Monselice, hanno sostenuto per promuovere il progetto era la presenza di un finanziamento dell’Unione Europea. In sostanza, di fronte a un contributo pubblico, non si guarda in faccia nessuno e si accetta qualsiasi progetto. In questo modo in passato sono stati fatti disastri e sprechi enormi di risorse. E par di capire che anche a Monselice finirà così. Infatti, a prescindere dall’esito giudiziario della vicenda, i costi cresceranno molto e i tempi saranno dilatati sia per completare, chissà a quali condizioni, il lavoro, sia per ripristinare i luoghi. Questo è il risultato della corsa miope e irrazionale ai fondi europei. La decisione della Magistratura non è che la logica conseguenza di quanto cittadini, associazioni ambientaliste e alcune forze politiche, avevano denunciato tempo fa. Mi sembra quindi opportuno ribadire gli elementi di contrarietà sulla realizzazione di quest’opera. Anzitutto è doveroso sottolineare come le relazioni allegate al progetto ne rilevassero già chiaramente tutte le principali difficoltà tecniche legate, ad esempio, all’estrema friabilità della trachite della Rocca; tanto che l’iniziale proposta di scavo in diagonale venne modificata proprio perché erano note le caratteristiche di fragilità della roccia. Ma c’è stato di peggio: il Parco Colli ha dato l’autorizzazione nonostante il parere negativo del tecnico che aveva istruito la pratica. E’ così che l’Ente Parco tutela il paesaggio e svolge la sua funzione?
Alessandro
Naccarato
LA CRONACA
Mattino di Padova 22 maggio 2008
Trachite
friabile,
i lavori ritarderanno
Chiesti i 60 giorni di proroga, la
disputa della «Giostra» è a rischio.
Il problema è scongiurare il pericolo di crolli improvvisi. MONSELICE. Roccia friabile, fratturata, instabile. Al punto da sembrare sabbia. Al punto da togliersi con le sole unghie. E’ stato chiamato «imprevisto geologico» e si tradurrà in un ritardo nello scavo del tunnel che deve ospitare l’ascensore della Rocca. I problemi sono cominciati verso la fine di aprile, quando i minatori dell’Eurocostruzioni si sono resi conto di quanto fratturata e instabile fosse la trachite nelle viscere del colle. Così è stata inviata una relazione in Regione. Con questa si chiede di disporre dei 60 giorni di proroga previsti per legge. Il cantiere doveva essere consegnato entro i primi di settembre, ma si andrà oltre. Ora è in corso lo scavo del tunnel orizzontale, lungo 82 metri. Gli operai ora sono a quota 78 metri ma le operazioni hanno subito una brusca battuta d’arresto. Se prima si avanzava di 3 metri ogni 30 ore, ora per gli ultimi 5 metri sono serviti 20 giorni. I problemi riguardano la sicurezza dei lavoratori. Che potrebbero essere messi in pericolo da crolli improvvisi. La relazione geologica di base consegnata prima dell’inizio dei lavori, si è rivelata inattendibile. Si pensava che nel colle ci fosse trachite dura e compatta. Ma la realtà è diversa. Non solo. In altri scavi si tende a seguire la traiettoria dettata dalla consistenza della roccia. In questo caso però la direzione è obbligata, per entrambi i tunnel. In considerazione della fattezza della roccia, in questi giorni è stata cambiata addirittura tecnica di scavo. Inizialmente lo scavo era suddiviso in tre fasi: una segatrice a catena eseguiva quattro tagli profondi 3 metri delimitando la cornice del blocco da estrarre, poi il martellone idraulico riduceva in frantumi il cubo di trachite e poi venivano estratti i pezzi. Ora il martellone idraulico non entra nemmeno più in gioco, per motivi di sicurezza. Da quota 78 metri, bisognerà arrivare a quota 82, poi partirà lo scavo verticale. Dall’alto verranno eseguite quattro perforazioni sino a 100 metri di profondità. Poi verrà introdotto il filo diamantato, così da «imbragare» l’enorme blocco di trachite. Lo sfregamento del filo sbriciolerà la roccia gradualmente e la farà precipitare nel fondo, da dove verrà estratta. A questo punto potrebbe risultare a rischio anche lo svolgimento della Giostra della Rocca.
