L’INTERVISTA: Servizi peggiorati e a
costi crescenti
«E’ la degenerazione del
sistema»
hanno accettato le logiche del centrodestra. Era e resta un loro problema.
Naccarato - Rocco «I soci pubblici, in
particolare Provincia e Regione, in
attesa degli esiti dell'inchiesta,
escano dalla Cosecon»
Premesso che spetta alla
Magistratura accertare le responsabilità
penali delle persone coinvolte nelle
indagini; dal punto di vista politico
vogliamo riaffermare tutte le critiche
sulla gestione di Cosecon avanzate già
da tempo dai Democratici di Sinistra ed
ora dal Partito Democratico.
GESTIONE DEL GAS
Per
quanto riguarda le nostre posizioni
riguardo la gestione del gas da parte di
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GESTIONE DEI RIFIUTI
L’ACQUISTO DI TRASPORTI
ECOLOGICI E DEL
I
dirigenti del Consorzio a giudizio
Tante
ombre nei conti sociali
Mattino di
Padova, 29 settembre 2006
CONSELVE. Un bilancio da rimettere in sesto e il recupero dell’originaria «mission» aziendale: queste le priorità che il neoeletto Paolo Giopp si trova sulla scrivania da presidente. Nel frattempo gli ex amministratori e gli attuali consiglieri indagati stanno sfilando davanti ai pm Cherchi e De Franceschi per rispondere alle domande sulla compravendita di Trasporti Ecologici. I punti da chiarire. Un’operazione controversa, che ha tenuto banco fra i soci Cosecon anche in occasione dell’approvazione del bilancio, lo scorso 20 luglio. Durante la lettura della relazione del collegio dei revisori dei conti lo stesso presidente dei revisori, l’avvocato Luciano Falomo, è intervenuto più volte con delle sottolineature proprio sul caso di Trasporti Ecologici, rilievi non contenuti nella relazione. Falomo ha ricordato che il sovraprezzo pagato da Cosecon nell’acquisto di Te per avere il controllo della società non è stato poi corrisposto nel momento della vendita. Anche sulla compravendita di Energycom il presidente del collegio sindacale ha tenuto a precisare che il prezzo di cessione del 43 di Energycom alla Sime, 2 milioni e 888 mila euro, pur essendo il migliore ottenuto, è più basso di quanto indicato dalla «costosa perizia per la valutazione» commissionata dal CdA. Infine Falomo è intervenuto anche sull’aumento del capitale sociale di Cosecon Distribuzione, ricordando che in questa situazione di contrazione del mercato e di difficoltà finanziaria la società è stata molto esposta. Osservazioni alle quali l’allora presidente Zambolin ha ribattuto ricordando che le decisioni sono state prese dalla maggioranza dei soci, nell’ambito di operazioni strategiche per la Spa. Da mesi la magistratura sta appurando se sono stati commessi o meno dei reati. La posizione dei Ds. «E’ leggendo il bilancio che si comprende fino in fondo la situazione fallimentare del settore ambiente e di Trasporti Ecologici» afferma Alessandro Naccarato, deputato dei Ds, da mesi impegnato nel braccio di ferro con gli amministratori della società. «Non è possibile sostenere che la gestione di Trasporti Ecologici non ha provocato alcun danno ai comuni e alla stessa Cosecon. - dichiara Naccarato - Se la situazione era così rosea, perché gli amministratori di allora hanno preferito vendere le quote ad Andolfo anziché alla Stabila? Nel bilancio approvato dalla Cosecon sono contenute delle affermazioni gravissime». Cortelazzo: Cda a casa. Richieste drastiche anche dal fronte politico opposto. Dal Consiglio Regionale il capogruppo di Alleanza Nazionale Piergiorgio Cortelazzo plaude alla nomina di Giopp ma chiede un passo indietro degli altri amministratori. «Giopp ha la competenza e l’autorevolezza necessaria per guidare la società. - afferma Cortelazzo - Però sono anche convinto che per poter rimettere sulla giusta rotta la Cosecon sia necessario l’azzeramento dell’attuale CdA, o almeno le dimissioni dei consiglieri di nomina politica. Le loro responsabilità sono evidenti e non si può pensare che solo nominando un nuovo presidente la situazione cambi. A questo punto serve una svolta radicale, senza perdere altro tempo. Ricordo che senza i contributi erogati dalla Regione la Cosecon potrebbe chiudere già domani. Invece deve recuperare la sua identità, ma con una compagine amministrativa rinnovata».
