«Con le
dimissioni di Natalino Zambolin da presidente, si chiude il
periodo peggiore di Cosecon. Finalmente i Comuni soci hanno
compreso la gravità della situazione in cui un gruppo di
amministratori senza scrupoli ha ridotto la Spa. Nei mesi
scorsi, di fronte alle nostre denunce, molti ci avevano
criticato pensando di poter arginare e risolvere la situazione.
Adesso tutti riconoscono il disastro. Cosecon è piena di debiti;
i settori gas e rifiuti sono stati gestiti in maniera inadeguata
e hanno maturato perdite ingenti; la Società non riesce più ad
erogare servizi al territorio.
«Ci auguriamo che si concluda così l’epoca più buia della
storia di Cosecon, un periodo contraddistinto dalla totale
assenza di trasparenza, dall’incapacità amministrativa, dai
costi elevatissimi e da una qualità di servizi pessima. Sia
chiaro le responsabilità vanno distribuite tra le diverse forze
politiche e le molte amministrazioni comunali che, in maniera
consociativa e spartitoria, hanno anteposto gli interessi dei
privati a quelli dei cittadini. I due esempi più eclatanti che
hanno affossato Cosecon sono i rifiuti e il gas. In questi
settori, in nessuna parte d’Italia, i Comuni si indebitano e i
privati si arricchiscono. Infatti l’erogazione dell’energia e lo
smaltimento dei rifiuti urbani stanno sempre di più diventando
strumenti attraverso i quali gli enti locali finanziano le loro
attività.
Come mai nel conselvano succede il contrario? Perché le scelte
sbagliate di molti sindaci, assessori, consiglieri
d’amministrazione, hanno favorito gli interessi privati a
scapito dell’interesse pubblico, come nei casi dei signori
Andolfo per i rifiuti e Casellato per il gas.
Non a caso, nei mesi scorsi, anche la Corte dei Conti e la
Magistratura si sono attivate per ricercare eventuali
responsabilità in reati contro la pubblica amministrazione.
Secondo i Ds da oggi si deve aprire una fase nuova. Bisogna
azzerare, attraverso le dimissioni dei consiglieri, tutti i
consigli d’amministrazione del sistema Cosecon. I Comuni si
devono riappropriare del loro ruolo per dare finalmente un
segnale di discontinuità. La Provincia e la Regione devono
iniziare ad esercitare le funzioni di controllo di loro
competenza».