MONSELICE. Dopo otto
mesi di lavoro il cantiere
dell’ascensore della Rocca è stato
sequestrato. I sigilli sono stati
apposti per ordine del Gip Paola Cameran,
sulla base di una serie di motivazioni
contenute in un faldone di 15 pagine, in
cui si fa riferimento all’impatto
ambientale e alla mancanza delle
autorizzazioni necessarie. Risultano
indagati a vario titolo dirigenti
regionali, un funzionario del Comune di
Monselice, un dirigente del Parco Colli
e i titolari delle ditte all’opera per
realizzare lo scavo nel colle. Il
provvedimento choc è giunto ieri verso
le 15. Successivamente i carabinieri
hanno fatto sgomberare il cantiere e
sequestrato tutti i mezzi all’opera.
Dopo una diffida, due ricorsi al Tar e
una richiesta di sospensiva dei lavori
respinta dal Consiglio di Stato, è
giunto quindi il blocco del cantiere. Mattino di Padova 24 maggio 2008
Bloccati in
un colpo solo restauri
sulla Rocca e Giostra: Due milioni di euro a rischio. ![]() Si parte dall’effetto forse più plateale: se il cantiere rimarrà sotto sequestro, a settembre non potrà essere organizzata la Quintana in cava, la sfida più emozionante nell’ambito della Giostra. Restano fermi però anche gli interventi di ristrutturazione di casa Bernardini e della torre di accesso al Mastio. E sono bloccate pure le passeggiate turistiche sul colle. I sigilli sono stati apposti anche nel portone che apre l’accesso alla scalinata dal parterre di villa Duodo. «Non possiamo neppure eseguire lo sfalcio dell’erba o la manutenzione ordinaria che bisogna fare a cadenza regolare - dice indignato Ferdinando Businaro, presidente della Società Rocca - ritengo che il sequestro vada circostanziato al cantiere dell’ascensore. Il fatto che abbiano sigillato i cancelli sopra il parterre di villa Duodo mi sembra veramente un eccesso di zelo. Ci sono altri progetti in corso, come casa Bernardini. Noi vogliamo arrivare a portare almeno 100 mila turisti l’anno a Monselice. Non vedo perché dobbiamo rinunciare a trasformare questi beni in un valore aggiunto. La gente forse dimentica che questa un tempo era una discarica abusiva». Ma quello che forse più preoccupa tutti, dalla Regione Veneto in giù, è la perdita del finanziamento di 2 milioni di euro erogati dalla Comunità europea. La somma di denaro era vincolata al rispetto dei tempi di esecuzione dell’opera.
Pd-Verdi:
«Sapevano e sono andati avanti lo stesso, ecco il risultato»
Ma sindaco e
Regione sostengono che tutta la
procedura è stata seguita alla
lettera.
MONSELICE. Un’interrogazione in Regione del PD, accuse da parte dei Verdi e del mondo ambientalista, ma anche la giunta di Giancarlo Galan che annuncia una serrata battaglia legale. E la rabbia del sindaco Fabio Conte. Oggi intanto, alle 19 in piazza Mazzini, microfono aperto organizzato dal «fronte del no». Contro l’ascensore. «Nell’interrogazione chiedo se sono stati quantificati i costi a carico della Regione derivanti dall’allungamento dei tempi dell’opera - rivela Gianni Gallo (PD) - e se la direzione lavori pubblici della Regione abbia operato in modo corretto». «L’esito di tutta questa vicenda è sotto gli occhi di tutti - dice Alessandro Naccarato, parlamentare PD - L’arroganza e la perseveranza con cui si è voluto comunque portare avanti il progetto, hanno portato solo risultati negativi per l’intera collettività». «Tutti sapevano e conoscevano i rilievi critici prima dell’avvio dei lavori: Regione, Provincia, Comune, Ente Parco - sottolinea Paolo De Marchi, consigliere provinciale dei Verdi - Di chi è, allora, la responsabilità del danno economico e ambientale che alcuni sottolineano dopo il sequestro? Degli ambientalisti che hanno denunciato irregolarità o di chi ha proceduto comunque?» «C’era stata una sollevazione popolare - ricorda Carla Montelatici - ma nessuno ha ascoltato queste voci. E’ servito l’intervento dell’autorità giudiziaria». «Vedremo a suo tempo quale sarà il giudizio in merito della Corte dei Conti» dice Oddone Longo. «Restiamo dell’opinione che il futuro di un «bene comune» come la Rocca, vada progettato e condiviso da tutte le componenti sociali ed istituzionali - sottolinea Francesco