Un cattivo
affare da 7 milioni di euro CONSELVE. Un affare controverso, che tiene banco da ormai tre anni sulla scena politico-amministrativa della Bassa Padovana, fra polemiche e denunce, fra rassicurazioni e timori. E’ l’acquisto di Trasporti Ecologici da parte di Cosecon. Un atto perfezionato nell’autunno del 2003 dopo un lungo braccio di ferro fra soci e amministratori. Da un paio d’anni sulla vicenda si scontrano due fronti contrapposti: da una parte gli amministratori di Cosecon e Trasporti Ecologici che difendono la società di servizi ambientali, dall’altra le forze politiche di centrosinistra che ne chiedono la messa in liquidazione. Due posizioni inconciliabili, che hanno creato dei forti attriti all’interno dei consigli d’amministrazione e degli stessi partiti, in particolare dei Ds, arrivati a sfiduciare un proprio sindaco, Gianfranco Milani, per aver accettato la presidenza di TE. Ora, a gettare una nuova ombra sull’intera vicenda, la divulgazione delle conclusioni a cui è giunto lo studio legale padovano interpellato dalla Cosecon per prendere in esame i contratti di cessione delle quote di Trasporti Ecologici, e suggerire forme di tutela del patrimonio della Spa controllata dai Comuni. I legali hanno ripercorso passo passo il travagliato cammino che ha portato all’acquisto di Trasporti Ecologici. Un percorso iniziato nel 2002, quando si è aperta la trattativa fra Cosecon e alcuni soci di TE. Le perizie e l’acquisto. Agli inizi del 2000 la Cosecon, società per azioni controllata da un nutrito gruppo di comuni, dopo una progressiva Crescita nel settore dell’espansione industriale e immobiliare, nonché in quello della metanizzazione della Bassa Padovana, ha scelto di estendere il proprio raggio d’azione anche ai servizi ambientali, in modo da offrire ai Comuni soci la possibilità di ottenere delle tariffe a prezzi interessanti. I passi più importanti sono stati la trattativa e il successivo acquisto di Trasporti Ecologici, società impegnata nella raccolta dei rifiuti in numerosi comuni del Veneto meridionale, di cui sono soci diversi Comuni che detengono anche quote di Cosecon. Durante la trattativa Cosecon ordinò una perizia giurata per la stima del patrimonio netto della società, e in seguito affidò a una società di revisione legale la verifica degli adempimenti contrattuali e societari di Trasporti Ecologici. E’ da questi documenti che scaturisce il prezzo d’acquisto, 7 milioni di euro attraverso la sottoscrizione di un prestito obbligazionario decennale, che comprende anche il controllo totale del Centro di Riciclo Monselice. I contrasti fra i soci Cosecon. Nel dicembre del 2003 il 51% delle quote di Trasporti Ecologici passa alla Cosecon. All’operazione si opposero i sindaci di Conselve e San Pietro Viminario che contestarono il prezzo, giudicato troppo alto rispetto allo stato di salute patrimoniale della società. L’allora presidente di Cosecon Renato Marcolin difese la validità dell’acquisto, sostenuto da tutti gli altri sindaci soci (indipendentemente dal colore politico) e confortato dalle due perizie. Un anno e mezzo fa viene eletto il nuovo consiglio d’amministrazione della Cosecon, che si trova a dover affrontare lo stato di salute di Trasporti Ecologici e gli attacchi politici su un acquisto mai digerito fino in fondo. Più volte Natalino Zambolin, ex Pds poi passato al Cdu, ha ribadito la sua posizione: Trasporti Ecologici è una società strategica per il settore ambiente, che negli anni ha garantito ai comuni serviti un notevole risparmio sulla tariffa di asporto rifiuti. A suo avviso sparare su TE significa affossare una realtà di cui tanti comuni hanno beneficiato e mettere sulla strada oltre 150 dipendenti. Meglio dunque, per i vertici della Cosecon, cercare la strada di un accordo a più ampio respiro con altre società di servizi ambientali. La Guardia di finanza ha aperto un’indagine e ancora la primavera scorsa ha acquisito tutti gli atti relativi alla compravendita.
