L’ASCENSORE DELLA ROCCA
Il Mattino di Padova 31 ottobre 2007
MONSELICE. Questo ascensore non lo ferma più nessuno. I lavori andranno avanti, fino al compimento dell’opera. E’ l’unica certezza uscita dal consiglio comunale straordinario di lunedì, nel corso del quale è stata bocciata la mozione del centrosinistra che chiedeva il blocco dei lavori. Tutto il resto è un’incognita: dai costi di gestione, all’impatto turistico, per finire con la sicurezza di chi nel cantiere ci lavora. «La nostra Rocca no se sbusa, resisteremo come in Val di Susa»: questo slogan, per ora, resta solo un semplice striscione appeso a palazzo Tortorini. Obiezioni a raffica. Una serie di «ospiti» hanno preso parola davanti a sindaco, consiglieri e assessori, per esprimere tutte le perplessità sul progetto dell’impianto di risalita. «Temo che un intervento di questo tipo possa riaprire, di fatto, l’attività estrattiva nelle cave - ha sottolineato Alessandro Naccarato, parlamentare Ds - Verranno estratte infatti oltre 3.000 tonnellate di trachite, che sarà venduta a 192 euro a tonnellata: un bel guadagno per la ditta. Che con la vincita alla gara d’appalto, ha acquisito tutti i diritti sul materiale». «Un tratto di strada è comunque a piedi, quindi non ci si può nascondere dietro alle necessità dei disabili», è l’obiezione di Titti Panaiotti, di Italia Nostra. Al coro dei «no» si è aggiunto anche Riccardo Ghidotti, in veste di presidente degli Amici dei Musei: «C’è un problema di fruizione, perché i beni artistici della città, sono altrove. Questo dovrebbe essere il coronamento di un percorso, non una visita fine a se stessa». «Non ho mai visto un progetto correre a questa velocità - ha detto Gianni Sandon - si tratta di un’opera delittuosa per Monselice». Mentre per Paolo De Marchi dei Verdi: «Opere così importanti andrebbero discusse con la comunità. Chi a Monselice ci è nato e ci vive, sa cogliere anche l’aspetto paesaggistico». «Manca qualsiasi studio di ipotesi di gestione per il pareggio di bilancio dell’ascensore - ha osservato Ilario Simonaggio, segretario provinciale della Cgil - Le eventuali perdite di gestione dell’impianto a fune a chi saranno addebitate?» Francesco Corso, Francesco Miazzi e Carla Montelatici hanno fatto notare invece come l’argomento non sia mai stato discusso in consiglio comunale. La parola ai tecnici. Per la Regione Veneto erano presenti l’archeologo Massimiliano D’Ambra, Andrea Cisco, Stefano Talato, Massimo Formenton e il geologo Luigi Antonio Stella. «Abbiamo deciso di abbandonare l’idea dell’ascensore inclinato perché poteva riservare dei pericoli occulti non programmabili» - ha detto D’Ambra, una delle menti dell’intero progetto. Prudente invece il geologo Stella: «La roccia appare compatta, ma la sicurezza sarà verificata di volta in volta». Dopo aver illustrato tutti i dettagli del progetto, Andrea Cisco ha parlato anche dell’aspetto gestionale dell’impianto: «L’ascensore sarà in grado di funzionare con un solo addetto. E pure la manutenzione è garantita per 3 anni». Il fronte del «sì». Tra coloro che sposano a pieno il progetto dell’ascensore, c’è ovviamente il sindaco Fabio Conte: «L’accesso facilitato, in passato, era stato previsto da tutte le forze politiche, sia di destra che di sinistra - ha detto il primo cittadino - non dimentichiamo poi che il progetto è passato in Regione. E non posso fare a meno di notare l’assenza dei consiglieri regionali del centrosinistra. In ultima battuta vorrei ricordare che c’è pure l’approvazione della Sovrintendenza, che è espressione del Governo». Giorgio Borin dell’Ascom invece ha posto l’accento sull’effetto positivo che l’ascensore può avere sull’attività dei commercianti. «Il materiale estratto venga messo a disposizione della comunità», ha proposto Lucio Perin di Veneto Libero. «Non è pensabile che dopo 15 anni ci mettiamo a discutere dell’impatto ambientale dell’ascensore - ha sottolineato Francesco Lunghi, coordinatore cittadino di Forza Italia - questa soluzione ha ottenuto l’approvazione della Regione. Essere per il «no» è facile. Bisogna fornire alternative».