Miazzi dei Verdi - Chi intende proseguire con la logica della sfida, dell’autosufficienza e dell’arroganza rischia di produrre altri danni, forse irreparabili». A favore dell’ascensore. «Dove non è arrivata la giustizia amministrativa, arriva quella penale che però motiva proprio con le irregolarità procedurali lo stop - fa notare il sindaco Fabio Conte - La maggior parte dei lavori già è stata fatta e quindi questo stop serve solo a impedire il completamento di un’opera che ha già prodotto i suoi effetti sul colle. C’è il rischio di lasciare l’opera a metà e di mantenere lì un buco senza avere l’ascensore. Mi chiedo quale sia il senso civico di quelli che adesso esultano». Stupore e sorpresa dalla giunta regionale: «Stupore perché questa iniziativa viene dopo 2 pronunciamenti positivi del Tar Veneto e del Consiglio di Stato. Sorpresa perché giunge in una fase avanzatissima dei lavori e dopo un’istruttoria particolarmente accurata, che ha visto i pareri favorevoli di tutti gli enti e organi coinvolti. La Regione, nel prendere atto di questa indagine, conferma la piena fiducia nell’operato dei suoi funzionari annunciando che esplorerà ogni elemento utile a tutelare gli interessi propri e della collettività»
Cantiere chiuso per reati
ambientali:
«Saltato il piano per attuare il Prg» Ex capo dell’ufficio tecnico comunale sotto inchiesta per falso ideologico. MONSELICE. Il cantiere è chiuso. Sigillato. E il sequestro preventivo dell’area in cui si stava realizzando l’ascensore della Rocca - chiesto dal pubblico ministero Roberto D’Angelo e firmato dal gip Paola Cameran - non sarà revocato fino alla definizione dell’inchiesta. A meno che il tribunale del Riesame non decida altrimenti, accogliendo l’eventuale ricorso di qualcuno tra gli indagati. Sei indagati: l’ingegnere Massimo Valandro, ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Monselice (fino al novembre scorso, ora lavora nel Comune di Chioggia), unico inquisito per falso ideologico, reato che ha fatto scattare il sequestro; il direttore dell’Ente Parco Colli Nicola Modica, il responsabile dell’Ufficio tecnico della Regione Veneto Andrea Cisco, il direttore dei lavori Andrea Dall’Armi, il titolare dell’impresa Eurocostruzioni Maurizio De Rossi e Isidoro Prevedello titolare dell’omonima ditta, tutti sotto inchiesta (a vario titolo) per abuso edilizio e distruzione di bellezze ambientali e culturali. Il sequestro. Il reato di falso ha provocato il sequestro del cantiere. È quanto risulta dall’ordinanza firmata dal gip Cameran: «... Valandro a seguito della richiesta del direttore dei Lavori Pubblici della Regione Veneto circa la conformità urbanistica per la realizzazione dell’impianto di risalita (l’ascensore) attestava falsamente la compatibilità urbanistica dell’opera, esprimendo parere favorevole nonostante l’assenza dei preventivi piani particolareggiati previsti dal Piano regolatore (Prg) di Monselice del 2002 in contrasto con gli strumenti urbanistici...». La conseguenza? «L’alterazione della bellezza dei luoghi in una zona di particolare interesse agro-faunistico, paleontologico e paesaggistico». Nessun piano attuativo. L’ordinanza menziona una consulenza tecnica affidata dalla procura lo scorso novembre all’architetto Federico Verderi, appena avviata l’inchiesta in base all’esposto firmato dagli ambientalisti Francesco Miazzi, Gianni Sandon e Paolo De Marchi. È «... a seguito dell’infedele dichiarazione dell’ingegner Valandro (il fatto che il progetto fosse stato approvato in attuazione del Prg)» che i lavori decollano. Eppure mai avrebbero potuto essere avviati. L’ascensore della Rocca, infatti, non poteva essere conforme al Prg «perché ricade in ambito da assoggettare a preventiva approvazione di strumenti attuativi», secondo il gip «non formalità di sapore bizantino» ma strumenti indispensabili per «collocare l’opera entro il contesto urbanistico, contenendolo e disciplinandolo». Insomma il piano attuativo sarebbe stato necessario per «prevedere e valutare le interazioni fra il progetto (dell’ascensore), le componenti ambientali e le necessità urbanistiche future dettate dalla presenza