Sovrastimata sin dall'inizio e
CONSELVE. Faranno
discutere le conclusioni dello
studio, finora rimasto riservato,
commissionato ancora la primavera
scorsa dalla Cosecon per accertare
«eventuali patologie giuridiche»
nell’acquisto di Trasporti
Ecologici. Se non altro per alcuni
interrogativi emersi dall’analisi
degli atti e per le possibili
responsabilità degli amministratori
delle due società. Secondo
l’avvocato Paolo Chiarelli, «i
comportamenti evidenziati potrebbero
anche avere rilevanza penale», si
legge al termine della relazione.
Sono sostanzialmente due gli
aspetti messi in evidenza dal
documento. Il primo riguarda la
validità del contratto, e del
prezzo, di cessione delle quote di
Trasporti Ecologici. Lo studio
legale si sofferma a lungo sulla
perizia giurata commissionata nel
2002 al commercialista di Este
Francesco Marchesini e sull’analisi
dei bilanci di Trasporti Ecologici
prima e dopo l’acquisto. Secondo il
legale la perizia ha sovrastimato
sia il valore della società che il
suo successivo incremento, tanto da
concludere che «il prezzo di
cessione delle quote può ritenersi
assolutamente spropositato rispetto
al reale valore della società».
Questo anche alla luce della
successiva diminuzione del numero
dei comuni e degli utenti serviti. A
sostegno di questa tesi viene citata
un’altra recente analisi sui bilanci
2002 e 2003 effettuata da uno studio
tributario di Padova. Per questo
aspetto il legale suggerisce
un’azione di annullamento nei
confronti dei soci venditori, «con
diritto della Cosecon di ottenere la
restituzione di quanto pagato».
Inoltre la relazione giudica troppo
alta la cifra di 5 milioni e 256.000
euro per l’acquisto di quote il cui
valore «non avrebbe potuto essere
superiore ai 3 milioni 880 mila
euro». Il secondo aspetto riguarda
le responsabilità degli
amministratori di Trasporti
Ecologici e di Cosecon per «cattiva
gestione» o incompatibilità. In
particolare il legale rileva il
«conflitto d’interessi» da parte di
tre amministratori di Cosecon (la
società che acquistava) che
all’epoca erano anche assessori o
consiglieri comunali dei comuni soci
di Trasporti Ecologici (la società
che vendeva). Si tratta di Massimo
Bison, Luigi Masiero e Giuseppe
Violato, all’epoca rispettivamente
vicesindaco di Tribano, assessore di
Anguillara e consigliere di Bagnoli.
Quindi partecipavano e votavano
nella doppia veste di venditori e
acquirenti della società. «E’
costante - osserva il legale -
l’orientamento giurisprudenziale che
ritiene in conflitto d’interessi
l’amministratore della società
controllata che sia anche
amministratore della società
controllate». Gli altri consiglieri
d’amministrazione di Cosecon nel
2003 erano Domenico Riolfatto,
assessore provinciale, Luigi Sorgato,
assessore di Maserà, Gabriele
Volponi, consigliere comunale di
Maserà, Alfredo Cecchetto, Paola
Ghiro, Luigi Viari e Antonio Zorgati.
