L’INTERVENTO
DI NACCARATO (PD)
«E’ chiaro, il Governo vuole
affossare l’Università»
Il
Mattino di Padova, 30 ottobre 2008
E’ chiaro: il
Governo vuole affossare l’Università. Dietro i
proclami demagogici sugli sprechi di denaro pubblico
la destra colpisce gravemente un settore strategico
per il futuro del nostro Paese. L’Italia è già il
Paese in cui si investe meno nell’Università e nella
ricerca (l’1,1% del Pil contro la media OCSE del
2,8%) e, riducendo indistintamente le risorse
economiche a tutti gli atenei, non se ne migliora la
qualità. Il Partito Democratico non vuole difendere
il sistema universitario così com’è ora ma la strada
non può essere quella di «fare cassa» con i tagli
indiscriminati, il blocco del turn-over del
personale docente e tecnico-amministrativo o,
peggio, con la proposta di trasformare le Università
pubbliche in Fondazioni che riceveranno ancora meno
risorse statali.
Su quest’insieme di misure è nata, in tutta Italia,
una protesta spontanea che coinvolge i Rettori, i
docenti, il personale tecnico-amministrativo e,
naturalmente, gli studenti, accomunati per la prima
volta da una profonda preoccupazione per il futuro
dell’Italia che rischia di diventare un Paese di
serie B, arretrato tecnologicamente e culturalmente,
incapace di dare un futuro ai propri giovani.
Bene ha fatto il Rettore dell’Università di Padova
Vincenzo Milanesi a denunciare pubblicamente con
forza il tentativo palese del Governo Berlusconi di
delegittimare il movimento di protesta, minimizzare
ed isolare quelle migliaia di persone che
manifestano da giorni in modo pacifico, con lezioni
in piazza e facoltà aperte, chiedendo semplicemente,
tutti insieme, di essere ascoltati e coinvolti nelle
scelte che riguardano l’Università, avanzando le
loro proposte per affrontare i problemi che
certamente esistono nel sistema universitario
italiano e che, però, vanno risolti con serietà e
lungimiranza.
Il Partito Democratico, quindi, ha avanzato delle
proposte concrete per migliorare e rendere più
competitivo il sistema universitario del nostro
Paese, investendo nella ricerca e nell’innovazione.
Anzitutto, per non sprecare le risorse, è
indispensabile costruire un serio sistema di
valutazione degli Atenei incentrato sull’Agenzia
Nazionale di Valutazione del sistema universitario e
della ricerca (Anvur) nella quale il comitato
direttivo deve essere formato da esperti di sistemi
universitari di alto profilo e indipendenti dalle
forze politiche.
Un sistema analogo deve valere anche per la
ricerca: i progetti di ricerca da finanziare devono
essere valutati in modo indipendente, sulla base di
bandi pubblici e metodologie internazionali di
valutazione trasparenti e la collaborazione di
istituzioni internazionali come, per esempio, lo
European Research Council.
Inoltre, i finanziamenti statali a favore delle
Università dovrebbero essere riuniti in un’unica
voce ed erogati in base al merito. Almeno in parte
(circa il 20%), dovrebbero costituire un premio
dello Stato agli Atenei che, nel corso dell’anno, si
sono distinti per la qualità della propria offerta
formativa e della ricerca.
Un’altra parte (il 10%), invece, dovrebbe
costituire il contributo statale pluriennale versato
in base ad obiettivi specifici di sviluppo di un
singolo Ateneo, cioè legati, ad esempio, alla
costruzione di nuove infrastrutture o alla
promozione di nuove linee di ricerca universitaria.
La parte restante (il 70%), infine, dovrebbe essere
garantita a tutti gli Atenei per sostenere i costi
standard per la didattica e la ricerca, calcolati in
base a parametri oggettivi e stabili nel tempo.
Il presupposto fondamentale per la realizzazione di
queste proposte è, però, l’aumento dei finanziamenti
pubblici al sistema universitario per adeguarli alla
media europea.
Per spendere meglio è poi necessario garantire un
sistema trasparente di governo degli Atenei
incentrato sull’efficace funzionamento dei suoi
organismi: il Rettore, il Consiglio di
Amministrazione, formato su proposta del Rettore
stesso, per deliberare sulle principali scelte
gestionali delle Università ed il Senato Accademico,
totalmente elettivo, per svolgere le funzioni di
indirizzo culturale di garanzia e di controllo
sull’attività didattica dell’Ateneo.
Si tratta di proposte serie e concrete che hanno
l’obiettivo di valorizzare responsabilmente il
sapere e la conoscenza, le più importanti risorse di
cui l’Italia dispone.
Alessandro Naccarato, Deputato PD