di un’opera di tale importanza... La mancata predisposizione e discussione del progetto ha privato la parte pubblica della possibilità di conoscere e di decidere l’aspetto urbanistico del luogo, prima della realizzazione». Un progetto imposto dall’alto, senza confronto. Di più. Un progetto che, una volta attuato, avrebbe potuto far da apripista ad altri interventi di contorno. I pareri. Il 12 settembre 2007 la Soprintendenza ai Beni Ambientali aveva espresso un parere aperto alla discussione, anticipando invece forti perplessità sulla realizzazione, all’esterno della Rocca, di una vela in cemento di 25 metri. Il gip ha rilevato che avrebbe dovuto essere sentita pure la Soprintendenza Archeologica, che non risulta essere mai stata interpellata. A valutare l’impatto ambientale dell’ascensore è l’Ente Parco Colli: il 18 luglio 2007 il tecnico istruttore della pratica, Franco Fedoci, nella sua relazione esprime parere negativo al progetto in quanto «l’area è caratterizzata da architetture di notevole pregio». L’indomani, il 19 luglio, il Parco dei Colli - diretto da Nicola Modica - concede l’autorizzazione. E di fatto dà il via libera ai lavori.
Mattino di Padova 26 maggio
2008
LO STOP AI
LAVORI DELL’ASCENSORE
«Cittadini
pronti a chiedere un risarcimento»
Se si
accerta un danno ambientale nascerà
un comitato spontaneo Attese novità:
presentata istanza al tribunale del
Riesame a Venezia
![]() L’inchiesta. Il sequestro preventivo dell’area in cui si stava realizzando l’ascensore della Rocca risale a giovedì pomeriggio. Il provvedimento è scattato in seguito alla richiesta del pubblico ministero Roberto D’Angelo e alla firma del gip Paola Cameran, per alcune difformità dal punto di vista procedurale nell’iter di approvazione del progetto. Gli indagati sono sei. Si tratta di Massimo Valandro, ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Monselice (ora lavora in municipio a Chioggia, ndr), unico inquisito per falso ideologico; il direttore del Parco Colli Nicola Modica, il responsabile dell’Ufficio tecnico della Regione Veneto Andrea Cisco, il direttore dei lavori Roberto Dall’Armi, il titolare dell’impresa Eurocostruzioni Maurizio De Rossi e Isidoro Prevedello titolare dell’omonima ditta, tutti sotto inchiesta, a vario titolo, per abuso edilizio e distruzione di bellezze ambientali e culturali. Nell’ordinanza del gip risulta che Valandro avrebbe attestato falsamente la compatibilità urbanistica dell’opera, esprimendo parere favorevole nonostante l’assenza dei piani particolareggiati previsti dal Prg. Microfono aperto. Gli esponenti del fronte del «no ascensore» sono scesi in piazza Mazzini nel tardo pomeriggio di venerdì, per ribadire ancora una volta la loro posizione. Sono state ricordare le 1.200 firme raccolte per bloccare il progetto, ma soprattutto si è parlato di possibili scenari futuri. «Annunciamo la costituzione di un comitato di cittadini, che si costituirà parte civile qualora venisse accertato il danno ambientale prodotto in una situazione di illegittimità - ha rivelato parlando al microfono Francesco Miazzi - se qualcuno ha fatto dei danni alla città, dovrà pagare. Chiediamo inoltre che si accerti la responsabilità non solo di chi ha firmato, ma anche di chi potrebbe aver coperto gli atti, cioè l’amministrazione comunale». Battaglia legale. Oggi la Regione deciderà quali legali nominare. Sembra certa la presenza di Fulvio Lorigiola, che nei mesi scorsi ha seguito con ottimi risultati i ricorsi al Tar. Mentre si attende il nome di un avvocato penalista da affiancargli. Si era parlato pure di Piero Longo e Niccolò Ghedini, ma si è preferito non dare una connotazione politica alla vicenda. Inutile dire che la città si è spaccata in due dopo la decisione della Magistratura. C’è chi concorda con gli ambientalisti e vuole che se l’opera verrà riconosciuta irregolare finisca nel cassetto. E chi, visto lo stato dell’arte dell’opera, è dell’idea che comunque l’ascensore vada portato a termine. Il tunnel infatti è quasi del tutto terminato. La speranza è che venga presa in fretta una decisione visto che i finanziamenti si potrebbero perdere per sempre.