IN ATTESA DEL DISASTRO
Mattino di Padova, 7
dicembre 2005
![]() Premetto che i Ds non vogliono, e non lo hanno mai fatto, impartire ordini agli amministratori locali o ai rappresentanti dei Comuni che siedono nei vari consigli di amministrazione. La nostra funzione è un’altra: informare i cittadini, promuovere la partecipazione pubblica e il dibattito, concorrere con metodo democratico alla formazione delle volontà e delle scelte politiche per rilanciare l’economia del territorio e assicurare servizi di qualità. E di fronte alla gravità di quanto sta emergendo, sarebbe miope non attivarsi per affrontare i problemi e provare a risolverli. I fatti in estrema sintesi. Alla fine del 2003 la Spa Cosecon acquistò il 47,55% di Trasporti Ecologici al prezzo di 5.256.900 euro. Il valore fu stabilito sulla base di una perizia affidata da Cosecon a Francesco Marchesini di Este. Egli stabilì il valore sulla base di questi dati: Trasporti Ecologici avrebbe conseguito nel periodo 2002-2004 utili pari a 1.075.969 euro e sarebbero aumentati gli utenti serviti. In realtà la società ha totalizzato perdite per 1.090.995 euro e gli utenti sono diminuiti drasticamente di 67.247 unità: il 22% in meno. Il perito dunque commise errori colossali, che gonfiarono il valore della Trasporti Ecologici. Il 13 novembre 2002 il consiglio d’amministrazione di Cosecon mise in dubbio la fondatezza dei valori indicati nella perizia di Marchesini, e stabilì di acquistare le quote di Trasporti Ecologici al valore massimo di 3.880.080 euro. Ma il 9 dicembre 2002, in maniera assolutamente immotivata e irregolare, il consiglio d’amministrazione annullò la decisione del 13 novembre perché era poco chiara. La strada venne così spalancata per acquistare a 5.256.900 euro, un prezzo superiore a quello che loro stessi avevano indicato: esattamente 1.376.820 euro in più, il 35% in più. Abbiamo a che fare con amministratori che hanno palesemente e a ragion veduta anteposto gli interessi privati a quelli pubblici. Infatti l’unico avvantaggiato dall’operazione è stato il socio privato, la famiglia Andolfo, che trovò sopravvalutate le sue partecipazioni e scaricò buona parte degli ingenti debiti accumulati. Naturalmente Cosecon non aveva alcun motivo imprenditoriale o strategico per comprare Trasporti Ecologici. La prova? Dopo poco più di un anno, Cosecon sta provando disperatamente a vendere Trasporti Ecologici, una società che ha 9.670.771 euro di debiti, dei quali 4.162.863 verso le banche. Come si vede un vero e proprio «gioiello», che, non a caso, nessuno vuole comprare. In un sistema sano, i soci pubblici avrebbero già deciso di mettere in liquidazione la società, salvando così i Comuni dai debiti, i dipendenti da un futuro molto incerto e i cittadini da aumenti enormi dei costi. La cosa sorprendente della vicenda è che le decisioni vennero assunte con una sostanziale unanimità fra amministratori dei diversi schieramenti. Questo accordo si spiega soltanto con gli enormi conflitti di interessi che pesano nella gestione di Cosecon e delle sue controllate. In sostanza i soci pubblici di Cosecon sono gli stessi della Trasporti Ecologici. Pertanto, alcuni sindaci con una mano comprano e con l’altra vendono: così molti acquirenti coincidono con i venditori e gli amministratori non hanno imparzialità e rigore per decidere nell’interesse delle comunità. Inoltre, in questi anni la Spa Cosecon è diventata il centro di un sistema di potere trasversale finalizzato alla creazione di società che servono ad aumentare le poltrone dei consigli d’amministrazione. Si tratta, di solito, di enti privi di attività specifiche che costituiscono una rete di «scatole cinesi» attraverso cui accontentare una parte del ceto politico locale. Per gestire un sistema che ha totalizzato circa 120 milioni di euro di debiti si sono creati, tra consiglieri d’amministrazione e revisori dei conti, più di 100 posti, che costano più di un milione di euro all’anno: l’esatto contrario dell’economicità e dell’efficienza previste dalla legge. Così molti sindaci, ex sindaci, assessori, ex assessori sono diventati veri e propri professionisti dei consigli di amministrazione, nel senso che non svolgono ormai da diversi anni alcuna attività lavorativa e raccolgono i loro consistenti redditi, tutti o in buona parte, dai vari posti occupati. Nel frattempo, la situazione è sempre più grave e rischia di andare fuori controllo. Nel 2000 Cosecon aveva 27.671.440 euro di debiti, dei quali 15.425.215 euro con le banche; oggi ha 119.628.775 euro di debiti, dei quali 74.237.660 con le banche. Quanto si deve aspettare ancora prima che qualcosa si muova? Un altro disastro come quello di Eurobic di Rovigo? Ed è scandaloso che mentre Cosecon produce questi risultati alcuni suoi amministratori fingano che tutto vada bene e minaccino chi ha il coraggio di raccontare come stanno le cose. Siamo convinti che questo sistema vada modificato in profondità, per renderlo più snello, più efficiente e per farlo diventare uno strumento utile ai cittadini e alle istituzioni del territorio. I Democratici di sinistra continueranno, senza fare sconti a nessuno e senza cedere alle minacce, a lavorare per contrastare il malgoverno e per il risanamento dei servizi pubblici locali. Alessandro Naccarato, Segretario provinciale DS ![]()
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2005 a cura dei
GESTIONE URBANISTICA
La nuova inchiesta
giudiziaria.
