Esposto inviato alle
due Authority competenti (energia e concorrenza)
segnala illegittimità, rischi, anomalie
Bassa, in vendita
le reti del gas
La denuncia di Naccarato alle
Authority tutela dieci Comuni
Gli impianti sono
patrimonio pubblico.Così non si può cedere la
gestione del metano.Tanto più senza delibere dei
municipi.
Il Mattino di Padova, 17
gennaio 2009
PADOVA.
Cinque pagine di esposto, spedite ieri da via Beato
Pellegrino ai presidenti dell’Autorità per l’energia
elettrica e il gas e dell’Autorità garante della
concorrenza e del mercato.
Una esplicita richiesta di intervento per
provvedere «a tutelare la trasparenza nella gestione
dei principali servizi pubblici, la concorrenza e i
consumatori».
Alessandro Naccarato, deputato del Partito
democratico, fa suonare un campanello d’allarme sul
rischio per i Comuni della Bassa (Agna, Anguillara,
Arre, Bagnoli, Bovolenta, Cartura, Conselve, Maserà,
San Pietro Viminario e Terrassa) nella vendita delle
reti di distribuzione del metano. Documenta
nell’esposto alle Authority come il patrimonio dei
dieci Comuni possa “evaporare” attraverso il
meccanismo di «alterazioni» delle procedure di gara.
Naccarato parte dagli anni ’90, quando il Consorzio
del Conselvano diventa Cosecon e dal 17 ottobre 2008
la società per azioni si trasforma in Attiva. La
proprietà delle reti del gas (realizzata con fondi
pubblici e contributi europei a fondo perduto)
appartiene ai Comuni «che non le hanno mai conferito
ad alcun Ente o società attraverso apposite delibere
né in altra forma».
Nel luglio 2003 la gestione della distribuzione del
metano fu trasferita dal Cosecon ad una società che
dal novembre 2006 assume il nome di Veneto
Distribuzione. «Cosecon Spa ha, di fatto, costituito
la società controllata Cosecon Distribuzione
accettando l’ingresso nel capitale sociale di Sime
Spa da gennaio 2008 trasformata in Enerco Group Spa
senza nessuna gara di evidenza pubblica» sottolinea
Naccarato.
Nel 2007 il Cosecon vende Veneta Distribuzione,
gestore delle reti del gas, «senza alcun atto
formale di concessione». Punta a ricavare 20 milioni
di euro. Ma in sede di vendita il valore risulta
«notevolmente inferiore». E nel 2008 Cosecon e
Veneto Distribuzione propongono ai Comuni della
Bassa una convenzione per la gestione delle reti,
mai approvata.
E siamo a queste settimane. Attiva e Veneto
Distribuzione ripropongono ai Comuni della Bassa una
nuova bozza di convenzione. «Proroga la concessione
di fatto fino al 2011. Si tratta di un nuovo
affidamento diretto senza gara, vietato dalla
legislazione vigente» afferma Naccarato
nell’esposto.
Sempre la bozza prevede che l’eventuale nuovo
gestore delle reti subentrante a Veneto
Distribuzione nel 2011 «dovrà corrispondere a Venete
Distribuzione il valore dell’impianto non detraendo
però i contributi pubblici ricevuti dal Cosecon e
controllate per la realizzazione dell’impianto».
Insiste ancora il deputato: «Ciò, oltre ad essere
contrario alla normativa vigente, rischia di
compromettere irrimediabilmente la concorrenza nella
futura gara per l’attribuzione del servizio di
gestione, essendo concesso a Veneto Distribuzione un
enorme vantaggio».
L’esposto segnala alle Autorità anche il tentativo
del Cosecon di vendere il 50,025% delle quote di
Veneto Distribuzione: va deserto nella primavera
2007. Si replica in ottobre per l’85,203% delle
quote detenute dal Cosecon e da Sime Spa: nessuna
manifestazione d’interesse.
«In entrambi i casi non venne indicato il valore
posto a base d’asta, in quanto risultava controverso
e non ancora determinato da perizia il reale valore
della società» sottolinea Naccarato. Ma intanto
Attiva stringe un accordo con Enerco Group Spa che
garantisce con fidejussione (13,5 milioni di euro)
l’impegno ad acquistare le quote di Veneto
Distribuzione in caso di terza mancata vendita.
Conclude Naccarato: «Tale accordo può portare ad
un’alterazione della nuova gara di vendita
annunciata entro la fine di gennaio. A vantaggio di
Enerco Group Spa che acquisirebbe il controllo della
società senza partecipare ad alcuna procedura di
evidenza pubblica. E confidando che i Comuni
approveranno la nuova bozza di convenzione. Non
essendo ancora risolte le controversie sul valore
delle quote, le società eventualmente interessate
non saranno poste nelle condizioni di presentare
corrette proposte di acquisto».
In sostanza, urge l’intervento delle Autorità
competenti a tutela del patrimonio dei Comuni. Ma
anche dei cittadini-utenti. Dieci sindaci e giunte
sono avvisati.
Per scaricare il
testo completo dell'esposto
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