LA VICENDA: UNO STOP
ANNUNCIATO.
Mattino di Padova 26 settembre 2007
«Ascensore, opera faraonica
e inutile»
Naccarato(Pd) presenta un’interrogazione in Parlamento contro il progetto. MONSELICE. Ascensore della Rocca: continuano a fioccare reazioni. E se da un lato gli ambientalisti continuano a raccogliere firme in piazza, dall’altro Alessandro Naccarato, deputato alla Camera per il Pd, ha presentato un’interrogazione in parlamento. «Il progetto dell’ascensore nella Rocca costa circa 3 milioni di euro finanziati con denaro pubblico ma è un opera faraonica e inutile - dice - non giunge alla sommità del colle, quindi non risolve il problema degli accessi per i disabili e prevede una serie di interventi molto discutibili e difficilmente integrabili nel contesto monumentale. Diverse associazioni ambientaliste hanno espresso preoccupazione per l’impatto ambientale e per il rischio concreto di incrinare il delicato equilibrio idrogeologico del sito». Naccarato ha depositato alla Camera un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e dei Beni e Attività culturali per fare chiarezza sulla vicenda. «Monselice è uno dei siti ad elevato interesse archeologico della provincia e, per di più, si trova all’interno del Parco Colli - continua - occorre pensare ad un piano di rilancio turistico e di tutela ambientale e del patrimonio storico e artistico in grado di valorizzare davvero la Rocca e i suoi percorsi. In ogni caso occorre confrontarsi con la cittadinanza che si è vista calare dall’alto questo progetto e ha già manifestato forti segnali di contrarietà».
26 settembre 2007
- Per sapere - premesso che:
la Giunta
Regionale del Veneto ha stabilito di
finanziare un impianto di risalita
per l'accesso turistico alla
passeggiata archeologica e al Museo
del Mastio della Rocca, situato sul
Colle della Rocca a Monselice in
Provincia di Padova;
tale impianto prevede un ascensore, interno al colle, che risalirà una galleria di 120 metri con una sezione di ben 25-30 metri quadri corrispondenti a circa 4.500 metri cubi di materiale da estrarre; il Colle della Rocca in passato è già stato fatto oggetto di estrazione di materiale lapideo e ulteriori escavazioni potrebbero comprometterne la consistenza; il 18 settembre sono partiti i lavori del cantiere per la costruzione dell'ascensore e le imprese vincitrici dell'appalto hanno 260 giorni per realizzare la progettazione esecutiva e la costruzione dell'opera per un costo complessivo di 3 milioni di euro; il progetto è formalmente destinato alla valorizzazione del sito, ma non è previsto il recupero degli immobili antichi della Rocca, nonostante venga riconosciuto lo stato di degrado delle strutture archeologiche; le relazioni che accompagnano il progetto si richiamano al superamento delle barriere architettoniche, ma l'ascensore giungerà a 117 metri di altezza mentre il Mastio si trova sulla sommità a quota 150 metri; il progetto, oltre alla realizzazione dell'ascensore, prevede una torre-scala-ascensore, rivestita di doghe in legno e affiancata al Mastio, con un forte impatto visivo, difficilmente integrabile nel contesto monumentale, che comunque lascerebbe irrisolto l'accesso dei disabili; il Colle della Rocca di Monselice è situato all'interno del Parco dei Colli Euganei; il progetto prevede una serie di interventi molto discutibili perché in contrasto con quanto previsto dal Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei; manca un progetto di tutela e valorizzazione ambientale per il restauro conservativo dei beni archeologici e per la sistemazione degli accessi; diverse associazioni ambientaliste della Provincia di Padova hanno espresso forti preoccupazioni per il rischio che il progetto possa compromettere il delicato equilibrio idrogeologico ed ambientale del Colle della Rocca -: se il Governo sia al corrente dei fatti sopra esposti; quali iniziative di propria competenza intenda adottare per verificare la legittimità della procedura in corso di realizzazione e l'impatto ambientale dell'impianto di risalita interno al Colle e dei manufatti indicati; quali iniziative intenda adottare per tutelare uno dei siti archeologici più importanti e significativi della Provincia di Padova.