Il dossier d’accusa: I cinque
appalti truccati. Fatture false e
gonfiate
E’ dal 1998 che la Cosecon possiede i requisiti per operare come società di trasformazione urbana con i Comuni Mattino di Padova, 23 luglio 2008
Retata della Guardia di finanza: nei guai due imprenditori edili, manager della Cosecon e professionisti Appalti truccati, sei in manette
La
gare erano regolari ma poi scattava
L’ingegnere
arrestato nel 2003 per tangenti:
Luigi Destro: tanti guai,
nessuno lo ferma
L'impegno costante per
COSECON, QUALCOSA SI MUOVE
Mattino di Padova, 30
novembre 2006
Indagine delle Fiamme Gialle sui Pip Mattino di Padova, 29 novembre 2006
«Conflitto d interessi fra Cosecon e nuovi Prg»
Mattino di Padova, 18 giugno 2006
CONSELVE. La primavera scorsa la Cosecon ha inviato a tutti i comuni soci lo schema di un accordo di programma per la redazione dei nuovi Piani regolatori comunali. La Spa del Conselvano propone di accollarsi le spese per la progettazione degli strumenti urbanistici, ottenendo dai comuni la possibilità di eseguire interventi di trasformazione urbanistica. Una prospettiva che sta allettando molti sindaci, alle prese con i bilanci sempre più magri, ma solleverà nuove polemiche. A promettere battaglia su questo fronte sono i Democratici di sinistra. «E’ un fatto gravissimo - afferma Alessandro Naccarato, deputato dei Ds - perché la Cosecon propone di sostituirsi ai Comuni non solo nella programmazione ma anche nella gestione urbanistica. E’ una modalità non prevista dalla legge, una forzatura. Per questo contrasteremo in tutte le forme questa iniziativa». Lo schema di accordo inviato ai sindaci prevede per il Comune la possibilità di affidare alla Cosecon la redazione dei nuovi Piani regolatori comunali, risparmiando così le spese di progettazione tecnico-scientifica. In cambio, si legge nella bozza «l’amministrazione comunale si impegna a garantire alla Cosecon la possibilità di attuare interventi di trasformazione urbanistica su determinati ambiti del territorio, con correlata possibilità di trasferimento delle relative e connesse aspettative edificatorie». «Traducendo - afferma Naccarato - significa che Cosecon diventa programmatore e gestore dell’attività urbanistica. Ma c’è un conflitto, perché Cosecon possiede dei terreni il cui valore cambierà sensibilmente con i nuovi Piani regolatori, scritti dalla stessa società. E poi come la mettiamo con gli amministratori comunali che hanno qualche poltrona in Cosecon? Faranno gli interessi del Comune o quelli della società?».
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del 2005 a cura dei
COSA FARE ADESSO?
