Esondazioni e argini
Il Pd attacca
l’inerzia della Regione
Il Mattino di Padova,
1 febbraio 2009
Non c’è solo
l’«emergenza Loreggia». Anzi: il Bacchiglione si
rivela al limite verso Bovolenta come a Cervarese
Santa Croce. E nella Bassa, il Gorzone continua a
preoccupare dopo che stava per esondare.
Sul rischio idro-geologico dell’intera provincia si
concentrano Gianni Gallo, capogruppo del Partito
democratico in Regione, e Alessandro Naccarato,
deputato Pd. Citano la relazione ufficiale di
Tiziano Pinato, che testimonia come il Genio Civile
di Padova ha ben «fotografato» la situazione.
L’assessore regionale Giancarlo Conta e l’intero
staff regionale sa perfettamente quali sono gli
interventi «a tutela della pubblica incolumità»
insieme a quelli indispensabili a fronteggiare
l’effetto delle piene di novembre e dicembre.
Serve un milione per Vescovana, Vigodarzere, Due
Carrare, Vigonovo, Campodarsego e i “manufatti”
dello Scaricatore. Ma le segnalazioni diventano 45
nella provincia per un totale di 9,6 milioni
richiesti alla Regione.
«A Loreggia le due commissioni hanno accertato che
4 milioni in tutto il Veneto sono stati stanziati
per l’ordinaria amministrazione. Invece, gli argini
e l’intero sistema è di fatto al collasso. La
Regione negli ultimi dieci anni non ha finanziato
nulla di ciò che il Genio Civile chiede. Si tratta
di mille chilometri di argini nella nostra
provincia, cui si aggiungono i 1.700 chilometri del
Consorzio di bonifica euganeo nella Bassa» tuona
Gallo.
Il capogruppo Pd polemizza con Galan: «Non si
stanzia un euro per la salvaguardia del territorio e
pois i buttano 30 milioni per la nuova faraonica
sede dell’Arpav».
Naccarato, da parte sua, annuncia
un’interrogazione: «Il ministero competente dev’essere
informato delle inadempienze della Regione. Il
federalismo? I poteri, in questo caso, la Regione li
ha già. Banalmente, si aprono e riaprono riflessioni
sullo statuto che riguardano comunità montane e
consorzi di bonifica. Peccato che non si decida mai
nulla né si stanzi un euro.