Mattino di Padova 5 ottobre 2007
Sopralluogo sulla Rocca.
MONSELICE. Oggi è il giorno dell’ispezione sulla Rocca da parte di alcuni consiglieri regionali e parlamentari padovani. Dalle 14.30 alle 16 Alessandro Naccarato e Gianni Gallo dei Ds, con Gianfranco Bettin dei Verdi, andranno in visita sulla Rocca con le associazioni ambientaliste. Lo scopo è far comprendere a più persone possibile come si trasformerà il colle durante e dopo i lavori per la realizzazione dell’ascensore. Sempre alle 14.30 sarà allestita una mostra sui progetti relativi all’impianto di risalita, nel corso della quale proseguirà anche la raccolta delle firme contro l’opera. Alle 21 era previsto l’incontro in biblioteca del Castello, ma la Regione ha negato l’autorizzazione. Così Francesco Miazzi ha dovuto dirottare sul «microfono aperto» in piazza Mazzini, fino alle 23. Ma oggi potrebbe giungere l’autorizzazione ad utilizzare la sala della Buona morte all’interno della San Paolo. Proprio ieri, alcuni dirigenti tecnici della Regione Veneto hanno chiesto di poter partecipare alla visita di Naccarato, Gallo e Bettin. Potrebbe così scaturire un confronto concreto, sul campo, fra le ragioni di chi vuole quest’opera e ne considera nullo l’impatto sulla Rocca e chi la giudica inutile e dannosa.
Mattino di Padova 9 ottobre 2007
Iniziati i lavori di scavo.
Pronto un ricorso al Tar. MONSELICE. L’ascensore nella Rocca, per alcuni monselicensi, è molto più di una grande opera: è lo sfregio di un simbolo. Gli ambientalisti hanno cercato di farlo capire venerdì pomeriggio anche agli esponenti del centrosinistra. Alessandro Naccarato parlamentare Ds, Gianni Gallo suo compagno di partito e Gianfranco Bettin dei Verdi, hanno percorso tutta la salita, fino al Mastio federiciano. Hanno faticato, hanno sudato, hanno pure inciampato. Emozioni, stati d’animo e situazioni che rischiano di scomparire. Per questo i comitati ambientalisti hanno deciso di fare ricorso al Tar: alcuni aspetti formali nei progetti stilati in Regione accendono le speranze di chi vuole a tutti i costi fermare i lavori. Cava della Rocca. Entrambi gli ingressi sono stati chiusi con grossi lucchetti, su cui campeggiano i cartelli «Eurocostruzioni». L’anfiteatro ora è solo un grande cantiere. Nella parte rialzata destinata ad ospitare l’ingresso dell’ascensore, sono state innalzate delle barriere di terra per arginare la caduta dei massi. La salita. Faticosa come sempre, ma bella da gustare metro dopo metro. Alle domande incalzanti di Francesco Miazzi, Gianni Sandon e Paolo De Marchi, hanno risposto i tecnici della Regione, tra cui il responsabile del procedimento Stefano Talato. Hanno raccontato addirittura che un escavatore è salito lungo la scalinata che sale accanto all’Esedra. Ma, hanno sottolineato, non è stato rovinato alcunché. Lo scavo. Ormai si vede. Un escavatore ha cominciato a operare in corrispondenza dell’ultimo tornante prima di arrivare al Mastio. Saranno circa 150 metri di sentiero quelli che separeranno l’approdo dei turisti dall’antica fortezza. Le reazioni. «Confermo tutti i dubbi esposti nell’interrogazione che ho firmato», ha detto il parlamentare Pd Alessandro Naccarato, intenzionato a sostenere la battaglia ambientalista. «Anche alla luce della visita fatta non si spiega perché si realizza un’opera così costosa quando si poteva pensare a struttura esterna - sottolinea Gianni Gallo - La risalita esterna avrebbe consentito la visuale del panorama circostante». Critico anche Bettin dei Verdi: «E’ un intervento sicuramente troppo invasivo» Mattino di Padova 31 ottobre 2007
L’ASCENSORE DELLA ROCCA