Avanziamo alcune proposte concrete per
evitare che episodi come quelli che, in
questi ultimi anni, hanno coinvolto
l'azienda del Conselvano si possano
ripetere. 2.L'intero Consiglio di Amministrazione di Cosecon spa si deve dimettere. Appare,infatti, del tutto evidente il fatto che il CdA della società si è dimostrato assolutamente inadeguato a svolgere la sua principale funzione di controllo sull'operato dei vertici dell'azienda. Lo stanno a dimostrare le ultime due inchieste che hanno coinvolto la società di servizi del Conselvano, prima sulla gestione dei rifiuti ed ora su quella degli appalti;
3. La
Provincia di Padova deve uscire
subito dall'azionariato di Cosecon
spa. Infatti, la sua partecipazione
non ha alcun senso, dal momento che
la Provincia si è palesemente
dimostrata incapace di svolgere il
proprio compito di controllo sulla
società. L'uscita da Cosecon
rappresenta, inoltre, l'unica azione
concreta che questo Ente può mettere
in campo per tutelare veramente gli
interessi dei Comuni che, in teoria,
dovrebbe coordinare;
4.La Regione Veneto, attraverso la finanziaria regionale VENETO SVILUPPO, ha di recente deciso di aumentare la quota della sua partecipazione in Cosecon spa, a dispetto della pesante situazione debitoria in cui versa la società. Si tratta di una scelta dannosa e sbagliata, motivata solo dalla volonta della Regione di controllare e "mettere le mani" sul territorio. Perciò, anche la finanziaria VENETO SVILUPPO deve uscire dall'azionariato dell'azienda; 5.I Consigli comunali dei Comuni soci di Cosecon spa devono riunirsi urgentemente per deliberare la revoca di progetti, contratti e convenzioni stipulati a qualsiasi titolo con questa società. E' indispensabile che gli Enti Locali tornino a gestire direttamente tutti i servizi pubblici che, in questi anni, hanno assegnato alla Cosecon e si riapproprino delle loro funzioni in materia di programmazione urbanistica del territorio. Si tratta di servizi e di funzioni fondamentali: riportarle sotto il controllo pubblico significa tutelare concretamente gli interessi dei cittadini;
6. I
Comuni soci devono effettuare tutte
le verifiche necessarie, da noi più
volte sollecitate, sulle concessioni
per la gestione del gas. In molti
casi, infatti, la Cosecon spa si è
indebitamente appropriata di tali
concessioni, in assenza degli
indispensabili contratti di servizio
con i Comuni interessati, come
previsto dalle leggi vigenti;
7.E' necessario impegnarsi concretamente per portare avanti una battaglia culturale di ampio respiro incentrata sul valore della legalità. E' indispensabile innanzitutto ricostruire e diffondere una reale cultura della legalità che preveda alcune misure concrete quali, ad esempio, la possibilità, senza ostacoli o pretesti burocratici, del libero accesso agli atti da parte di tutti i Consiglieri comunali, il divieto di secretare gli atti dei Consigli comunali, l'impegno a convocare le assemblee elettive in modo continuativo per garantire lo svolgimento di dibattiti aperti e approfonditi sui temi che interessano più da vicino la collettività. Solo così si possono assumere decisioni delicate all'insegna della trasparenza e con il contributo di tutti, evitando il ripetersi di altri scandali come quello di Cosecon; 8.La grave situazione di Cosecon è stata favorita da amministratori e dirigenti politici locali incompetenti ed inadeguati, guidati esclusivamente dai propri interessi economici personali: dietro la promessa di sedere all'interno di un Consiglio di Amministrazione di una delle numerose società della galassia Cosecon hanno di fatto omesso di controllare l'operato di tali aziende. E' necessario semplificare gli assetti societari delle aziende a capitale pubblico, sciogliendo i Consigli di Amministrazione di società inutili; 9.In molti casi, si è creata una situazione di conflitto di interessi. Chi sedeva nei CdA era, allo stesso tempo, amministratoere dei Comuni soci. In questo modo controllori e controllati coincidevano. Tali situazioni sono illegali e impediscono una corretta amministrazione di questi enti. In tutta la vicenda di Cosecon ci sono delle responsabilità politiche e amministrative che sono state propedeutiche alla degenerazione del suistema.In particolare, ci sono due orientamenti amministrativi che devono essere rivisti ed annullati:
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