MONSELICE. Questo ascensore non lo ferma più nessuno. I lavori andranno avanti, fino al compimento dell’opera. E’ l’unica certezza uscita dal consiglio comunale straordinario di lunedì, nel corso del quale è stata bocciata la mozione del centrosinistra che chiedeva il blocco dei lavori. Tutto il resto è un’incognita: dai costi di gestione, all’impatto turistico, per finire con la sicurezza di chi nel cantiere ci lavora. «La nostra Rocca no se sbusa, resisteremo come in Val di Susa»: questo slogan, per ora, resta solo un semplice striscione appeso a palazzo Tortorini. Obiezioni a raffica. Una serie di «ospiti» hanno preso parola davanti a sindaco, consiglieri e assessori, per esprimere tutte le perplessità sul progetto dell’impianto di risalita. «Temo che un intervento di questo tipo possa riaprire, di fatto, l’attività estrattiva nelle cave - ha sottolineato Alessandro Naccarato, parlamentare Pd - Verranno estratte infatti oltre 3.000 tonnellate di trachite, che sarà venduta a 192 euro a tonnellata: un bel guadagno per la ditta. Che con la vincita alla gara d’appalto, ha acquisito tutti i diritti sul materiale». «Un tratto di strada è comunque a piedi, quindi non ci si può nascondere dietro alle necessità dei disabili», è l’obiezione di Titti Panaiotti, di Italia Nostra. Al coro dei «no» si è aggiunto anche Riccardo Ghidotti, in veste di presidente degli Amici dei Musei: «C’è un problema di fruizione, perché i beni artistici della città, sono altrove. Questo dovrebbe essere il coronamento di un percorso, non una visita fine a se stessa». «Non ho mai visto un progetto correre a questa velocità - ha detto Gianni Sandon - si tratta di un’opera delittuosa per Monselice». Mentre per Paolo De Marchi dei Verdi: «Opere così importanti andrebbero discusse con la comunità. Chi a Monselice ci è nato e ci vive, sa cogliere anche l’aspetto paesaggistico». «Manca qualsiasi studio di ipotesi di gestione per il pareggio di bilancio dell’ascensore - ha osservato Ilario Simonaggio, segretario provinciale della Cgil - Le eventuali perdite di gestione dell’impianto a fune a chi saranno addebitate?» Francesco Corso, Francesco Miazzi e Carla Montelatici hanno fatto notare invece come l’argomento non sia mai stato discusso in consiglio comunale. La parola ai tecnici. Per la Regione Veneto erano presenti l’archeologo Massimiliano D’Ambra, Andrea Cisco, Stefano Talato, Massimo Formenton e il geologo Luigi Antonio Stella. «Abbiamo deciso di abbandonare l’idea dell’ascensore inclinato perché poteva riservare dei pericoli occulti non programmabili» - ha detto D’Ambra, una delle menti dell’intero progetto. Prudente invece il geologo Stella: «La roccia appare compatta, ma la sicurezza sarà verificata di volta in volta». Dopo aver illustrato tutti i dettagli del progetto, Andrea Cisco ha parlato anche dell’aspetto gestionale dell’impianto: «L’ascensore sarà in grado di funzionare con un solo addetto. E pure la manutenzione è garantita per 3 anni». Il fronte del «sì». Tra coloro che sposano a pieno il progetto dell’ascensore, c’è ovviamente il sindaco Fabio Conte: «L’accesso facilitato, in passato, era stato previsto da tutte le forze politiche, sia di destra che di sinistra - ha detto il primo cittadino - non dimentichiamo poi che il progetto è passato in Regione. E non posso fare a meno di notare l’assenza dei consiglieri regionali del centrosinistra. In ultima battuta vorrei ricordare che c’è pure l’approvazione della Sovrintendenza, che è espressione del Governo». Giorgio Borin dell’Ascom invece ha posto l’accento sull’effetto positivo che l’ascensore può avere sull’attività dei commercianti. «Il materiale estratto venga messo a disposizione della comunità», ha proposto Lucio Perin di Veneto Libero. «Non è pensabile che dopo 15 anni ci mettiamo a discutere dell’impatto ambientale dell’ascensore - ha sottolineato Francesco Lunghi, coordinatore cittadino di Forza Italia - questa soluzione ha ottenuto l’approvazione della Regione. Essere per il «no» è facile. Bisogna fornire alternative». |